31 dicembre 2019- 30 giugno 2020: 6 mesi di Covid-19. È finita l’epidemia?

Oggi ricorre l’anniversario dalle prime segnalazioni all’OMS di polmonite da causa ignota in Cina. In alcuni Paesi del mondo come l’Italia, dopo l’allarme causato dal nuovo Coronavirus e tutto quello che n’è seguito, si sta tornando alla (quasi) normalità. Questo almeno è quello che sperano gli italiani dopo mesi di paura e di grandi sacrifici. Il periodo di lockdown e le misure di prevenzione sono state azioni fondamentali per bloccare la diffusione del virus ma ancora ci sono focolai in giro per l’Italia e per l’Europa. “Questa è una situazione inevitabile” ha affermato Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità al programma Agorà su Rai3 riguardo ai focolai di Coronavirus a Mondragone e a Bologna.

L’epidemia Covid-19 “si sta comportando come avevamo ipotizzato” ha aggiunto. Sembra che a rallentare (no bloccare) il virus sia anche l’arrivo della stagione estiva: “I virus respiratori sono avvantaggiati dal freddo ma non vengono bloccati dal caldo”, ha precisato Ricciardi, consigliere del ministro della Salute e docente di Igiene all’Università Cattolica. “Ciò significa, ha aggiunto, che stare più all’aria aperta e alcune condizioni ambientali, in estate, possono rallentare la persistenza del Sars-cov-2, ma non bloccarlo”, quindi va mantenuta alta l’attenzione. È “il cattivo di sempre, ma più isolato e rallentato, quindi fa meno male”, perché “un virus da solo fa poco, in gruppo fa moltissimo”. Vietato abbassare la guardia perché potrebbe verificarsi una ripresa della Pandemia in autunno. In alcuni paesi del mondo l’emergenza è ancora molto forte mentre in altri sembra essere rientrata. “Il paragone è con la Spagnola, che si comportò esattamente come il Covid-19 – ha spiegato Ranieri Guerra in risposta alla lettera di esperti che hanno parlato di emergenza finita – andò giù in estate e riprese ferocemente a settembre e ottobre, facendo 50 milioni di morti durante la seconda ondata”.

Secondo il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il peggio deve ancora arrivare. Mi dispiace dirlo ma con questo ambiente e in queste condizioni, noi temiamo il peggio. Un mondo diviso aiuta il virus a diffondersi”.

Ghebreyesus ha poi annunciato che l’Oms invierà una squadra di ricercatori in Cina per indagare sulle origini del Coronavirus.
“Sin dall’inizio – ha continuato Ghebreyesus – abbiamo detto di mettere in quarantena la politicizzazione della pandemia e di restare uniti perché il virus è veloce e uccide e può sfruttare le divisioni tra di noi. Il nostro messaggio non riguarda nessun Paese in particolare ma riguarda tutto il mondo”, ha specificato il direttore. “Il virus ha ancora molta libertà di movimento, la questione cruciale che tutti i Paesi affronteranno nei prossimi mesi è come vivere con questo virus: questa è la nuova normalità”.

Oggi sono 6 mesi dalle prime segnalazioni all’OMS di polmonite da causa ignota in Cina. Secondo il comunicato stampa pubblicato il 5 gennaio 2020 dall’OMS “Il 31 dicembre 2019, l’OMS China Country Office è stato informato dei casi di polmonite di eziologia sconosciuta (causa sconosciuta) rilevata nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Al 3 gennaio 2020, le autorità nazionali cinesi hanno segnalato all’Oms un totale di 44 pazienti con polmonite con eziologia sconosciuta. Dei 44 casi segnalati, 11 sono gravemente malati, mentre i restanti 33 pazienti sono in condizioni stabili. Secondo i media, il mercato interessato a Wuhan è stato chiuso il 1° gennaio 2020 per servizi igienico-sanitari e disinfezione ambientale.”

“L’anniversario di sei mesi dell’epidemia coincide con il raggiungimento di 10 milioni di casi Covid-19 e 500 mila morti – ha detto Ghebreyesus – È tempo per tutti noi di riflettere sui progressi che abbiamo fatto e le lezioni che abbiamo imparato, e raccomandare a noi stessi di fare tutto il possibile per salvare vite – ha aggiunto il direttore -. Sei mesi fa, nessuno di noi avrebbe potuto immaginare come il nostro mondo – e le nostre vite – sarebbero stati gettati in subbuglio da questo nuovo virus. La pandemia di Covid-19 ha messo in luce il meglio e il peggio dell’umanità. In tutto il mondo abbiamo assistito ad atti commoventi di resilienza, inventiva, solidarietà e gentilezza. Ma abbiamo anche visto segni di stigma, disinformazione e politicizzazione della pandemia”, ha evidenziato.

Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in scienze politiche. Dal 2001 iscritta all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti. Ha collaborato con testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il master in “ Gestione e marketing di imprese in Tv digitale”, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione sulla sanità integrativa.

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