“The good nurse”, il true crime che accende i riflettori sull’etica nella sanità

“Non mi hanno fermato”. Sembra una fiction, ma non lo è. Con Netflix la vicenda di Charlie Cullen torna all’onore degli schermi in tutta la sua drammaticità accendendo i riflettori sull’etica nella sanità. In un’epoca in cui le corsie d’ospedale sono protagoniste assolute delle serie tv, arriva “The Good Nurse”, il true crime che racconta la storia dell’infermiere killer americano che tra il 1987 e il 2003 ha lavorato in diversi ospedali americani (dal New Jersey alla Pennsylvania) uccidendo 40 pazienti senza mai toccarli, manomettendo le loro flebo. Il film uscito su Netflix il 26 ottobre, con protagonisti Eddie Redmayne e Jessica Chastain, in meno di 48 ore è in cima alla classifica dei più visti sulla piattaforma.  

“Non mi hanno fermato”. Si giustifica con queste parole Cullen quando gli inquirenti gli chiedono la ragione del macabro atto. Effettivamente, per quanto ci fossero sospetti sulla sua cattiva condotta, nessuno mai in sedici anni lo ha mai denunciato, anzi alti funzionari che operavano negli ospedali dove veniva assunto hanno fatto di tutto per nascondere i misfatti del “buon infermiere” pur di salvaguardare la reputazione della struttura.  

Il 2 marzo 2006 Cullen è stato condannato a scontare 12 ergastoli e, successivamente, il 10 marzo 2006 il giudice William H. Platt gliene diede altri 6 dopo che l’infermiere killer in aula continuò a ripetere ininterrottamente “Vostro Onore deve dimettersi”. Dopo il processo collaborò con la polizia per identificare le vittime che avvelenava alterando le sacche di composti che servivano per flebo o iniezioni. Ad oggi, l’uomo sta ancora scontando la sua condanna. 

La reale storia di Cullen e Loughren ha ispirato il libro di Charles Graeber “The Good Nurse: A True Story of Medicine, Madness, and Murder”, pagine servite a Krysty Wilson-Cairns per scrivere la sceneggiatura di “The Good Nurse”. La regia invece è di Tobias Lindholm, poco conosciuto dal pubblico italiano, e autore di “Un altro giro”, che si è aggiudicato l’Oscar 2021 nella categoria riservata al migliore film internazionale.

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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