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Il Ministero della Salute ai genitori: 1000 bambini ogni anno rischiano il soffocamento

bambina mangia

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Il ministero della Salute ha pubblicato le «Linee di indirizzo per la prevenzione del soffocamento da cibo, in età pediatrica».

Stando a quanto pubblicato dal Ministero della Salute, ogni anno circa 1000 bambini italiani arrivano nei Pronto Soccorso del Paese in preda al soffocamento. In verità, i dati sono molto più gravi, ben 80mila casi, se prendiamo in considerazione tutti gli episodi minori e certamente meno gravi che si risolvono senza recarsi necessariamente nelle strutture ospedaliere. Spesso a monte, per circa l’80% dei casi, c’è una disattenzione da parte dei genitori che o troppo distratti o poco informati su quelli che possono essere gli alimenti che provocano soffocamento pagano le conseguenza con uno spavento non indifferente.
Di qui le «Linee di indirizzo per la prevenzione del soffocamento da cibo, in età pediatrica», pubblicate sul sito del Ministero della Salute e redatte da un Gruppo di lavoro istituito presso la Direzione Generale per la sicurezza degli alimenti e la nutrizione. Lo strangolamento è una delle principali cause di morte nei bambini che non hanno compiuto ancora i 3 anni e, solo in Europa, provoca ogni anno circa 500 decessi. Gli alimenti che causano soffocamenti sono gli ossicini di pollo e le lische di pesce (32%), le noccioline (22%) e i semi (16%). Non si devono trascurare inoltre carne e wurstel. Redatte sulla base di documenti di internazionali, le Linee Guida per un pasto sicuro sono dirette a famiglie e a chi si prende cura dei bimbi, nonni e balie inclusi, ma anche agli operatori della ristorazione collettiva.

Questa sorta di vademecum rivolto agli adulti per la cura e la salvaguardia dei più piccoli, insegna a prestare maggiore attenzione a cibi piccoli e tondi: si pensi all’uva, alle ciliegie, alle olive, ancora alle mozzarelline, pomodorini, da tagliare in pezzi di circa 5 mm. Stessa allerta per alimenti di forma cilindrica come wurstel e carote che vanno tagliati prima in lunghezza e poi in pezzi più piccoli, ma non a rondelle.
Non immuni da questo prospetto pedo-sanitario risultano la frutta e la verdura cruda con consistenza dura o fibrosa, come mela, sedano e ananas, o verdure a foglia, che vanno grattugiati o sminuzzati finemente, rimuovendo filamenti e semi. Carne e pesce vanno cotti fino a quando diventano morbidi e poi tagliati in pezzi piccoli facendo attenzione a spine e nervi. I legumi vanno schiacciati con una forchetta mentre caramelle, gomme e popcorn evitate fino ai 4 o 5 anni.
Un secondo punto essenziale indicato dalle linee guida fornite dal Ministero della Salute riguarda il modo corretto di affrontare i pasti da parte dei bambini. Insegnare ai più piccoli a mangiare in modo sano ed equilibrato è uno dei compiti più difficili a cui i genitori sono chiamati. Il cibo, infatti, è il tramite attraverso il quale avvengono, a partire dall’età pediatrica in poi, le lotte più dure e aspre tra genitori e figli. Ricatti, capricci, urla e pianti, vizi, abitudini e giochi. Questo e molto altro escogitano le due parti per pranzare o cenare. Per gli esperti, dunque, è essenziale rispettare e non trascurare – come sovente accade – le regole comportamentali: il bambino deve mangiare a tavola, con la schiena dritta, non mentre gioca o è distratto da videogiochi, piange o ride. E va sempre incoraggiato a fare bocconi piccoli e masticare bene.

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