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Alla (ri)scoperta del modello mutualistico

Mutua Mba è la più grande mutua sanitaria italiana per numero di soci. Ecco come ha superato la prova della pandemia e quali obiettivi si pone per il futuro.
Intervista al presidente Luciano Dragonetti

Non abbiamo clienti: abbiamo soci. Per questo siamo diversi”. E, in effetti, il perno su cui poggia il funzionamento delle società di mutuo soccorso è proprio questo: “Noi, spiega Luciano Dragonetti, dal 2018 presidente di Mutua Mba, la più grande mutua sanitaria italiana per numero di soci, “abbiamo orizzonte di riferimento differente rispetto alle compagnie di assicurazioni: nella nostra società si entra senza alcun tipo di discriminazione, senza dare garanzie, senza clausole. E questo perché? Perché il rischio è ripartito sull’intera base associativa e non sul singolo”.
Costituita con l’attuale ragione sociale nel 2007 (ma con radici che risalgono all’immediato dopoguerra) e cresciuta anche attraverso una serie di mergers & acquisitions, Mutua Mba gestisce oggi contributi per 83 milioni di euro (più che quadruplica ti negli ultimi otto anni!), con oltre 420.000 assistiti grazie alla mutualità mediata con altre mutue, casse e fondi ed al lavoro dei suoi soci promotori, che operano per sviluppare ulteriormente la base sociale. “A Mutua Mba si aderisce per avere un’assistenza sanitaria che copra tutta la famiglia in ogni stagione della vita, indipendente mente dalle condizioni che possono carterizzare il percorso di ognuno: età, professione, condizioni economiche”, sottolinea Dragonetti.

La pandemia ha confermato la validità del modello mutualistico, uscito vincente da una prova molto severa.
Il periodo che abbiamo attraversato (e che stiamo ancora attraversando) ha creato tante incertezze e destabilizzato molte persone, ma è stato proprio in questa occasione che ci siamo resi conto di quanto sia importante il concetto di mutuo soccorso. La natura solidaristica della nostra attività ci ha consentito di affiancare i soci che avevano bisogno di assistenza, non solo medica, durante il lockdown: professionisti che hanno perso il lavoro, artigiani che hanno chiuso l’attività, commercianti che hanno dovuto abbassare la serranda. Per queste situazioni, abbiamo stanziato oltre tre milioni di euro, erogando sussidi economici che sono arrivati anche prima di quelli statali. Un supporto di grande aiuto per molte famiglie. Certo, sapevamo di avere alle spalle una situazione finanziaria equilibrata e riserve in grado di sostenere un impegno di questa portata, ma abbiamo dovuto anche aggiungere una buona dose di coraggio, buttando il cuore oltre l’ostaco: non era il momento di fare troppi conti, quello!

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