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LEA, FINALMENTE SI CAMBIA
Dopo 15 anni arriva l’aggiornamento dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), le prestazioni che dovranno essere assicurate ai cittadini a totale carico dello Stato o con pagamento di ticket.
La Conferenza delle Regioni ha approvato il Dpcm sui nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza): un documento che elenca le cure fondamentali che il Servizio Sanitario Nazionale eroga gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket ai cittadini. Erano stati annunciati a febbraio 2015 dal ministro Lorenzin, e ora stanno diventando realtà, manca solo il via libera del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La lista dei Lea si è decisamente allungata: l’epidurale per il parto, i trattamenti per la fecondazione, lo screening neonatale, le cure per l’endometriosi e per la ludopatia, accertamenti per i celiaci, 110 nuove malattie rare e l’adroterapia oncologica (il trattamento dei tumori con l’uso di protoni). Ma anche il nuovo Piano vaccinale 2014-16, con 200 milioni di stanziamento, e il nuovo nomenclatore tariffario per protesi e ausili. Ad esempio, le persone disabili con grandissime limitazioni non dovranno più pagare ausili informatici e per la comunicazione, quelle con gravi problemi di udito potranno usufruire gratuitamente degli apparecchi acustici (ma attenzione, se è vero che vengono inseriti nuovi ausili, se ne eliminano altri, come i plantari e le calzature ortopediche). Sono previste vaccinazioni gratuite per varicella, pneumococco, meningococco e papilloma virus.
Nell’elenco delle malattie croniche che hanno diritto all’esenzione del ticket, oltre all’endometriosi (ma solo per gli stadi 3 e 4), entrano nuove patologie: broncopneumopatia cronica ostruttiva, rene politicistico, osteomielite cronica, malattie renali croniche e la sindrome da talidomine.
Un documento atteso da quindici anni, condizionato però dal fattore economico: per la seconda parte del 2016, i nuovi Lea dovranno essere sostenibili coerentemente con quanto stanziato dalla Legge di stabilità, 800 milioni. A novembre ci sarà una verifica: se le nuove cure costeranno di più, qualcosa potrà uscire dall’elenco e non essere più rimborsabile.
In teoria, la nuova lista costerebbe molto di più: ma proprio per il ritardo nell’aggiornamento, molte delle voci inserite oggi nel testo sono già in realtà offerte dal nostro sistema sanitario nazionale e vanno perciò scontate dal totale. Altri risparmi arriveranno dalla appropriatezza e dalle gare di acquisto.
Una revisione era più che mai necessaria: negli ultimi anni sono cambiate completamente le conduzioni sociali e sanitarie: è cambiato il contesto, le necessità dei cittadini, è aumentata la domanda di salute, le condizioni economiche. È cambiata la situazione delle Regioni e dei servizi sanitari regionali.
Il ministro ha espresso su Facebook tutta la sua soddisfazione: “Nuovi Lea dopo 15 anni, nuovo nomenclatore protesi e ausili dopo 15 anni, piano vaccini approvato: un grande giorno per la Sanità”. “A giorni – ha poi annunciato via Twitter – arriverà la nota formale dell’Economia: il via libera ai Lea, al nomenclatore e piano vaccini, più Patto sanità digitale”.
Va più cauto il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini: “Abbiamo raggiunto l`accordo all’unanimità, rassicuriamo quindi per quel che riguarda le risorse per il 2016. Ora va fatta una valutazione tecnica sul 2017”. Tonino Aceti coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato, ha sottolineato che “i nuovi Lea potrebbero forse essere erogati concretamente ai cittadini solo a fine 2016. Mentre le Regioni potrebbero incassare nel 2016 tutti gli 800 milioni, i cittadini incasseranno i nuovi Lea solo a fine anno. Forse”. Critiche sono arrivate dai sindacati: la Cgil si è lamentata sia per la scarsa trasparenza e per il mancato confronto con le forze sociali, sia per la mancanza di copertura finanziaria effettiva.
Nota dolente: è previsto un aumento dei ticket. Pessima notizia, soprattutto se ricordiamo che gli ultimi dati Istat hanno evidenziato come un numero sempre crescente di cittadini rinunci alle cure anche per motivi economici oltre che per le liste di attesa e le mancanze del Servizio Sanitario nazionale.
Tante novità, quindi. Il punto è ora vedere se tutto questo sarà sostenibile anche per il Servizio Sanitario Nazionale, e se gli italiani riusciranno ad usufruirne al meglio, tra liste di attesa e le carenze, ormai note, che affliggono il nostro sistema di sanità pubblica.