La dipendenza affettiva

Può l´amore ammalarsi? Sì, se si trasforma in dipendenza affettiva. Chi ne soffre tende ad annullare se stesso e a magnificare l’amato/a, sicché il benessere dell’altro diventa l´unico obiettivo, anche se ciò va a scapito del proprio benessere. È come se il dipendente affettivo fosse così sintonizzato sul partner da perdersi di vista e non ascoltare le proprie emozioni, esigenze e desideri. Praticamente l´altro diventa la bussola che orienta la propria esistenza.

L´origine di questa modalità di stare in relazione con l´altro sembra risalire a relazioni di attaccamento disfunzionali con i genitori, in cui il bambino ha appreso che i suoi bisogni, emotivi e non, non contano e che non si è degni di essere amati per ciò che si è. Chi soffre di dipendenza affettiva cerca nell´altro sicurezza, quella sicurezza che non ha mai potuto sperimentare prima, e che è pronto a pagare a qualsiasi prezzo, per evitare la paura di restare da solo o di essere abbandonato.

Non sono infrequenti in chi soffre di dipendenza affettiva gli scoppi improvvisi di rabbia, allorché i propri bisogni repressi e inascoltati, emergono con tutta la loro prepotenza. Naturalmente gli scoppi di rabbia arrivano come fulmini a ciel sereno e stupiscono entrambi gli attori coinvolti nella relazione. Gli scoppi di rabbia, in questi casi, altro non sono che la voce, anzi il grido, della parte più profonda di sé che recrimina di essere ascoltata.

Il lavoro terapeutico in questi casi consiste nell´aiutare la persona a ricentrarsi maggiormente su se stessa, piuttosto che sul partner e a imparare a riconoscere le proprie emozioni, a dare loro un nome e ad esprimere i propri bisogni senza il timore di essere rifiutati. Imparare a comunicare in maniera assertiva (e cioè rispettando sia i propri desideri che quelli dell´altro) è un´abilità che spesso manca in queste persone ma che può essere appresa e affinata nel percorso terapeutico.

In questo modo la persona si riappropria di se stessa ed è maggiormente in grado di non aderire totalmente all´altro, a riprendersi la giusta distanza e sperimentare nuovi modi di amare.

Giuseppe Iannone
Giuseppe Iannone
Psicologo clinico e neuropsicologo, ha conseguito la Laurea in Neuroscienze Cliniche e Cognitive con specializzazione in Psicopatologia presso l’Università di Maastricht (Paesi Bassi). È iscritto all'Albo dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia ed è sono autore di diverse pubblicazioni scientifiche. Possiede una seconda laurea in Pedagogia della Lingua e Cultura Italiana, conseguita a pieni voti presso l’Università per Stranieri di Siena e si occupa di consulenza linguistica e culturale in diverse aziende. Infine, è istruttore di tecniche di respirazione, di rilassamento, di training autogeno, di massaggio russo e di autodifesa presso la A.S.D. Systema Milano.

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