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Violenze su medici e operatori sanitari, interviene il Governo

Una foto che ha fatto il giro del web e che ha riacceso il dibattito pubblico sulla sicurezza di medici e degli operatori sanitari in orario lavorativo. In primo piano due grossi ematomi rossi sul collo: non ha bisogno di didascalie lo scatto di Adelaide Andriani, la specializzanda ventottenne in Chirurgia generale che sabato 7 gennaio è stata aggredita dall’accompagnatore di un paziente all’esterno della Guardia Medica dell’ospedale Gervasutta, a Udine. Drammatico episodio che ha indotto il Governo a prendere provvedimenti. Stando a quanto si apprende, il ministro della Salute Orazio Schillaci intende proporre l’adozione di una direttiva che prevederà l’intervento rapido delle forze dell’ordine in tutti i casi di violenza sui medici.  

A comunicarlo è Giovanni Migliore, presidente della Federazione delle Aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), dopo aver incontrato il ministro. “Schillaci – fa sapere Migliore – si farà promotore presso il governo di una iniziativa per l’emanazione di una direttiva specifica da parte del ministero dell’Interno a tutte le Prefetture, per procedere in tempi certi e rapidi alla stipula dei protocolli operativi con le Aziende sanitarie per garantire interventi rapidi delle forze dell’ordine in caso di aggressioni”. Parole che richiamano il contenuto del post pubblicato da Adelaide Andriani: “Non è ammissibile rischiare la propria vita sul posto di lavoro perché non si è abbastanza tutelati, perché spesso il medico di continuità assistenziale viene considerato un medico di serie B”, ha scritto la ventottenne denunciando l’episodio. 

I dati Inail sui casi di violenza, minacce e aggressioni in ambito lavorativo evidenziano 4 mila denunce ogni anno, e il 60% riguarda proprio le professioni sanitarie e assistenziali, in larga parte nei confronti di donne Stando invece ai numeri condivisi dall’Associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, dal 1° gennaio 2023 siamo già a 4 aggressioni solo a Napoli. Tutte le città italiane sono interessate da un fenomeno a cui la politica deve necessariamente rispondere con azioni concrete, soprattutto in riferimento ai turni serali e notturni. Il servizio sanitario nazionale, insieme alle strutture centrali e regionali nonché i dipartimenti della prevenzione delle aziende sanitarie locali svolge un ruolo di grande rilievo in questo ambito, anche grazie alle attività che il Testo Unico all’articolo 5 assegna al ministero della Salute per il coordinamento del comitato nazionale per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e il coordinamento della vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

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