Quarta dose, per chi è realmente consigliata?

Il vaccino anti-Covid19 è utile per tutti? Il 7,74% della popolazione italiana, corrispondente a circa 4 milioni di cittadini, si è sottoposto alla quarta dose di vaccino. In molti tuttavia ritengono non sia così necessaria e sono tanti coloro secondo i quali la quarta dose andrebbe programmata unicamente per i soggetti vulnerabili. Proprio su questo tema, e più in generale sull’andamento della pandemia e le aspettative autunnali, è intervenuto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ritenendo che la quarta dose del vaccino anti-Covid non va consigliata a tutti gli over 12, che abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni, ma va raccomandata soltanto ai fragili. “L’idea di questo Ministero – ha detto in occasione della diciassettesima edizione di Meridiano Sanità, organizzata da The European House – è quella di mettere in sicurezza i cluster che hanno dato mortalità. Sono dati di epidemiologia medica, statistici, non si inventa nulla: si vede che i cluster che danno mortalità sono i fragili, gli anziani, gli immunodepressi. Quelle sono le persone alle quali noi consigliamo di vaccinarsi con le dosi di richiamo e lo consigliamo in maniera forte e puntuale”.

A disposizione ci sono due formulazioni bivalenti di vaccini a mRNA, versioni di Pfizer-BioNTech (Comirnaty) e di Moderna  (Spikevax), sviluppati per essere efficaci sia contro il virus originario Sars-CoV-2 che contro la variante Omicron Ba.1.. Presentano lo stesso meccanismo d’azione a mRNA dei vaccini già utilizzati, ma aggiornati contro le varianti del virus ultimamente più diffuse. I vaccini bivalenti contengono sia il ceppo originario del virus Sars-CoV-2, ovvero quello isolato a Wuhan alla fine del 2019, sia le ultime varianti Omicron. Nello specifico Original/Omicron BA.1 di Spikevax/Moderna e Comirnaty/Pfizer-BionTech sono adattati alla variante Omicron BA.1, mentre Original/BA.4-5 di Comirnaty/Pfizer-BionTech è adattato alle varianti Omicron BA.4 e BA.5. I vaccini bivalenti allargano la possibilità di proteggerci anche dalle varianti ancora in circolazione. A questo proposito, la circolare ministeriale riporta quanto precisato dalla Commissione Tecnico Scientifica di AIFA: entrambi i vaccini bivalenti possono ampliare la protezione contro diverse varianti del virus e possono contribuire a proteggerci contro Covid-19. Non vi sono evidenze tali da giustificare un uso preferenziale di uno dei diversi vaccini bivalenti disponibili. I due vaccini bivalenti sono raccomandati in via prioritaria come quarta dose a tutte le persone a cui è stata raccomandato il secondo richiamo, quindi anziani e fragili. Questi vaccini potranno anche essere resi disponibili come seconda dose di richiamo, su richiesta della persona interessata, per la vaccinazione in coloro che hanno almeno 12 anni di età e abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni. 

Intanto, l’84,36% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale primario. L’1,45% è in attesa di seconda dose. Complessivamente – contando anche il monodose e i pre-infettati che hanno ricevuto una dose – è parzialmente protetto l’85,81% della popolazione italiana. Considerando solo gli over 5, oggetto della campagna vaccinale, rispetto alla platea del governo la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 88,21% mentre l’86,71% è vaccinato. Considerando solo gli over 12, rispetto alla platea individuata dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 la percentuale di almeno parzialmente protetti è del 91,57% mentre il 90,37% è vaccinato. 

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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