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Responsabilità professionale: via libera definitivo al ddl Gelli

Ieri la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il ddl Gelli, il provvedimento sulla responsabilità professionale e la sicurezza delle cure.

Ieri la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il cosiddetto ddl Gelli, il provvedimento sulla responsabilità professionale e la sicurezza delle cure. Il via libera è arrivato con 255 voti favorevoli e 113 contrari. Vi avevamo già raccontato il contenuto del provvedimento, nel corso dell’iter parlamentare (qui e qui).
La legge arriva dopo più di 15 anni di discussioni e dibattito parlamentare. Dopo un primo tentativo di normare la materia con la legge Balduzzi, finalmente i nostri rappresentanti politici sono riusciti a dare una risposta su un tema così forte e importante quale è quello della responsabilità del personale sanitario e delle cure sicure per i pazienti.
Da oggi, toccherà al paziente documentare il danno subito durante un intervento sanitario, mentre prima era il medico a dover dimostrare la sua estraneità a seguito di una denuncia. Tutto l’iter del provvedimento è stato caratterizzato da uno scontro molto aspro tra chi vede nella nuova legge un favore alle compagnie assicurative – obbliga tutti a dotarsi di una assicurazione – e ai medici e chi invece sostiene che si tratta di misure a garanzia e tutela dei cittadini-pazienti. Di certo, c’è il risparmio dello Stato per quanto riguarda i costi dei contenziosi.
Negli ultimi anni sono aumentate le denunce connesse alla malasanità: questo ha comportato un aumento dei costi delle compagnie di assicurazione per gli operatori e per le strutture sanitarie, oltre ad un incremento, per non dire un “abuso”, in molti casi, della cosiddetta medicina difensiva, con costi insostenibili per il nostro welfare, e azioni legali da parte di pazienti, supportati e spesso pilotati da un nugolo di avvocati in cerca di clienti, che nel 90% ed oltre dei casi finiscono con una assoluzione per i medici coinvolti. La medicina difensiva costa circa 13 milioni di euro all’anno, e i contenziosi pendenti sono 300.000. La nuova legge cerca proprio di risolvere queste problematiche.
responsabilità professionale
L’obiettivo è infatti trovare un equilibrio nel rapporto medico- paziente, che permetta ai medici di svolgere serenamente il loro lavoro, garantendo allo stesso tempo ai pazienti trasparenza e possibilità di essere risarciti in tempi brevi e certi per gli eventuali danni subiti.
Come ha commentato l’onorevole Federico Gelli, responsabile sanità del Pd oltre che relatore della legge, “quella di oggi è una data che resterà nella storia della sanità italiana. Finalmente, grazie all’aiuto, e al prezioso contributo, di tutti i colleghi di Camera e Senato, il Ddl sulla responsabilità professionale e la sicurezza delle cure, è legge. Si tratta di un provvedimento atteso ormai da ben oltre un decennio da parte degli operatori della sanità”.
La nuova legge cambia la responsabilità civile e penale per gli esercenti la professione sanitaria. Ad esempio, in caso di morte del paziente – e questa è una delle novità più rilevanti – il medico dovrà rispondere dei reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose solo in caso di colpa grave e di mancato rispetto delle buone pratiche clinico-assistenziali, oltre che delle raccomandazioni previste dalle linee guida.
Il provvedimento regolamenta comunque l’attività di gestione del rischio sanitario, prevedendo che tutte le strutture attivino un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio (risk management). Istituisce anche l’obbligo per le direzioni sanitarie delle strutture di fornire la documentazione sanitaria dei pazienti che ne faranno richiesta entro 7 giorni, e affida le linee guida non più solo alle Società scientifiche, ma anche ad enti e istituzioni ed associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie.
 
Qui potete leggere il testo approvato.

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