L’ondata di caldo africano, che da giorni soffoca la nostra Penisola con temperature roventi, è pronta a raggiungere il suo picco. Tra il prossimo weekend e l’inizio della settimana seguente, un vasto anticiclone di natura ibrida rafforzerà la sua presenza sull’Europa centro-meridionale. Questa imponente struttura atmosferica fungerà da vero e proprio scudo, impedendo quasi del tutto la formazione di temporali e spingendo le temperature ben oltre i 35 gradi in molte regioni italiane. Un dominio quasi assoluto che segnerà anche gli ultimi giorni di giugno.
Per far fronte ai picchi estivi e per migliorare la salute delle persone Coldiretti indirizza un appello a chi si occupa di urbanizzazione puntando i riflettori sulle aree urbane che, nonostante il periodo estivo, si svuotano sempre meno a causa della crisi economica che non permette a moltissimi di programmare lunghi periodi di vacanza. L’associazione chiede infatti di potenziare e riqualificare la presenza di verde urbano nelle città, con parchi e giardini. Elemento questo che potrebbe garantire un generale abbassamento delle temperature medie di 1,5 gradi, con effetti benefici sulla salute delle persone e sulla vivibilità dei centri, oltre che sull’inquinamento.
La media di verde pro capite in Italia è di circa 32,8 metri quadrati per abitante, ma se ci si sofferma sulle grandi città la situazione è di gran lunga peggiore, dai 17 di Roma ai 26,8 di Firenze, dai 18,9 di Milano ai 22,4 di Bologna, fino ai 13,6 di Napoli e ai 12,1 di Palermo, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. È proprio nelle città con minore verde che la ridotta presenza di parchi e giardini impatta sulla temperatura media dell’intera area urbana. Gli alberi sono, infatti, dei grandi condizionatori naturali grazie all’ombreggiatura che creano e alla traspirazione e fotosintesi del fogliame.
Il verde urbano diventa così un alleato fondamentale per la salute e la qualità della vita nelle città, anche dal punto di vista della lotta all’inquinamento. Secondo un’analisi della Coldiretti, “una pianta adulta può assorbire tra i 100 e i 250 grammi di polveri sottili presenti nell’aria, mentre un ettaro di vegetazione riesce a sottrarre fino a 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno. Tra le specie autoctone più efficaci contro l’inquinamento atmosferico figurano alberi come la farnia, il leccio, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore e il pioppo, oltre ad arbusti come la rosa canina, l’alloro, il ligustro, il corniolo e il biancospino”.
Ma “puntare sui piani di forestazione urbana – fa sapere Coldiretti – potrebbe avere un effetto positivo anche dal punto di vista economico”: sulla base di uno studio del Cnr, a fronte di un euro investito nel verde, ne possono rientrare in benefici ecosistemici da 1,3 a 3,07 euro.