Il ministro Lorenzin, in un intervento a Coffee Break, ha parlato di ticket e liste di attesa.
“La prossima settimana riconvocherò le istituzioni regionali per rivedere i ticket”. Lo ha annunciato nel corso della trasmissione di La7 “Coffee Break” il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ribadendo la volontà di lavorare per l’abolizione del ticket e specificando che questi incidono per 3 miliardi di euro sui 113 del Fondo Sanitario Nazionale. La proposta del ministro consiste nell’abolizione completa dei ticket: “in questo momento – ha argomentato – potremmo ragionare su due opzioni: la prima è quella prevista dal Patto della Salute, e per questo la prossima settimana riconvocherò gli assessori delle Regioni per rivedere i ticket. Per esempio potremmo sgravare le famiglie con figli numerose o quelle persone che passano da avere un lavoro a non averlo andando incontro alle nuove sacche di povertà. E questo sarebbe un aggiustamento dei ticket”.
Per spending review, ha tuttavia precisato Beatrice Lorenzin, non si deve intendere semplicemente tagliare, ma risparmiare per reinvestire. Questa interpretazione nasce a partire dal Patto della Salute, l’accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale: tutte le risorse che sono risparmiate nel Ssn sono reinvestite. “Gli 800 milioni dei Lea sono stati ancorati nel 2015 all’introito del gettito dato dalle Centrali uniche di acquisto, così come quest’anno stiamo avendo i primi dati dei risparmi derivati da una maggiore accortezza fatta sull’utilizzo degli esami, che vengono poi reimmessi nelle risorse delle Regioni a favore della sanità”, ha detto. “Questi tre miliardi – ha continuato la Lorenzin – che arrivano dai ticket potrebbero essere vincolati ad essere spesi per le fasce più deboli della società, come anziani e donne. Abbiamo un pezzo di anziani soli che anche se hanno diritto di accesso ai farmaci non sono in grado di mettere in campo i meccanismi di richiesta”.
Il ministro ha risposto anche riguardo il “problema delle liste di attesa a macchia di leopardo e con grandissima lentezza. Credo – ha sostenuto – che il modello migliore sia quello emiliano, dove sono state messe in campo una serie di misure in questi tre anni, che hanno di fatto eliminato le liste di attesa. Adesso stanno lavorando non solo sulla parte dei laboratori, ma anche su quella degli interventi chirurgici. Sono molto avanti”. Ma quanto tempo ci vorrà affinché le altre Regioni si uniformino all’Emilia? “Se avessimo fatto riforma del Titolo V, un anno e mezzo o due- risponde Lorenzin – Dipende molto anche dalle singole Regioni”. Infine per quanto riguarda la corruzione nella gestione della sanità, Lorenzin ha evidenziato che fino a quando la “sanità non sarà controllata e misurata nella scelta delle persone, dei direttori generali, amministrativi, dei direttori sanitari in modo trasparente e con obiettivi chiari e in modo meritocratico purtroppo queste cose succedono, la corruzione fa parte delle patologie umane, ma deve essere una patologia e non la normalità”.