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IL BURRO NON È PIÙ NEMICO DEL DIABETE
Diabete: secondo un recente studio il burro farebbe bene all’organismo.
Bistrattato, sostituito, ingiustamente accusato. Il burro ha la sua rivincita perché, secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLOS One, come molti latticini, fa bene al nostro organismo. I risultati suggeriscono che il burro potrebbe giocare un ruolo cruciale nell’arrestare un’epidemia che sta imperversando in Europa, grazie a un tipo specifico di grasso saturo, chiamato acido eptadecanoico. Lo studio condotto sui delfini dalla National Marine Mammal Foundation, ha scoperto, infatti, che questo grasso saturo potrebbe contribuire a invertire il prediabete negli esseri umani. I ricercatori marini hanno scoperto che i tursiopi possono sviluppare la sindrome metabolica, una condizione subclinica che viene appunto chiamata prediabete negli esseri umani.
“Per capirla meglio, abbiamo iniziato a esaminare la loro dieta, che è essenzialmente di pesce” ha affermato Stephanie Venn-Watson, autore principale dello studio. Il team di scienziati ha iniziato valutando i livelli ematici degli acidi grassi omega 3 in 49 delfini e nei pesci di cui si cibavano. “Siamo stati sorpresi di rilevare che tra i 55 acidi grassi studiati, l’acido eptadecanoico o margarico sembra aver avuto l’impatto più positivo sul metabolismo dei delfini: i mammiferi con i più alti livelli di questa sostanza nel sangue avevano insulina e trigliceridi bassi”. Lo studio ha anche mostrato che, mentre alcuni pesci hanno livelli elevati di acido margarico al loro interno, altri non ne hanno, suggerendo possibili ‘dritte’ per modificare anche la nostra dieta. La scoperta del NMMF si allinea con la crescente evidenza scientifica che dimostra come alcuni grassi potrebbero non essere così negativi come si pensava in passato. Inoltre, secondo gli esperti, le migliori fonti di questa sostanza nutriente sono lo yogurt, il latte intero e soprattutto l’amato burro. Lo studio si è concluso mettendo sotto accusa la tendenza dei caseifici ad abbassare o a eliminare addirittura il contenuto di grassi nei prodotti caseari. Questo trend, a sua volta “potrebbe avere un ruolo nella pandemia globale del diabete”. L’altra buona notizia è che l’acido eptadecanoico può anche essere presente in pesci e segale.
Questo significa che ora possiamo mangiare burro senza sensi di colpa? Venn-Watson dice: “Il burro può avere sia grassi saturi buoni che cattivi, ma è sempre meglio parlare con il medico prima di apportare modifiche alla dieta”.