SEI OSSESSIONATO DALL’IGIENE? OCCHIO A NON ESAGERARE PERCHÈ GLI AMBIENTI TROPPO PULITI E DISINFETTATI NON FANNO BENE ALLA SALUTE

troppa igiene

Ava, come lava! È rimasto nella storia lo spot pubblicitario di Miralanza, azienda leader di detersivi, su Carosello alla fine degli anni ’60 con protagonista Calimero, il pulcino piccolo e nero che diventava bianco dopo il lavaggio con il famoso detersivo. Il pulito, quello esagerato, come disinfettare indumenti e ambienti della casa in maniera ossessiva, non è sinonimo di buona salute per diversi motivi, anche psicologici. Innanzitutto, entrare in contatto con germi e batteri permette al sistema immunitario, soprattutto per i bambini, di svilupparsi e fare così da barriera alle allergie e malattie autoimmuni che negli ultimi anni sono aumentate. Per quanto riguarda le allergie, infatti, il dover necessariamente disinfettare gli ambienti e i vestiti, comporta l’utilizzo di detersivi e sostanze chimiche che possono anche dare origine a diverse reazioni allergiche.
HefflerQuali sono? Mutua Basis Assistance, Società di Mutuo soccorso, che fa della prevenzione il pilastro fondamentale della sua attività mutualistica, in quanto promuove la salute potenziando i determinanti positivi e riducendo quelli negativi, individuando precocemente fattori di rischio e rimuovendoli, ha contattato il Dottor Enrico Heffler il quale ha spiegato che “Le sostanze chimiche, comprese alcune contenute nei detersivi, possono dare sia reazioni irritative che allergiche; le prime solitamente sono caratterizzate da sintomi “sfumati” quali il prurito diffuso, ma senza lesioni cutanee associate; le seconde classicamente si caratterizzano per la comparsa di dermatite o eczema (ovvero pelle arrossata, facilmente irritabile, molto pruriginosa e con la tendenza a seccare e desquamare).
Tra le sostanze contenute nei detersivi quelle che più frequentemente possono indurre dermatiti/eczemi di natura allergica sono i derivati del cromo come il potassio bicromato, il nickel solfato oppure una serie di profumi e fragranze quali ad esempio le aldeidi cinnamiche, l’eugenolo, il gelsomino o il mughetto”.
 
Cosa fare in caso di sospetta dermatite allergica da contatto?
“In questo caso parliamo di dermatite allergica da contatto con i detersivi ed è importante rivolgersi ad un allergologo che, dopo aver raccolto un’attenta anamnesi (storia clinica) e aver visitato il/la paziente, potrà procedere a effettuare il Patch Test, ovvero all’applicazione sulla cute della schiena di una serie di cerotti al cui interno sono contenute, separate l’una dall’altra, le sostanze da testare; il cerotto verrà tenuto sulla cute per 48-72 ore per poi essere rimosso e “letto” sempre dall’allergologo. La presenza di particolari lesioni cutanee nella sede di applicazione del cerotto sono indicative di un’allergia mentre altre di reazioni irritative.
La cura delle dermatiti allergiche da contatto è l’allontanamento dalla sostanza che da l’allergia. Pertanto, una volta compreso quale sia l’agente causale della dermatite allergica da contatto, il paziente dovrà evitare di venirne a contatto, in particolare scegliendo prodotti (e vale anche per i detersivi) che siano certificati come “ipoallergenici”.
 
È  vero che negli ultimi 20 anni c’è stato un aumento di allergie, soprattutto per i bambini, proprio per l’eccessiva igiene?
“È sicuramente vero che le prevalenza delle patologie allergiche è nettamente aumentata nelle ultime decadi ed è ancora in costante incremento. Si stima che nell’arco di 5-10 anni circa la metà dei bambini europei sarà affetto da una malattia allergica. Ciò significa che la prevalenza delle malattie allergiche tenderà ad aumentare anche negli adulti.
Le cause di questo incremento nelle società industrializzate come la nostra, sono sicuramente molteplici e non individuabili in un’unica causa. Tuttavia, è ormai consolidata da diverse evidenze scientifiche la cosiddetta “ipotesi igienica” dell’aumento della prevalenza delle allergie; in sostanza, l’esposizione a diversi micro-organismi (patogeni e non) nella primissima infanzia sembrerebbe favorire la crescita del bambino con minore probabilità di sviluppare allergie, mentre l’assenza di questo stimolo immunologico sembrerebbe favorire lo sviluppo di malattie allergiche. Pertanto, essendo negli ultimi decenni nettamente migliorate le condizioni igieniche nelle quali i bambini sono cresciuti, è possibile che questo abbia contribuito significativamente all’aumento della frequenza delle allergie al quale stiamo ancora assistendo”.
 
Ci sono dei batteri definiti “buoni” come i probiotici che aiutano il miglior funzionamento del nostro intestino e che permettono all’ organismo di difendersi dall’insorgere di allergie? 
“Sì, il nostro apparato digerente, in particolare l’intestino, è colonizzato da centinaia di specie differenti di batteri che compongono la cosiddetta “flora batterica intestinale”, oggi più frequentemente chiamata “microbiota intestinale”. Questi batteri sono utili al corretto funzionamento sia dell’intestino che dell’intero organismo. Eventuali squilibri del microbiota intestinale (con, ad esempio, la prevalenza di alcuni batteri patogeni rispetto a quelli normalmente presenti nella flora intestinale) possono portare a sviluppare vere e proprie malattie intestinali e favorire errate risposte del sistema immunitario, spesso nel senso di uno sviluppo di allergie.
L’assunzione dei cosiddetti “probiotici” (ovvero ceppi batterici selezionati e a una concentrazione sufficiente per essere attivi a livello gastrointestinale) per un adeguato periodo di tempo (si stima che ci vadano almeno 4 mesi di terapia per ottenere una colonizzazione intestinale sufficiente da parte dei probiotici) sembrerebbe essere in grado di agire come immunomodulante, ovvero ristabilendo il normale equilibrio tra risposta infiammatoria e risposta tollerogena da parte del sistema immunutario; tutto ciò sembrerebbe avere effetti benefici su molte patologie di natura allergica”.
 
Sembra che le più ossessionate dalle pulizie siano le neo mamme che si cimentano a sterilizzare ciucci e giocattoli per evitare che i piccoli possano entrare in contatto con i germi e batteri, ma secondo gli esperti, l’eccessiva igiene non ha senso perché gli ambienti in cui viviamo non sono sterili.
“È inutile sottoporsi a stress inutili soprattutto dopo il parto – ha spiegato il Dottor Stefano Romero, pediatra presso l’ospedale Fatebenefratelli Villa San Pietro – per non correre rischi è sufficiente seguire dei piccoli accorgimenti, come ad esempio far bollire succhiotti e poppatoi una volta la settimana in acqua bollente. E’ importante una corretta e normale igiene senza esagerazioni, lavarsi le mani qualche volta in più, ma senza utilizzare detergenti e salviette disinfettanti. Il bagnetto al neonato (0-28 giorni), utilizzando saponi delicati che non alterino lo strato corneo e il ph naturale, va fatto 1 volta ogni 3 giorni. Nelle giornate particolarmente calde, invece, è consigliabile qualche volta in più, ma in quei casi dovrebbe essere più un bagnetto rinfrescante.”
 
In sostanza, non lasciatevi trasportare da fobie inutili che sono dannose per la nostra salute, perché sono faticose e creano addirittura dipendenza, e per quella dei nostri figli, che possono avere delle difficoltà nell’instaurare un rapporto sano con il mondo esterno a causa dei divieti imposti. Il bambino, secondo gli esperti, infatti sarà sempre più impaurito e meno desideroso di esplorare e conoscere.
Via libera quindi a un’igiene equilibrata e senza ossessioni grazie a delle regole che evitano di venire in contatto con infezioni causate da germi trasmessi da altre persone o da superfici. E’ così essenziale lavarsi bene le mani, oltre le volte in cui sono sporche, anche prima dei pasti, prima e dopo la preparazione delle pietanze, dopo l’uso del bagno e dopo aver pulito ambienti, come appunto bagno e cucina, in cui possono essere presenti residui di liquidi corporei e dopo essersi presi cura di animali.

Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in scienze politiche. Dal 2001 iscritta all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti. Ha collaborato con testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il master in “ Gestione e marketing di imprese in Tv digitale”, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione sulla sanità integrativa.

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