L’ albero di Natale deve essere vero per far bene alla salute

Avete fatto l’ albero di Natale? La scelta più green è acquistare alberi veri.

A Natale puoi, ma solo a Natale. Una delle polemiche più accese che si ripete in ogni periodo natalizio riguarda la scelta dell’albero da addobbare in casa in vista dei tradizionali giorni di festa. Come accade per ogni faccenda, da quelle di matrice politica e sociologica fino alle questioni più superficiali, anche in questo caso gli italiani si dividono in due schiere: coloro che rinunciano all’abete naturale e tutti quelli che all’esemplare sintetico prediligono la pianta ancora in vita. Tuttavia, a Natale la scelta più “green” è acquistare alberi veri, è proprio questo l’appello lanciato da Confagricoltura. Una scelta ecologica e rispettosa dell’ambiente, che fa anche bene alla nostra salute.  “Gli alberi di plastica, di dubbia provenienza, possono rilasciare particelle nocive negli ambienti chiusi, compromettendo la salubrità dell’aria nelle nostre case –  ha dichiarato Francesco Mati, presidente sezione florovivaistica di Confagricoltura Toscana – Prodotti quasi tutti all’estero, contengono cloruro di polivinile o PVC che, come noto, rilasciano sostanze particolarmente pericolose” .
Un albero artificiale viene utilizzato in media per 6-9 anni, ma per essere più ecologico di un albero vero dovrebbe essere utilizzato almeno per 20 anni, senza considerare gli inquinanti rilasciati nella produzione, nel trasporto e nello smaltimento in discarica.  Un albero vero, invece, fa la differenza.  “Avere piante in casa, si sa, migliora la qualità dell’aria che respiriamo, così come avere un buon sistema di climatizzazione e di filtraggio. Un albero di Natale vero, sia un abete in vaso o una punta, non solo non rilascia sostanze nocive, ma le abbatte e in più ha un buon profumo di resina che contribuisce a creare un clima davvero di festa”.  Quando si sceglie un albero di Natale vero “è importante  il cartellino che ne certifica la provenienza – ha aggiunto Mati – Acquistarlo significa fare una scelta rispettosa della natura, contribuire a un ciclo di vita e sostenere le aziende del territorio”.

In natura, esistono diverse varietà del tradizionale albero di Natale:
Abete del Caucaso. E’ l’esemplare più venduto sul mercato. Si tratta di un arbusto maestoso, non profumato, e di bella presenza, di un verde vivo, dalla simmetria quasi perfetta e soprattutto – cosa che solleverà l’animo delle casalinghe – non perde gli aghi, peccato che costi molto rispetto alle altre varietà.
Peccio. Il Peccio, dal profumo molto delicato e foglie verde scuro, è l’albero di Natale per eccellenza. E’ però una pianta molto delicata, difatti soffre il caldo e perde rapidamente le spine, per questa ragione è doveroso vaporizzare regolarmente dell’acqua sui rami e sistemare il piede in un secchio di sabbia umida. Da comprare solo qualche giorno prima di Natale.
Abete del colorado. Abete blu da semina, l’abete del Col­orado è originario delle montagne rocciose, da 1800 a 3300 m di quota. I suoi aghi, più lunghi e più spessi di quelli del peccio rosso, sono di colore verde con sfu­ma­ture blu e non cadono, nem­meno quando l’al­bero è tagliato da diverse settimane.
Abete nobile. Molto usato per la realizzazione di corone natalizie, l’abete nobile è di un bel verde/blu. Ha il vantaggio di non perdere facilmente le spine e in più ha un buon profumo. La forma non è sempre perfettamente conica, perciò va scelto con cura.
Abete di Nordmann. I rami si stagliano in maniera assai re­go­lare e hanno aghi di un bel verde scuro nella parte superiore e più chiaro argentato nella parte bassa.
Il Peccio di Serbia. Si tratta di un abete maestoso verde scuro. Inoltre, a seguito del periodo natalizio può essere ripiantato. Ha un solo grande difetto, che è poi la ragione per cui è una delle piante meno predilette sul mercato, la fragilità dei suoi rami non consente alle decorazioni di reggersi.

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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