Pressione bassa, cosa fare?

La pressione bassa o, in gergo tecnico, ipotensione, si manifesta quando la pressione arteriosa a riposo scende al di sotto dei 90/60 mm Hg: seppur meno grave dell’ipertensione, è comunque un disturbo molto diffuso soprattutto nelle donne. I sintomi che comporta sono giramenti di testa, stanchezza cronica, fino a dei veri e propri svenimenti. Normalmente succede nelle giornate calde perché nei nostri vasi sanguigni (più precisamente nelle arterie) avviene un fenomeno chiamato vasodilatazione, cioè i vasi si aprono e la pressione scende; viceversa nella stagione fredda i vasi si  restringono e quindi si ha un rialzo pressorio.
Un altro fattore principale che regola la pressione è il volume circolante cioè la quantità di liquidi che scorrono nel nostro corpo. Più aumenta la temperatura, più aumenta la dispersione dei liquidi che abbiamo in corpo.
L’ipotensione può essere cronica o transitoria. Nel primo caso, alla base ci possono essere malattie dell’apparato gastrointestinale, malattie del sistema nervoso, disfunzioni endocrine o anemia. In altri casi, la pressione bassa è asintomatica.

Quali possono essere i rimedi ?
Il primo banalmente è stare nelle zone fredde, con basso tasso di umidità e il secondo è bere più acqua. Se non si vogliono utilizzare integratori, è importante avere un’alimentazione ricca di cibi che contengono acqua che permettono così un’idratazione completa al corpo. Anche cacao, tè e caffè agiscono per alzare la pressione, anche se non permettono una maggiore idratazione. L’alcol al contrario aumenta la disidratazione e peggiore la situazione pressoria. A volte la bassa pressione può essere causata da problematiche legate alla tiroide, infezioni o anemia.
I farmaci (da usare sotto controllo medico), che possono essere prescritti sono:

  • Fludrocortisone : un mineralcorticoide che agisce aumentando il volume dei liquidi corporei. Tra gli effetti collaterali ha un aumento del peso corporeo associato a piedi e gambe gonfie.
  • Midodrina, che ha un effetto vasocostrittore sulle arteriole. La dose può variare da 2,5 a 10 milligrammi tre volte al giorno, meglio se somministrata al mattino, prima di pranzo e nel pomeriggio (mai dopo le ore 18 per non interferire sui livelli di pressione notturni). Può causare lieve cardiopalmo, sensazione di freddo alle mani e ai piedi.
  • Piridostigmina, un composto in grado di alzare la pressione. La dose iniziale è di 30 milligrammi due o tre volte al giorno, aumentabile fino a un massimo di 60 milligrammi tre volte al giorno. I principali effetti collaterali sono eccessiva salivazione, nausea, vomito, crampi allo stomaco.
    Diidrossifenilserina, un profarmaco che si è rivelato efficace nel migliorare i valori pressori.È indicato anche nelle forme più severe di ipotensione (malattia di Parkinson, forme ereditarie di particolari deficit enzimatici).
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