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Pro e contro della dieta vegana, i dati emersi da uno studio dell’University College di Londra

Pro e contro della dieta vegana, i dati emersi da uno studio dell'University College di Londra

Che in Italia la cultura vegana sia sempre più di tendenza è cosa nota ma che i vegani siano guardati con particolare riguardo da tutti i non-vegani è cosa assai più nota. Non pecca la nostra introduzione se supportata da quanto emerso da un recente studio scientifico redatto dalla Great Ormond Street Institute of Child Health dell’University College di Londra e tutto incentrato sul regime alimentare dei bambini tra i 5 e i 10 anni residenti in Polonia. Certamente si tratta di risultati che faranno discutere e che non troveranno tutti d’accordo.

Sulla base di quanto emerso da questo studio, elaborato su un campione di 187 bambini di cui 52 vegani, 63 vegetariani e 72 onnivori, la crescita dei bambini che seguono un’alimentazione vegana viene condizionata negativamente rispetto al gruppo di bambini che seguono una dieta che prevede anche il consumo della carne. Per chi non consuma carne, la durata media della dieta è andata dai cinque anni e tre mesi per i vegani, cinque anni e nove mesi per i vegetariani.

Lo studio, diffuso attraverso le pagine dell’American Journal of Clinical Nutrition, rivela inoltre che eliminando completamente carne e latticini dalla propria alimentazione, i bambini vegani dovrebbero integrare la dieta con vitamina B12 e vitamina D. Si tratta di integratori che potrebbero ridurre con il trascorrere del tempo conseguenze sulla salute legate al tipo di alimentazione adottato. Secondo lo stesso team di esperti, se da un lato i bambini vegani conservano una migliore salute cardiovascolare e una percentuale di grasso corporeo inferiore, dall’altro sono in media tre centimetri più bassi degli altri, presentano un’ossatura meno forte e possono risultare più inclini all’osteoporosi in età adulta.

Studio inglese a parte, oggi in Italia almeno una persona su dieci è vegana o vegetariana. A rivelarlo sono i dati del Rapporto Italia 2021 di Eurispes, pubblicato lo scorso 13 maggio. Secondo i risultati dell’indagine annuale vegetariani e vegani sono infatti l’8,2% della popolazione. Si tratta di un dato in leggero calo rispetto al 2020, quando erano l’8,9% del totale (la percentuale più alta mai registrata), ma ancora sopra la media del periodo che va dal 2014 ad oggi (7,5%). Per quanto riguarda i vegetariani, le persone che hanno dichiarato di esserlo sono il 5,8% della popolazione, mentre i vegani sono il 2,4%. A preferire un regime vegetariano sono soprattutto le donne rispetto agli uomini (6,9% contro il 4,7%). Tra i vegani, invece, la situazione è ribaltata: gli uomini sono il 2,7% contro il 2% delle donne.

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