Eco-ansie, il disagio di un pianeta che soffre

Sempre più negli ultimi anni abbiamo sentito parlare di ‘eco-ansie’, espressione tesa a inquadrare un disagio psicologico molto diffuso. Si tratta, nello specifico, della paura e dello stress causati dai cambiamenti climatici e dalla crisi ambientale che in modo progressivamente violento emerge sui diversi territori con eventi estremi che alimentano questo sentimento di impotenza di fronte a un futuro incerto. Le estati sempre più calde, i ghiacciai in ritirata e le alluvioni devastanti sono tre manifestazioni tangibili del cambiamento climatico, che scatenano paure profonde e difficili da elaborare.

La calda estate e il peso della responsabilità
Ogni anno le estati superano record di calore: temperature sopra i 40 gradi, notti tropicali che rendono il sonno agitato, città in cui non si respira. Questo caldo anomalo non è solo fonte di un disagio fisico, ma anche psicologico. Molti giovani, in particolare, vivono un senso di colpa diffuso: ‘Siamo noi a distruggere il pianeta?’ si interrogano. Le ondate di calore aumentano la percezione di un mondo fuori controllo e fanno temere scenari sempre più invivibili. Il disagio si amplifica quando si pensa agli effetti sulle persone più fragili, sugli animali e sugli ecosistemi messi a dura prova.

Ghiacciai che scompaiono, simboli che crollano
Le immagini dei ghiacciai alpini che si ritirano rapidamente sono un pugno allo stomaco per gli ambientalisti e gli amanti della montagna. Cattedrali senza tempo, si stanno sciogliendo davanti ai nostri occhi. Il crollo del seracco sulla Marmolada, nel 2022, ha avuto un forte impatto emotivo: un simbolo di stabilità e bellezza si è trasformato in tragedia. Vedere sparire i ghiacciai non è solo una questione di turismo o paesaggio, ma anche di identità collettiva: segna la perdita di qualcosa che pensavamo invulnerabile e alimenta la sensazione di precarietà.

Alluvioni, la paura dell’imprevedibile
Le alluvioni improvvise che colpiscono città e campagne, trascinando via auto, case e vite, come avvenuto in Marche, Emilia-Romagna e Toscana, sono tra gli eventi che più acuiscono le eco-ansie. La percezione che ‘non ci sia più stagione’ e che ogni pioggia intensa possa trasformarsi in disastro mina la sicurezza quotidiana. Nei territori colpiti, le persone vivono una doppia ferita: la distruzione materiale e quella psicologica, con la paura costante che possa succedere di nuovo. L’acqua, un tempo simbolo di vita, diventa una minaccia che incombe sulle nostre vite.

Le eco-ansie sono un segnale da non ignorare. Parlare di questi sentimenti, informarsi, e sentirsi parte di comunità che cercano soluzioni può aiutare a trasformare la paura in azione. Le estati torride, i ghiacciai in ritirata e le alluvioni sono drammi reali, ma anche richiami a prenderci cura del nostro pianeta. Perché la risposta alla paura può essere la responsabilità collettiva e la speranza che il cambiamento sia ancora possibile.

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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