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MEDICINA CONVENZIONATA, LA RIFORMA NON PIACE A TUTTI

Woman doctor standing with folder at hospital .

Risale a pochi giorni fa l’approvazione da parte del Comitato di settore Regioni – Sanità dell’Atto di indirizzo per la medicina convenzionata. Per alcuni, un ottimo provvedimento, ma molti sindacati sono critici

 
Sembrava una buona notizia per tutti la previsione dell’apertura degli studi dei medici di base ai cittadini 7 giorni su 7, con una assistenza garantita 24 ore su 24. Una continuità assistenziale positiva, decisa nell’ultimo “Atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni di medicina generale” approvato dal Comitato di settore Regioni – Sanità, di cui fa parte anche il Governo, lo scorso 13 aprile. Ma per la maggioranza dei sindacati e degli operatori di settore non ci siamo proprio.
Altro che continuità assistenziale, secondo molti l’unico risultato sarà meno assistenza per tutti. Uso improprio del 118 durante le ore notturne, il pronto soccorso intasato, tagli alla guardia medica, con conseguente perdita di posti di lavoro: queste saranno, secondo i sindacati, le conseguenze principali del provvedimento.
E così, l’assistenza h16 si potrebbe rivelare un bluff. Già il decreto Balduzzi, approvato nel 2012 sotto il governo Monti, prevedeva una assistenza h24, ma è rimasto in gran parte lettera morta, con le sempre presenti differenze regionali. E anche allora sembrava una rivoluzione. Certo, c’è qualche eccellenza, ma purtroppo si tratta di casi isolati. Questa volta si promette una assistenza h16: il medico di famiglia garantirà l’assistenza, coordinandosi con altri colleghi, dalle 8 alle 24, durante tutta la settimana. Il servizio notturno sarà garantito dalla guardia medica, mentre nel weekend è prevista una copertura di 12 ore. Le Aft, Aggregazioni funzionali territoriali, un nuovo modello organizzativo, avranno il compito di garantire la continuità dell’assistenza, per permettere ai cittadini di avere il medico a disposizione durante tutta la giornata. È una sorta di staffetta: quando un medico termina il turno, un collega sarà subito a disposizione, e grazie ad un database potrà controllare i profili sanitari dei pazienti. Il bacino di utenza di ogni Aft non potrà superare i 30mila abitanti. Un bluff o una rivoluzione? Mutua Basis Assistance, società di mutuo soccorso leader nel settore della sanità integrativa, ha tra i suoi obiettivi garantire una corretta informazione. Vediamo le critiche principali che sono state mosse al provvedimento.
Per il segretario generale del Sindacato dei medici italiani, Pina Onotri, “sono solo chiacchiere, guerra di sigle e propaganda. Dall’h24 di Balduzzi all’h16 della Lorenzin, con il solerte sostegno di Regioni e di qualche sindacato, che reitera nell’errore. Ma nei fatti è la stessa minestra riscaldata, con alcuni ulteriori ingredienti che danneggeranno la qualità dei servizi per i cittadini e il lavoro dei medici: nessuna risorsa, taglio della guardia medica notturna (dalle 24 alle 8) e uso improprio del 118 in quella fascia oraria, un settore quest’ultimo che si dovrebbe occupare di altro, cioè dell’emergenza e urgenza, e che è già ora con organici sottodimensionati”.
Le preoccupazioni dello Smi riguardano anche i posti di lavoro: a rischio ci sono 7000 medici che operano nei servizi di continuità assistenziale, tra l’altro con conseguenze sul carico di lavoro per il 118 e sulle liste di attesa.
Stesse critiche arrivano dal segretario della Cgil Medici, Massimo Cozza. Ciò che preoccupa di più, per il sindacalista, è “il rischio di caos e di seri problemi per l’assistenza notturna per i cittadini”. “Per anni – prosegue, in una intervista a Quotidiano Sanità – tutto il mondo della sanità (e non solo) compresi noi ha sostenuto il principio del medico di medicina generale h24. Lo slogan era 7 giorni su 7 per 24 ore al giorno. Ecco che improvvisamente l’h24 viene abbandonata per l’h16. Probabilmente, o per anni è stato preso un abbaglio o qualche problema c’è”.  “Con il modello proposto – spiega Cozza –  si dovrebbe in ogni caso ristrutturare tutto il servizio di 118, facendogli svolgere anche le funzioni di guardia medica e bisognerà assumere persone che svolgano questa funzione. Se così non fosse, e che il 118 sarà riorganizzato nell’Atto d’indirizzo non c’è scritto, e si lascia tutto così com’è sarà il caos”.
C’è anche il rischio di un sovraffollamento del pronto soccorso, come ha denunciato, insieme agli altri sindacati, anche la Fp Cgil: “Si sottrae ai cittadini l’assistenza della medicina generale per 8 ore nei giorni feriali e 12 ore nei festivi e prefestivi e si prevede di utilizzare il 118 per andare a vedere una febbre, un mal di pancia, un mal di schiena, con il rischio di lasciare scoperto quel paziente a cui il 118 può salvare la vita. Inoltre, per qualunque malore notturno si dovrebbe andare al pronto soccorso. Ciò evidentemente aumenterebbe le attese e anche le barelle perché si dovrebbero ospedalizzare di fatto più persone”.
Critica anche la Cisl medici: “L’atto di indirizzo approvato il 13 aprile scorso ci lascia molto perplessi e ancor più basiti di quanti tentano di influenzare l’opinione pubblica per spiegare come il suddetto atto di indirizzo sia rivoluzionario”. Quella di chiedere ai cittadini di ricorrere al 118 dopo le 24, per i medici di famiglia è “una scelta che inevitabilmente abbassa il livello della qualità e la quantità di prestazioni assicurate ai cittadini che si troveranno, in molte vallate e zone a bassa intensità di servizi sanitari, privati del servizio notturno dell’attività di guardia, unico presidio esistente capillarmente sul nostro territorio nazionale, isole comprese”. Per Nicola Paoli, Coordinatore CISL medici, “si tratta solo di una replica di un modello regionale, di alcuni anni fa, che forzando i confini della trattativa contrattuale decentrata, veniva imposto a tutte le OOSS della medicina generale. Ma le esigenze nazionali sono molto diverse e diversificate nel nostro territorio nazionale. Sembra più un atto di indirizzo forzato non si sa da chi. Cui prodest??”.
Secondo Tommasa Maio, segretaria della Federazione dei medici di Medicina generale Fimmg, invece, l’atto di indirizzo va nella direzione giusta: ”Le statistiche dicono che i maggiori accessi in Pronto soccorso avvengono nelle ore diurne e non di notte. Non vedo un pericolo di sovraffollamento anche perché’ negli studi sarà comunque disponibile un medico fino a mezzanotte e inoltre, intensificando l’attività di giorno, si potranno prevenire situazioni potenzialmente critiche”. Infine, “sarà’ prevista anche una certa flessibilità a seconda delle esigenze territoriali”.
Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale del Malato, ha chiesto, in una intervista a QN la garanzia che il 118 venga potenziato, “per offrire un servizio aggiuntivo pari a quello offerto in precedenza dalla guardia medica, come la visita a domicilio o la prima consulenza telefonica sul da farsi”. Altrimenti, avverte, “il rischio maggiore è che i sanitari si limitino a trasformare i malati al pronto soccorso per l’assegnazione dei codici di intervento con il relativo pagamento del ticket”.
Il ministro Lorenzin si è detta ovviamente soddisfatta per l’approvazione dell’atto di indirizzo: “È una riforma estremamente positiva – ha detto a margine del 60/mo anniversario dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili – e credo sia un passo fondamentale  per l’integrazione tra territorio e ospedale. Era un Atto atteso da tempo e sono molto soddisfatta”. “Il nostro obiettivo ora è un aumento del personale medico”, questa è stata la sua risposta alle critiche mosse dai sindacati. Vedremo quindi, come il governo affronterà ora le cose.
 
 

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