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Vaccini anti-Covid e varianti inglese, sudafricana e brasiliana

Vaccini anti-Covid e varianti inglese, sudafricana e brasiliana

Vaccini anti-Covid e varianti inglese, sudafricana e brasiliana

Non tutte le varianti, persino l’ultima diagnosticata a Napoli, possono essere annientate dal vaccino di Pfizer-Biontech. Stando infatti a uno studio elaborato dall’Università del Texas di Galveston e resi pubblici sulle pagine del New England Journal of Medicine dell’omonimo istituto, questo vaccino potrebbe non essere efficace contro le varianti sudafricana e brasiliana del SarsCov2. Sulla base di 20 campioni di sangue ottenuti da 15 persone che avevano partecipato alla sperimentazione del vaccino, è emerso che l’azione degli anticorpi neutralizzanti del virus è più debole di circa i due terzi.

Come riferisce alle agenzie di informazione il virologo dell’Università Bicocca di Milano dottor Francesco Broccolo, il vaccino anti-Covid dispone di due armi: una è quella degli anticorpi neutralizzanti, e l’altra è quella della risposta immunitaria dei linfociti T, che in questo studio non viene misurata. Al momento quindi possiamo solo dire che delle due armi del vaccino, una è spuntata. Saranno solo i dati clinici, con esame sistematico della persona, a stabilire se e quanto cala la protezione assicurata dal vaccino. Al momento infatti non sono state precisate le soglie e i livelli di anticorpi neutralizzanti sufficienti a garantire una protezione efficace.

Ad oggi sono tre le varianti Covid che spaventano l’Europa e il mondo: inglese, sudafricana e brasiliana.   Negli ultimi tempi, a distanza di quasi un anno dall’avvio dell’emergenza sanitaria, si è affermata la variante inglese B.1.1.7, in un primo momento entro i confini della Gran Bretagna, poi negli altri paesi europei. Questa forma ha una maggiore capacità di diffondersi, l’indice di contagiosità è incrementato tra il 30% e il 50% tanto che la variante si è progressivamente sostituita al virus circolante originario arrivato da Wuhan, in Cina. La variante sudafricana N501Y e quella brasiliana P1 sono così denominate perché nascono inizialmente in Sudafrica e in Brasile, ma non hanno tardato ad arrivare anche in Italia, provocando una sindrome Covid-19 più difficile da trattare, e i vaccini sembrano leggermente meno efficaci, ma sufficientemente validi per limitare i danni nei soggetti che si sono vaccinati. Circolano inoltre diverse altre varianti minori, meno diffuse, almeno sette tipi diversi sono stati isolati negli Stati Uniti.

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