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OSTEOPOROSI MASCHILE, L’ITALIA SCRIVE LE NUOVE LINEE GUIDA EUROPEE

Un altro importante tassello italiano si aggiunge al mosaico sanitario europeo.
Sono state presentate a Budapest, nel corso del Congresso della European Academy of Andrology, le nuove linee guida sulla salute dell’osso nel sesso maschile dove l’Italia ha giocato un ruolo da protagonista.
Il lavoro è infatti frutto di una collaborazione internazionale tra l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, Ospedale Civile di Baggiovara con il gruppo di ricerca dell’Università di Leuven. Lo scopo delle linee guida è quello di fornire le raccomandazioni circa la diagnosi e la terapia dell’osteoporosi maschile sulla base di conoscenze aggiornate e validate dalle migliori evidenze scientifiche disponibili, al momento, nelle riviste scientifiche internazionali. Le linee guida permettono di uniformare e standardizzare i processi di diagnosi e cura adeguandoli ai migliori standard in grado di garantire le migliori prestazioni e terapie disponibili.
La pubblicazione è sia sulla rivista internazionale Andrology  che sul sito della European Academy of Andrology.

Prof. Vincenzo Rochira


“Queste linee guida – ha spiegato il prof. Vincenzo Rochira di Unimore, endocrinologo dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, Ospedale Civile di Baggiovara – sono state messe a punto da due gruppi di ricerca (l’Endocrinologia di UNIMORE e quella dell’Università di Leuven) con una grande esperienza nel campo dell’osteoporosi maschile su richiesta dell’European Academy of Andrology e vanno a colmare un vuoto nel campo della salute dell’osso nel maschio poiché non ci sono in letterature molte linee guida rivolte a questa patologia. L’ipogonadismo, ovvero la ridotta produzione di testosterone (l’ormone maschile) è tra le cause principali di osteoporosi nel maschio. Uno degli aspetti più importanti di tali linee guida verte sull’importanza, in clinica, di alcune semplici domande e manovre che possono, nel corso della visita, orientare il medico verso la diagnosi di questa patologia spesso negletta nel maschio. Per tali motivi tali linee guida sono principalmente rivolte al medico andrologo o endocrinologo che è spesso interpellato dai pazienti maschi per problemi di salute legata alla produzione ormonale.”
L’osteoporosi è una condizione clinica in cui lo scheletro è soggetto a perdita di massa ossea e resistenza causata da fattori nutrizionali, metabolici o patologici. Lo scheletro è quindi soggetto a un maggiore rischio di fratture patologiche, in seguito alla diminuzione di densità ossea e alle modificazioni della microarchitettura delle ossa.
In Italia, il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto da osteoporosi e questi numeri sono in continua crescita, soprattutto in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita.
Le fratture da fragilità per osteoporosi hanno rilevanti conseguenze, sia in termini di mortalità che di disabilità motoria, con elevati costi sia sanitari sia sociali. La mortalità da frattura del femore è del 5% nel periodo immediatamente successivo all’evento e del 15-25% a un anno. Nel 20% dei casi si ha la perdita definitiva della capacità di camminare autonomamente e solo il 30-40% dei soggetti torna alle condizioni precedenti la frattura. (fonte Ministero della Salute: www.salute.gov.it).
L’osteoporosi è meno frequente nei maschi rispetto alle donne, ma può colpire anche gli uomini, in particolare in età avanzata. Le cause principali di osteoporosi sono l’ipogonadismo (la riduzione dei livelli ormonali di testosterone), l’iperparatiroidismo primitivo, fattori di rischio correlati allo stile di vita (alimentazione, fumo, alcol, sedentarietà), patologie gastrointestinali e utilizzo di terapie quali i cortisonici e le terapie per il tumore della prostata. La fascia d’età maggiormente colpita è quella dei maschi anziani, in particolare dopo i 60 anni, ma in caso di patologie endocrine l’osteoporosi può esordire in età giovanile. Se non identificata e adeguatamente trattata può complicarsi con la frattura del femore o della colonna vertebrale. Pur essendo ben noto che l’evento della frattura si associa, nel maschio, ad una più elevata mortalità rispetto alla donna, la salute dell’osso nel sesso maschile è raramente oggetto di attenzione da parte dei medici a causa della sua ridotta frequenza. Pertanto, l’osteoporosi maschile è spesso sottovalutata, sottodiagnostica o diagnosticata con notevole ritardo. Questo vuoto conoscitivo limita la possibilità di prevenire le fratture e di trattare questa patologia nel sesso maschile.
I consigli degli esperti e della Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (Siommms) per prevenire la patologia sono: seguire è assicurarsi la corretta quantità di calcio – con la dieta e l’assunzione di latte e latticini – e vitamina D, con l’esposizione al sole. Nell’alimentazione quotidiana non devono poi mancare frutta e verdura che contengono magnesio, potassio e vitamine. Fondamentale l’attività fisica, da evitare assolutamente il fumo.
Sul sito si può fare un test di autodiagnosi, per valutare il rischio di fratture.
Mutua Mba, società di mutuo soccorso leader in Italia per numero di associati, sul blog ha pubblicato articoli in occasione delle scorse Giornate Mondiali dell’Osteoporosi
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