Malaria, in Italia muore una bimba di 4 anni. Come si trasmette e quali sono i sintomi?

Una bambina di 4 anni è morta a Brescia di malaria cerebrale, la forma più grave della malattia. Ma come si trasmette la malaria e quali sono i sintomi?

Una bambina di 4 anni è morta domenica notte di malaria cerebrale, la forma più grave della malattia, agli ospedali Civili di Brescia, dov’era ricoverata dopo essere arrivata in condizioni disperate da Trento. La causa dell’infezione potrebbe essere ricercata nella puntura di una zanzara.
“La bambina purtroppo è arrivata da noi in fase terminale, sabato 2 settembre intorno alle 17. Le sue condizioni neurologiche erano gravemente compromesse e la piccola era in coma. Abbiamo solo potuto proseguire e potenziare la terapia antimalarica già avviata a Trento, ma da un punto di vista neurologico non c’è stato nulla da fare e la paziente è deceduta ieri intorno alle 12 a causa del danno cerebrale”. Le parole di  Ezio Belleri, Direttore Generale degli Ospedali Civili di Brescia.
Stando a indiscrezioni diffuse sul web, la piccola è morta dopo aver contratto la malattia senza aver mai visitato posti a rischio.  La famiglia si è recata a inizio agosto in vacanza a Bibione, sulla costa adriatica veneta. Subito dopo Ferragosto la bambina è stata portata in Pediatria all’ospedale di Trento, dove in quei giorni erano ricoverati anche due minori che avevano contratto la malaria in Africa.
In Italia non sono presenti specie di zanzare che possono trasmettere la malattia ma, nei casi di origine non definibile, le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità consigliano di effettuare ugualmente una disinfestazione del reparto come misura di ulteriore profilassi. A tal proposito, Paolo Bordon, Direttore Generale dell’Azienda sanitaria provinciale, ha reso noto che “è in corso la disinfestazione dell’ospedale e sono state poste trappole apposite per capire se la temuta zanzara anofele, che in Italia non c’è, possa per qualche motivo essere in realtà presente. In maniera casuale, trasportata magari nelle valigie di qualche paziente che ha soggiornato all’estero”.
In merito alla vicenda, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha chiesto una relazione all’assessorato alla Salute della Provincia Autonoma di Trento e ha inviato un gruppo di esperti per accertare le modalità del contagio, considerato che la bambina non risulterebbe aver effettuato viaggi all’estero in Paesi a rischio.
La malattia è diffusa prevalentemente nell’Africa Sub-sahariana, in Asia, in America centrale e del Sud. Com’è possibile che la bambina abbia contratto la malattia pur non essendo stata nei luoghi considerati a rischio?
Il contagio può avvenire o recandosi nei luoghi dove la malaria è endemica, o attraverso un vettore o direttamente con scambio di sangue. Secondo la nota dell’azienda ospedaliera, “la prima e l’ultima ipotesi devono essere escluse, dato che la piccola paziente non si era mai recata in viaggi del genere e che è stata sempre trattata con materiale monouso in ospedale. Resta in piedi l’ipotesi vettore”. Quello della bambina di Brescia risulta essere un caso eccezionale e come ha spiegato Giampiero Carosi, infettivologo dell’università di Brescia, “richiederà un’attenta indagine epidemiologica. In 30 anni a mia memoria abbiamo avuto 3-4 casi di malaria autoctona, alcuni con ‘zanzare d’importazione'”. Per quanto riguarda il caso della piccola, secondo l’infettivologo “è possibile che una zanzara abbia punto qualcuno infetto, magari di rientro da un viaggio in Africa, perché questo sembra un caso da falciparum, plasmodio prevalente nel continente africano, e poi l’insetto abbia trasmesso il microrganismo alla piccola”.
Qualcosa di simile è accaduto una trentina di anni fa nel Grossetano: una zanzara aveva punto un portatore di falciparum e poi una persona. “Ci sono stati anche – ha ricordato l’esperto – 2 casi di malaria aeroportuale: questa volta a viaggiare sono state le zanzare che, atterrate a Fiumicino, sono uscite dall’aereo e hanno punto delle persone. Ricordo anche un altro caso di malaria in cui le zanzare erano arrivate dall’Africa in un souvenir, una maschera africana”. Insomma, zanzare d’importazione.

“Casi del tutto eccezionali – ha ribadito Carosi – Quello della bimba, anche per il periodo dell’anno in cui siamo, mi fa pensare a qualcuno rientrato da un viaggio nelle zone colpite, che abbia portato il plasmodio nel sangue e sia poi stato punto da una anofele, che in seguito ha punto la bambina”.
Ma in Italia circola la zanzara anofele? “In Italia ci sono questi insetti – ha detto  – Sono stati rilevati in Appennino, nel Delta del Po. Le zanzare che circolano in Italia, però, non sono molto adatte a trasmettere il falciparum. Anche se, in teoria, potrebbero farlo. Occorrerà un’attenta analisi epidemiologica per chiarire questa vicenda”. Sulla questione è intervenuto Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale ha ricordato che “i rarissimi casi di malaria registrati negli ultimi anni nel nostro Paese erano da Plasmodium vivax, per cui invece abbiamo un vettore competente. Sappiamo inoltre che la bimba non è stata all’estero. Non sembra ci siano state trasfusioni o scambi di sangue. Non c’è evidenza ancora sulla modalità di trasmissione: occorreranno analisi epidemiologiche ed entomologiche accurate per fare luce su questo caso drammatico e insidiosissimo. Ma quello che possiamo dire è che non c’è un rischio di comunità: il pericolo di ulteriori casi è estremamente basso se non nullo”.
Che cos’è la malaria? Come si trasmette e qual è il periodo di contagiosità?
Sul sito del ministero della Salute si legge che la malaria è una malattia infettiva causata da un protozoo, un microrganismo parassita del genere Plasmodium, che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles. In Italia è scomparsa a partire dagli anni 50. I casi che ancora si verificano nel nostro Paese riguardano turisti che rientrano da paesi a rischio.
I parassiti malarici vengono trasmessi all’uomo attraverso la puntura di zanzare Anopheles femmine, che si nutrono di sangue per portare a maturazione le uova. Le zanzare pungono abitualmente nelle ore di oscurità, dal tramonto all’alba. La trasmissione della malaria può avvenire anche in seguito alla trasfusione di sangue o di globuli rossi provenienti da soggetti malarici e contenenti plasmodi nella fase infettante. In Italia esistono norme di legge che escludono dalla donazione persone che abbiano soggiornato in zone malariche e/o che abbiano effettuato chemioprofilassi antimalarica.
Il periodo di incubazione della malaria, ovvero il tempo trascorso tra la puntura infettante e la comparsa dei sintomi clinici, è, spiega il ministero della Salute, di circa 7-14 giorni per l’infezione da P. falciparum; 8-14 giorni per P. vivax e P. ovale 7-30 giorni per P. malariae. Per alcuni ceppi di P. vivax l’incubazione si può protrarre per 8-10 mesi; tale periodo può essere ancora più lungo per P. ovale. Nel caso di infezione malarica da trasfusione, il periodo di incubazione può dipendere dal numero di parassiti trasfusi ed è usualmente breve, ma può protrarsi fino a due mesi.
La malaria non si trasmette per contagio interumano diretto, ma soltanto attraverso il tramite delle zanzare. Le persone colpite da malaria non curate possono essere infettanti per le zanzare che li pungono per 1 anno in caso di malaria da P. falciparum; per 1-2 anni nel caso di malaria da P. vivax; per più di 3 anni nel caso di infezione da P. malariae. Le zanzare rimangono infettanti per tutta la vita.
Quali sono i sintomi?
La malattia si presenta nella maggior parte dei casi con febbre accompagnata da altri sintomi quali brividi, mal di testa, mal di schiena, sudorazione profusa, dolori muscolari, nausea, vomito, diarrea, tosse. I primi sintomi possono essere lievi e difficili da attribuire alla malaria. I bambini affetti da malaria grave sviluppano spesso anemia grave, sofferenza respiratoria in relazione ad acidosi metabolica, malaria celebrale.
La malaria può essere una malattia mortale soprattutto quando causata dal Plasmodium falciparum. Il trattamento va quindi iniziato il prima possibile. Malgrado la scelta dei farmaci attivi contro i parassiti della malaria, si legge sul sito, sia piuttosto ampia, è bene tener presente la resistenza, che spesso ostacola l’efficacia del farmaco.
 

Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in scienze politiche. Dal 2001 iscritta all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti. Ha collaborato con testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il master in “ Gestione e marketing di imprese in Tv digitale”, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione sulla sanità integrativa.

Comments are closed.