Farmaci antitumorali: al via l'unità farmaci antiblastici centralizzata

Farmaci antitumorali

FARMACI ANTITUMORALI: AL VIA L’UNITA’ FARMACI ANTIBLASTICI CENTRALIZZATA
 
È stato progettato un laboratorio completamente automatizzato e informatizzato all’interno dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze e sarà unico per tutti gli ospedali dell’area fiorentina. I lavori inizieranno alla fine dell’anno in corso e si concluderanno entro la primavera del 2017.
Il progetto prevede un percorso in cui il paziente sarà seguito durante tutto il periodo della terapia oncologica: dalla prescrizione del farmaco da parte dello specialista, al controllo del farmacista, alla preparazione da parte del tecnico fino alla somministrazione nel reparto. Il tutto grazie al contributo di un operatore speciale: un robot.
Farmaci antitumorali
Come funziona?  
Lo specialista visita il paziente in ambulatorio ed effettua una prescrizione di terapia antiblastica che, attraverso un sistema informatizzato, viene inviata alla farmacia; il farmacista verifica la prescrizione e inserisce i parametri al computer che, a sua volta, invia le informazioni a un robot che si trova all’interno della cosiddetta “camera bianca”. Qui c’è un tecnico in grado di far funzionare la macchina che, con un sistema touch screen, richiama le preparazioni. Il robot legge il codice a barre che identifica ogni flacone, che viene caricato sull’apposito carrello e fotografato, assicurando in questo modo un doppio controllo. Successivamente, sempre il robot, riconosciuto il farmaco, avvia il processo di produzione in maniera automatica: preleva il quantitativo, lo inserisce nella sacca, nella siringa o nel flacone a seconda dello schema di preparazione richiesto dal medico, per poi farlo fuoriuscire pronto all’uso. A questo punto la terapia è pronta e raggiungerà uno dei cinque centri oncologici aziendali.
Si stima che un robot mediamente garantirà tra le 12/15 preparazioni l’ora.
Tutto il sistema lavorerà in un circuito chiuso e con l’automatizzazione aumenterà la sicurezza sia per i pazienti sia per gli operatori. In particolare, il progetto prevede la specifica realizzazione della cosiddetta “camera bianca” o clean room: il laboratorio vero e proprio “confinato” e, per certi versi, “ermetico” ovvero un ambiente nel quale aerazione, ventilazione, filtrazione d’aria, materiali di costruzione e procedure operative, sono regolamentate per controllare la concentrazione e la qualità di particelle presenti nell’aria e per rispondere a livelli di pulizia adeguati con tutti gli accorgimenti necessari affinché il farmaco possa essere assemblato in condizioni asettiche con classi di contaminazione secondo le più rigorose normative vigenti.
Gli ambienti previsti all’interno della clean room saranno: un laboratorio per la preparazione di farmaci con sistema robotizzato; un ulteriore laboratorio per la preparazione di farmaci chemioterapici antiblastici manuale sotto cappa; un terzo laboratorio per il confezionamento dei farmaci; un locale magazzino. Sono previsti 3 filtri per passaggio di classe di contaminazione più un filtro di emergenza con doccia, i locali accessori ed esterni all’area sterile tra cui wc, area lavoro e controllo, area relax.
La terapia oncologia è molto importante per migliorare la qualità della vita del paziente affetto da neoplasia, motivo per il quale creare un sistema che abbia le caratteristiche di tracciabilità, di sicurezza e di razionalizzazione dei costi, come quello messo in campo dalla realtà fiorentina, è un valido aiuto sia per i malati che per gli operatori sanitari.

Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in scienze politiche. Dal 2001 iscritta all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti. Ha collaborato con testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il master in “ Gestione e marketing di imprese in Tv digitale”, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione sulla sanità integrativa.

Comments are closed.