Airc, dal tumore del colon a quelli del sangue: al via 6 programmi speciali per lo studio delle metastasi

Dal tumore del colon a quelli del sangue. Questi i 6 nuovi programmi speciali 5 X1000 di Ricerca Airc sulle metastasi tumorali che prevedono un finanziamento di 14 milioni di euro all’anno per un totale di 7 anni con più di 200 scienziati operativi su tutto il territorio italiano.
I 6 nuovi Programmi Speciali, selezionati dopo la rigorosa valutazione peer review da parte di un gruppo di esperti internazionali, affrontano da multiple angolature la complessità delle metastasi, tema prioritario in quanto responsabili del 90% delle morti  per cancro. Con questo investimento straordinario, AIRC si augura non solo di ottenere risultati di altissimo impatto per la cura del cancro, ma anche di contribuire alla creazione di  un vero e proprio network di ricercatori molto qualificati.
I 6 scienziati coordinatori sono: Alberto Bardelli e Paolo Comoglio, Istituto di Candiolo, Fondazione del Piemonte per l’Oncologia; Roberto Foà, Università La Sapienza di Roma;  Michele Maio, Azienda Ospedaliera Universitaria Siena;  Alberto Mantovani, Università Humanitas di Rozzano, Milano;  Alessandro Vannucchi, Università degli Studi di Firenze.
Vediamo nello specifico quali sono i programmi e dove verranno sviluppati.
L’Istituto di Candiolo – Fondazione del Piemonte per l’Oncologia (FPO) si occuperà del tumore del colon-retto, neoplasia oggi curabile nella maggior parte dei casi quando è localizzata, mentre la prognosi peggiora se ci sono metastasi. “Questo programma –ha spiegato Alberto Bardelli – ha lo scopo di identificare le caratteristiche molecolari delle metastasi per trovare marcatori con i quali prevedere l’insorgenza delle stesse”.

Paolo Comoglio ha aggiunto che il programma “si propone di migliorare la diagnosi e trovare nuovi bersagli terapeutici per i tumori con sede primaria sconosciuta, cioè dei quali si ignora l’origine. Data la natura intrinsecamente metastatica di questi tumori, i risultati che si otterranno potranno essere utili anche per pazienti che convivono con altri cancri metastatici il cui tumore primario è invece noto”.
A Roma, presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, il nuovo programma prevede, attraverso l’utilizzo delle più avanzate tecnologie, lo studio genetico delle cellule metastatiche e del loro microambiente per sviluppare nuove e più efficaci terapie. Questo perché alcuni pazienti con neoplasie linfoidi vanno incontro a ricadute spesso accompagnate da localizzazioni disseminate in più organi, nonostante queste malattie siano nella maggioranza degli altri casi curabili.
Al via lo studio per i pazienti colpiti da melanoma, mesotelioma o glioblastoma in forma avanzata che non rispondono all’immunoterapia, ovvero alle cure che stimolano le nostre difese ad attaccare il cancro, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. “Il programma – ha affermato Michele Maio – si propone di potenziare l’effetto dell’immunoterapia, attraverso l’impiego di farmaci che aumentino il riconoscimento delle cellule tumorali da parte del sistema immunitario”.
Una delle tante strategie che il tumore mette in atto per produrre metastasi è annientare i meccanismi di difesa del nostro organismo, localizzati nel microambiente tumorale. Con il programma, che verrà sviluppato dall’Humanitas Mirasole S.p.A. “si intende – come ha detto Alberto Mantovani –  tradurre questi meccanismi immunitari in strumenti di diagnosi, prognosi e terapia per i pazienti, partendo dallo studio dei tumori del colon retto e del pancreas fino ad arrivare ad altre forme di cancro”.
A Firenze, presso l’Università degli Studi di Firenze, è previsto invece il programma per identificare le nuove mutazioni che causano la progressione delle malattie mieloproliferative croniche, inizialmente indolenti, verso forme a prognosi fatale, e di sfruttare queste conoscenze per migliorarne la diagnosi e la prognosi. Le malattie mieloproliferative croniche sono neoplasie ematologiche piuttosto comuni che in alcuni casi possono evolvere in forme più aggressive.
I nuovi programmi AIRC sono una nuova spinta alla ricerca ‘made in Italy’.  “Dopo i risultati ottenuti dai primi due Programmi Speciali AIRC 5 x 1000 – si legge nella nota –  abbiamo deciso di investire nuove risorse per rafforzare la spina dorsale della ricerca oncologica, che può già contare su strutture di eccellenza con laboratori strutturati, diffusi su tutto il territorio Non solo ci auguriamo di poter ottenere risultati di altissimo impatto per la cura del cancro, ma anche di contribuire alla creazione di un network di ricercatori molto qualificati”.
Ma perché un investimento così rilevante per lo studio delle metastasi? Il 90% delle morti per cancro – ha rilevato l’AIRC –  è causato appunto dalle metastasi, uno dei maggiori problemi ancora irrisolti per la cura della malattia. La concentrazione di sforzi e di investimenti sui programmi speciali appena avviati da AIRC contribuirà dunque a conoscere meglio i meccanismi molecolari alla base della disseminazione tumorale e ad identificare nuovi approcci per il trattamento della malattia metastatica, con l’obiettivo di rendere il cancro sempre più curabile.

Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in scienze politiche. Dal 2001 iscritta all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti. Ha collaborato con testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il master in “ Gestione e marketing di imprese in Tv digitale”, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione sulla sanità integrativa.

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