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Morbillo: nuovi casi. E il bambolotto "Cicciobello morbillino" riaccende la polemica sui social

Il morbillo torna ad essere sotto l’occhio del ciclone dopo l’ultimo fatto di cronaca accaduto a Catania. Ne abbiamo parlato con il dottor Rocco Russo, Pediatra e Responsabile area vaccini della Società Italiana di Pediatria.

Il morbillo fa paura e torna ad essere sotto l’occhio del ciclone dopo l’ultimo fatto di cronaca accaduto a Catania dove è morto, presso l’ospedale Garibaldi, un bambino di 10 mesi per complicanze legate proprio al morbillo.
“Il tragico evento occorso al piccolo paziente, che non era nell’età da poter essere vaccinato e quindi ha contratto l’infezione da chi vaccinato non era, deve essere di monito affinché tutti capiscano che vaccinandosi, si protegge non solo se stessi ma tutta la comunità”. Le parole all’agenzia di stampa ANSA del dottor Sergio Pintaudi, direttore del reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi-Centro di Catania.
Ma questo decesso a causa del morbillo, purtroppo non è un caso isolato, n’è successo un altro e sempre all’ospedale Garibaldi di Catania dove, secondo le ultime stime, sono stati diagnosticati 218 casi di morbillo su un totale nazionale di 411. Per l’Istituto Superiore della Sanità (Iss), dal 1 gennaio al 28 febbraio 2018, 16 Regioni hanno segnalato al Sistema nazionale di sorveglianza integrata morbillo e rosolia, 411 casi di morbillo, inclusi 2 decessi. Oltre l’80% dei casi è stato segnalato da 4 Regioni (Sicilia, Lazio, Calabria e Toscana). La Regione Sicilia ha riportato l’incidenza più elevata. L’età media è stata 25 anni. Il 91% circa dei casi era non vaccinato, e un ulteriore 4,5% aveva ricevuto solo una dose. Il 43% ha sviluppato almeno una complicanza, mentre oltre il 60% dei casi è stato ricoverato. Dall’inizio del 2018, secondo l’Istituto superiore della sanità, ”sono decedute per morbillo due persone, non vaccinate, rispettivamente di 38 e 41 anni, entrambe per insufficienza respiratoria”. Nello stesso periodo sono stati segnalati 3 casi di rosolia.
Il morbillo e l’influenza “sono malattie – ha affermato Walter Ricciardi  presidente dell’istituto superiore della Sanità (Iss) –  considerate benevole ma in realtà non lo sono perchè su grandi masse di popolazione causano ogni anno migliaia di casi e tanti morti: solo nei primi due mesi del 2018, in Italia si sono già registrati due decessi”. “In questo momento – ha spiegato –  c’è in Sicilia una situazione acuta per il numero di casi di morbillo; c’è dunque un ‘caso Sicilia’ perchè proprio in questa regione si è avuta la maggioranza delle infezioni dall’inizio del 2018. Tuttavia, tutta l’Italia è a rischio”.
La questione vaccini è un argomento delicato che accende forti dibattiti e tiene alta l’attenzione dell’opinione pubblica. Negli ultimi mesi, con l’introduzione dell’obbligatorietà di alcuni vaccini per accedere negli istituti scolastici italiani, si parla sempre di più dell’importanza delle vaccinazioni per combattere e debellare alcune malattie. Mutua Mba, società di mutuo soccorso, ne ha parlato in altri articoli,  ha riportato le ultime novità contenute nel decreto vaccini.
Morbillo, Parotite, Rosolia sono malattie virali spesso sottovalutate che possono invece dare gravi complicazioni. Quali sono i pro e i contro della vaccinazione? A che età è raccomandata? Vi è qualche controindicazione? Mutua Mba l’ha chiesto al dottor Rocco Russo, Pediatra e Responsabile area vaccini della Società Italiana di Pediatria.
 “Il morbillo è ancora endemico in Italia e, vista l’alta contagiosità del virus, il rischio di ammalarsi per le persone non vaccinate è elevato. Il morbillo può causare gravi complicanze, tra cui la polmonite (nell’1-6% dei casi), encefalite (1 ogni 1000-2000 casi) e il decesso. La rosolia invece ha, generalmente, un decorso lieve ma, se contratta durante la gravidanza, può causare: morte fetale, aborto spontaneo, malformazioni gravi, fino al decesso del neonato (sindrome della rosolia congenita). Nel 1999 (Circolare n. 12 del 13 luglio 1999), la vaccinazione trivalente MPR (morbillo-partite rosolia) è stata inclusa ufficialmente nel calendario nazionale delle vaccinazioni, con indicazioni per la somministrazione della prima dose per tutti i bambini a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro il 15° mese di vita, e con l’introduzione di una seconda dose all’età di 5-6 anni. La seconda può essere somministrata in qualsiasi momento (es. durante un’epidemia o in occasione di un viaggio internazionale), assicurandosi che siano trascorse almeno 4 settimane dalla prima dose.

Il vaccino viene somministrato attraverso un’unica iniezione che si effettua preferibilmente per via sottocutanea nella regione superiore del braccio; alcuni studi riportano che possa essere usata anche la via intramuscolare. Per effettuare questa vaccinazione non è necessario tenere il bambino a digiuno.
Il vaccino non deve essere effettuato in soggetti con: immunodeficienza grave (es. tumori del sangue e solidi; alcune immunodeficienze congenite come agammaglobulinemia, immunodeficienza comune variabile o immunodeficienza severa combinata ecc; HIV con grave immunodepressione), reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose e reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino”.
Il rischio contagio in Italia è quindi elevato e nel caso in cui dovesse avvenire guarire dalla malattia non è cosa semplice come invece lo è per il nuovo Cicciobello Morbillino, al quale basta una salvietta, una crema e dei cerotti per cancellare i “puntini” del morbillo. Questa è l’ultima trovata dell’azienda ideatrice dello storico bambolotto, molto criticata sui social media in quanto tende a banalizzare una malattia pericolosa come il morbillo.
“Attendiamo il Cicciobello Linfomino e pure quello Meningitino. Mi chiedo chi siano questi geni che banalizzano malattie gravi senza rispetto per i malati e per i loro familiari. E pensare che me la prendo con gli antivaccinisti”. Ha tuonato il medico pro-vaccini Roberto Burioni, intervistato da Mutua Mba nel maggio del 2016 in merito all’importanza di vaccinare i bambini perché il non farlo, secondo il professore “li espone a gravi rischi”.
E’ sceso in campo anche l’Istituto Superiore della Sanità che ha invitato l’azienda a ritirare il prodotto dal mercato perché il rischio è quello di sottovalutare una patologia insidiosa. “Il bambolotto Cicciobello Morbillino – ha dichiarato all’ANSA Walter Ricciardi, presidente Iss –  che si cura dalla malattia strofinando e cancellando i puntini rossi con una salviettina, veicola un’idea che porta ad una “banalizzazione e sottovalutazione di una patologia che, come tutte le malattie virali, è molto insidiosa. Collegare una malattia come il morbillo a qualcosa di giocoso è fuorviante. Si corre così il rischio di indurre le persone a preoccuparsi più del vaccino, che è sicuro, che della malattia che, invece, non è assolutamente banale”. Anche se grazie alle vaccinazioni “si è ridotto il numero dei casi, se ne contano ancora centinaia e solo nel 2018 – ha spiegato – in Italia si sono già registrati due morti”. E’ quindi “da biasimare questo approccio commerciale che fa correre tali rischi. Con le malattie non si gioca: sarebbe bene che l’azienda manifestasse sensibilità alle numerose critiche ritirando il prodotto”.
La risposta dell’azienda non si è fatta attendere e sempre tramite agenzia di stampa ha affermato che “Si tratta di un gioco, abbiamo fatto tutto in buona fede. Non pensiamo di aver fatto nulla di oltraggioso, ripescando un concetto che è sempre esistito, quello delle bambole con la ‘bua’”. Il Ceo di Giochi Preziosi, Dario Berté, è basito dalle polemiche sui social che ha generato Cicciobello Morbillino, con addirittura la richiesta di ritiro dal mercato del prodotto. “Perché dovremmo ritirarlo? – ha spiegato Bertè –  Il ritiro viene fatto solo dopo una decisione delle autorità. Noi produciamo giochi da una vita: i bambini hanno sempre giocato al dottore e all’ammalato con i bambolotti”. I maggiori rimproveri riguardano l’idea che il morbillo si possa curare con una pezza bagnata e una pennetta: “pensate davvero che un genitore vada in farmacia a chiedere la penna per curare il morbillo? Piuttosto, penso che un bambino si informerà sulla malattia. Purtroppo è un periodo complicato, vista la polemica sui vaccini, ma non abbiamo pensato ci potessero essere criticità di questo tipo”.
 

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