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Psoriasi: effetti fisici e psicologici

PSORIASI

PSORIASI: UNA MALATTIA DELLA PELLE CON EFFETTI FISICI E PSICOLOGICI

LA PSORIASI: UNA MALATTIA DELLA PELLE CON EFFETTI FISICI E PSICOLOGICI
 
Lo scorso 29 ottobre si è celebrata la XI° Giornata Mondiale della Psoriasi, una malattia della pelle a carattere cronico e recidivante, non infettiva né contagiosa, ma con conseguenze sulla qualità della vita di chi ne è affetto perché le lesioni causate dalla patologia sono visibili sul corpo del malato.
Gli effetti sul paziente, sia dal punto di vista fisico che psicologico, infatti, hanno un forte impatto sulla vita di relazione: in particolare, per le donne l’ansia, la rabbia, l’imbarazzo, la depressione e la perdita dell’autostima possono interferire con la vita lavorativa, sociale e personale. Molti dei pazienti ammettono di aver cambiato modo di vestire a causa della malattia, altri di provare vergogna a parlare con le persone o a stringere loro la mano, altri ancora ad avere problemi nelle relazioni sessuali.
PsoriasiUn problema aggiuntivo è rappresentato dal pregiudizio e dalla diffidenza, molto diffusi nella popolazione, correlati al sospetto di una possibile contagiosità delle malattie cutanee. Per combattere la malattia e la solitudine del paziente è importante, però, sensibilizzare l’opinione pubblica che ancora oggi ritiene la malattia contagiosa e teme di avvicinare chi ne è affetto.
La psoriasi è tra le malattie più diffuse e colpisce oltre 125 milioni di persone, ovvero il 2 – 3% della popolazione mondiale. In Italia, i malati sono oltre 1 milione e 600 mila e di questi circa un terzo soffre di psoriasi moderata. Se l’80% dei malati presenta generalmente la forma più comune della patologia, ovvero la psoriasi a placche, il  20% è invece colpito da una forma di psoriasi grave ed estesa a livello cutaneo o con coinvolgimento delle articolazioni.
Mutua Basis Assistance per saperne di più ha contattato la dottoressa Patrizia Teofoli, Dirigente I livello Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IRCCS-Roma.
 
Dottoressa Teofoli, come si presenta la psoriasi? Quali sono le cause? 
“La psoriasi si presenta con chiazze eritematose, cioè arrossate, a limiti netti, generalmente ovulari o grossolanamente rotondeggianti, ricoperte da squame biancastre che possono formare un accumulo bianco-argenteo. Le chiazze eritematodesquamative si localizzano tipicamente ai gomiti, alle ginocchia, al cuoio capelluto, ma possono manifestarsi su tutto l’ambito cutaneo con interessamento anche dell’area perianogenitale. Non raro è il coinvolgimento ungueale, talvolta come principale manifestazione della dermatosi infiammatoria.
Esistono diverse manifestazioni cliniche cutanee, quali le forme localizzate quasi esclusivamente alle pieghe (inguinali, ascellari, sottomammarie, piega glutea) con meno tendenza alla desquamazione, ma con notevole disagio per il paziente. Il prurito, spesso presente, può rappresentare un sintomo notevolmente stressante che interferisce con il sonno o le attività quotidiane.
Fino a un terzo dei casi può associarsi a manifestazioni articolari (artrite psoriasica), talora esordio della malattia (in circa un 15% dei casi), con diverse manifestazioni cliniche a seconda che coinvolga la colonna vertebrale o le articolazioni periferiche, e che si caratterizza con entesite e artrite fino a un danno articolare che può evolvere in deformazione e anchilosi articolare, associato a dolore e impotenza funzionale”.
 
Quali sono le cause? 
“La psoriasi è una malattia infiammatoria in cui il sistema immunitario, sia innato che adattativo (linfociti T), gioca un ruolo essenziale su uno sfondo genetico predisponente.
La disregolazione immunitaria, che vede un network di complessi patomeccanismi, induce la sintesi e rilascio di citochine proinfiammatorie (TNFalfa, IL-17) che determinano iperproliferazione delle cellule dell’epidermide, infiammazione e danno tessutale.
Queste citochine, e non solo, rappresentano il target delle nuove terapie biologiche che hanno dato una svolta alla terapia di questa dermatosi “autoinfiammatoria”.
 
Sono più colpiti gli uomini o le donne? può manifestarsi anche in età pediatrica?
“Gli uomini sono colpiti in egual modo rispetto alle donne, in quanto ad età di incidenza, esistono due picchi: una età di esordio giovanile intorno ai 20-30 anni e un picco più tardivo intorno ai 50-60 anni di età, ma si manifesta anche in età pediatrica e anche durante l’adolescenza in forma più o meno lieve-moderata. In circa il 70% dei casi si manifesta prima dei 40 anni”.
 
È una malattia ereditaria?
“La psoriasi presenta una forte predisposizione genetica di tipo poligenico, con interessamento di diversi loci genetici (geni presenti su diversi cromosomi tra cui il più importante sarebbe il cromosoma 6) che regolano diverse funzioni cellulari.
Il rischio di manifestare la psoriasi, in un soggetto che abbia entrambi i genitori affetti da psoriasi, è circa il 40% mentre scende al 14% se solo un genitore è affetto da psoriasi. L’aplotipo HLA (in particolare l’aplotipo HLA-Cw6) sembra influenzare l’età di insorgenza e, non ultimo, la risposta alle terapia biologica stessa per cui la caratterizzazione genetica diventerà sempre più importante nella individualizzazione delle terapie sistemiche. Esiste comunque un subset di pazienti con esordio della psoriasi più tardivo, senza familiarità.
Alla predisposizione genetica si devono associare dei fattori scatenanti ambientali, quali infezioni, alcuni farmaci, stress psicologico, fattori ormonali, consumo di alcool e abitudine al fumo che sono importanti nel causare la manifestazione della dermatite”.
 
Come avviene la diagnosi? Esiste un test in grado di confermare la psoriasi? 
“La diagnosi della psoriasi è essenzialmente clinica o può avvalersi dell’esame istologico eseguito su un frammento cutaneo, mentre per l’artrite sono utili esami strumentali quali l’ecografia articolare o la radiografia articolare, più raramente la risonanza. Non esiste un test sierologico specifico”.
 
La lesione cutanea provocata dalla psoriasi può essere considerata la “spia” di altri problemi clinici meno evidenti, come l’ipercolesterolemia, l’obesità, l’ipertensione arteriosa, la depressione, il diabete o la malattia di Crohn? 
“La psoriasi è una malattia infiammatoria sistemica e il paziente presenta delle comorbidità per condivisione di alcuni meccanismi patogenetici quali, fattori di rischio per malattie cardiovascolari (dislipidemia, ipertensione arteriosa, infarto del miocardio e scompenso cardiaco) e malattie dismetaboliche (obesità, insulinoresistenza, diabete mellito) e altre malattie infiammatorie come le malattie infiammatorie intestinali (Chron). Curare l’infiammazione sistemica presente nella psoriasi vuol dire ridurre i fattori di rischio per lo sviluppo di queste patologie che hanno meccanismi comuni”.
 
E’ una malattia con effetti anche psicologici, ha un aneddoto da raccontare? 
“Lo stress psicologico è un fattore scatenante importantissimo, ricordo sempre il tabaccaio che ha manifestato una psoriasi cutanea severa dopo aver subito una rapina e, recentemente, frequenti i casi di esordio di malattia dopo aver perso il lavoro”.
 
Dopo la consulenza da parte del dermatologo, quali sono le cure e in che modo agiscono?
“Nella psoriasi è molto utile eseguire una terapia rotazionale, alternando diverse terapie topiche e sistemiche. Nelle forme più lievi, può essere sufficiente una terapia topica con steroidi ad azione antinfiammatoria e immunosoppressiva o con agenti riducenti e cheratolitici come catrame, acido salicilico, urea o derivati della vitamina D (calcipotriolo) spesso associati o a elioterapia (esposizione solare) o fototerapia (UVB a banda stretta), che consiste in un ciclo di 20-30 sedute, spesso con remissione anche lunga della patologia.
La terapia sistemica convenzionale ha ancora un suo perché (ciclosporina A, methotrexate o acitretinoina), perché, in molti casi, induce un buon controllo dei sintomi o perché in breve tempo induce una remissione delle manifestazioni cutanee.
La terapia biologica, ovvero anti TNF-alfa, anti Il12-23 e, a breve, anti IL17 e anti fosfodiesterasi 4, si compone di farmaci intelligenti in grado di colpire selettivamente il bersaglio e modificare l’andamento della malattia soprattutto nell’artrite e nella prevenzione e trattamento delle comorbidità, purtroppo ancora gravati da alti costi, per cui usati selettivamente”.
 
Quali sono i suoi consigli? 
“Consiglierei al paziente di non lasciarsi andare, di rivolgersi al dermatologo o a un centro che abbia un Ambulatorio psoriasi per essere monitorato e per la valutazione di possibili comorbidità, per non lasciarsi andare e deprimersi di fronte a una patologia talvolta difficile da controllare, perché lo sviluppo dei farmaci è in continuo divenire, con sempre meno effetti collaterali e miglior controllo della patologia.”

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