Questo sito Web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
Sport e salute: nuove regole per piscine più sicure

L’attività sportiva, compresa quella natatoria, rappresenta uno degli strumenti più efficaci per la promozione della salute e del benessere fisico e mentale di ogni persona, dalla prima infanzia all’età adulta. Nuotare, in particolare, è un esercizio completo che interessa tutto il corpo, migliora la capacità cardiovascolare, potenzia la muscolatura e riduce il rischio di patologie croniche.
Ma perché lo sport possa svolgere appieno il suo ruolo benefico, è indispensabile che venga praticato in ambienti sicuri, a norma e costantemente controllati. In quest’ottica si inserisce il disegno di legge quadro approvato il 30 luglio scorso in Consiglio dei Ministri, a firma dei ministri della Salute Orazio Schillaci e della Protezione civile e Politiche del mare Nello Musumeci.
Il provvedimento punta a garantire su tutto il territorio nazionale standard uniformi in materia di salute e sicurezza nelle piscine. Le nuove disposizioni riguardano un’ampia gamma di aspetti tecnici e gestionali: dalla classificazione delle strutture ai requisiti igienico-sanitari, dai controlli di qualità alla formazione degli addetti. Una delle principali novità è l’introduzione dell’obbligo, per le piscine domestiche, di adottare dispositivi di sicurezza per prevenire ingressi involontari in acqua, a tutela soprattutto dei più piccoli.
Sul fronte sanitario, il disegno di legge definisce criteri precisi per la qualità dell’acqua, sotto il profilo fisico, chimico e microbiologico, e impone ai gestori un piano di autocontrollo che garantisca condizioni ottimali di igiene e sicurezza. Le ASL territoriali saranno incaricate di verificare la qualità dell’acqua tramite controlli periodici, con prelievi e ispezioni basati su programmi regionali calibrati sul rischio.
Non meno importante è l’attenzione riservata al primo soccorso, alla manutenzione degli impianti per il trattamento dell’aria e dell’acqua e alla valutazione del rischio. La legge attribuisce anche a Regioni e Province autonome il compito di definire i limiti massimi di affluenza, per evitare sovraffollamenti, e di fissare obiettivi di qualità per le acque e la sicurezza complessiva delle strutture.