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Virus Chikungunya, attenzione a non farsi prendere dal panico

Sul virus Chikungunya, gli esperti rassicurano “è benigno e guarisce spontaneamente”.

In questo periodo, dopo il decesso della bambina di 4 anni a causa della malaria, l’attenzione dell’opinione pubblica è alta anche per le recenti notizie di cronaca riguardanti una serie di contagi trasmessi sempre attraverso le punture di zanzare. E’ il caso del virus Chikungunya, malattia virale trasmessa con la puntura di zanzara ma del genere Aedes, meglio conosciuta come zanzara “tigre” (Aedes albopictus).
Come spiegato nel precedente articolo pubblicato da Mutua Mba, i vettori in grado tramettere la malaria sono, nella maggioranza dei casi, la zanzara del genere Anopheles, o per scambio di siringa volontario tra tossicodipendenti o per trasfusione o trapianto d’organo in ospedale. Cinque specie di plasmodi (sulle oltre cento note) sono in grado di causare la malaria nell’uomo.
Qual è la situazione in Italia?
Secondo i dati forniti dal ministero della Salute nel periodo 2011-2015, si sono verificati  3.633 casi di malaria, quasi tutti d’importazione. Le infezioni contratte in Italia (autoctone) sono state infatti solo sette: una sospetta da bagaglio (P. falciparum), una sospetta introdotta (P. vivax), cioè trasmessa da zanzare indigene; tre definite come criptiche (1 da P. falciparum e 2 da P. malariae) poiché non è stato possibile identificare con certezza la fonte d’infezione o ipotizzarne ragionevolmente una; due indotte ( una da P. falciparum e una da P. malariae), cioè accidentalmente acquisite attraverso contaminazioni in ospedale. Dei 6377 casi di malaria riportati in Italia nel periodo 2000-2008, solo nove sono stati classificati come autoctoni: uno da trasfusione, uno da trapianto, quattro da ‘trasmissione ospedaliera’ e tre da valigia. Se ne deduce che la trasmissione ospedaliera è eccezionale ed infrequente, ma può verificarsi e che in alcuni casi è stato impossibile ricostruire le modalità con cui ciò è potuto accadere o identificare comportamenti negligenti o errori da parte del personale.
Il 20% dei casi registrati tra il 2011 e il 2015 si sono verificati in cittadini italiani, di cui il 41% in viaggio per lavoro, il 22% per turismo, il 21 % per volontariato o per missione religiosa. Il restante 80% è stato diagnosticato in stranieri, l’81% dei quali immigrati regolarmente residenti in Italia e tornati nel paese di origine in visita a parenti ed amici, il 13% tra immigrati al primo ingresso. La specie di plasmodio predominante è risultata P. falciparum, con l’82% dei casi.

E’ recente la notizia di segnalazione di febbre da Chikungunya – in lingua Makonde “contorcersi”, a testimonianza dei dolori in ossa e muscoli causati dalla malattia – malattia virale con casi e focolai presenti sul litorale romano. Questa volta la zanzara “incriminata” è quella “tigre” (Aedes albopictus) e il contagio avviene attraverso la puntura di zanzare infette.
Al momento, sono 64 i casi accertati dal SERESMI (Servizio Regionale di Sorveglianza Malattie Infettive) di Chikungunya nel Lazio. Di questi 54 sono i casi che hanno residenza ad Anzio o che hanno soggiornato nei 15 giorni precedenti ad Anzio, 7 casi sono a Roma e 3 casi sono a Latina.
I medici della società scientifica che si occupa di malattie infettive e tropicali hanno precisato in una nota molto dettagliata di non fidarsi di notizie errate che potrebbero generare solo falsi allarmismi. I reparti di malattie infettive degli ospedali restano il primo riferimento per una tempestiva diagnosi dei casi e la loro corretta assistenza.
In passato, nello specifico nel 2015, la Simit, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, aveva consegnato alle autorità sanitarie del nostro Paese un libro bianco in cui si raccomandava un potenziamento dei programmi di controllo dei “vettori” delle malattie tropicali e lo sviluppo di programmi di sorveglianza epidemiologica per l’identificazione tempestiva dei casi di importazione e dei focolai autoctoni. In Italia, 10 anni fa, si è verificata un’epidemia importante che ha visto coinvolte 205 persone residenti a Castiglione di Cervia e Castiglione di Ravenna. Da allora non si sono più verificati casi autoctoni.
“La malattia è generalmente benigna e guarisce spontaneamente – hanno affermato gli esperti Simit – È però caratterizzata da una febbre che nei primi giorni può essere molto alta e da dolori articolari anche intensi che possono permanere per settimane”.
Quali sono i sintomi?
I sintomi, che comprendono anche cefalea, nausea, astenia e rash cutaneo, sono presenti in oltre il 75% delle persone infettate e esordiscono con la febbre 3-7 giorni dopo la puntura della zanzara. Il virus è presente in circolo per circa 5 giorni dopo l’inizio dei sintomi e in questo periodo può essere assunto da una zanzara di una specie suscettibile che punga il malato, e da questa trasferito alla persona punta successivamente.
Al momento non ci sono terapie particolari, nè farmaci specifici, e solitamente la malattia si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni, anche se i dolori articolari possono durare anche molto più a lungo. La prevenzione migliore, se ci si reca nelle zone a rischio, è cercare di evitare le punture di zanzara indossando abiti di colori chiari e che coprano la maggior parte del corpo, e utilizzando i repellenti.
Inoltre, il Centro nazionale del Sangue-Istituto superiore di Sanità e la Regione Lazio hanno imposto lo stop alle donazioni da parte di tutti i residenti della Asl Roma 2, che copre il sud est della capitale e dove vivono circa 1,2 milioni di persone. Non solo: non potranno donare il sangue, in nessuna zona d’Italia, i cittadini che sono stati a Roma, anche per alcune ore, dal 25 agosto in poi. Per loro il divieto varrà per 28 giorni. Non esiste infatti un test che permetta di riconoscere la presenza della malattia nel sangue, quindi è troppo rischioso far donare persone che potrebbero essere infette.
Sono state adottate misure di disinfestazioni in tutti i comuni coinvolti. “Bisogna disinfestare con forza e con convinzione e anche la tempestività in questi casi, laddove si manifesta il primo caso di contagio”. Le parole del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
 

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