Marta Pellizzi, la 31enne ipovedente con quattro tumori al cervello che non ha mollato

“Tra pochi giorni compirò 31 anni. A me sembra di aver vissuto cent’anni. Affronto il quarto tumore al cervello e lo spegnersi della vista. Sento che stavolta è finita. Mi chiedo come un essere umano possa sopportare questo. Ogni istante”. Lo scriveva su Twitter lo scorso anno, alla vigilia del suo compleanno, e oggi Marta Pellizzi, di Imola, continua a combatte per sopravvivere ai tumori al cervello, che le hanno compromesso la vista rendendola gravemente ipovedente. Dal 2011 però la sua lotta è anche con l’Inps, visti i continui ritocchi della sua invalidità al ribasso. Un anno dopo il tribunale del lavoro ha stabilito che avesse «definitivamente» diritto all’invalidità al 100%. Ma non finisce qui: l’Inps non arretra e con un verdetto riduce la sua indennità al 70%. In quel momento che Marta dà avvio alla sua ribellione e con l’hashtag #IoNonMollo inizia a raccontare la sua storia sui social, fino al momento in cui non è stata contattata telefonicamente dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che si è scusato con lei.

“Mi ha detto che effettivamente l’Inps aveva fatto dei pasticci e che esaminando la mia situazione in maniera più accurata avevano riportato la mia invalidità al 100%, senza però concedermi l’accompagnamento”. Finalmente la donna poteva ottenere la sua indennità al 100%, ma escludendo l’accompagnamento. L’invalidità al 100% corrisponde circa a 296 euro al mese, mentre l’accompagnamento sono 520 euro. “Sono stanca”, è lo sfogo di Marta. “Ho scritto al Presidente di Regione, al Governo e anche al Presidente della Repubblica senza ricevere risposta”.

“Ho avuto una nuova diagnosi di recidiva che attualmente è in corso – racconta Marta – e sta crescendo sembrerebbe lentamente. La vista però non è più ritornata. Vedo nero a sinistra e ho campo visivo ridotto del 90% a destra, ma anche nella piccola porzione che resta vedo un grado, praticamente nulla. Anzi, nel muovermi quel piccolo cono di luce è quasi un ostacolo. Nel lavoro la tecnologia è di aiuto, ma senza mia madre non andrei da nessuna parte”. Circa nove anni fa, nel 2011, Marta è stata convocata dall’Inps per la prima volta a una vista di controllo, per rivalutare la sua invalidità. “La commissione non ha valutato i miei documenti – racconta la 31enne – in realtà si è limitata solo a farmi domande generiche e battute inopportune, tipo: perché mi tingo i capelli se tanto non posso vedermi allo specchio”. La percentuale di invalidità è stata abbassata, lei ha fatto ricorso, vincendolo, ma niente cambia. Nel 2019 arriva la nuova visita straordinaria e l’ 11 gennaio 2021 nuovo verdetto: invalidità al 70%. “Tra l’altro – prosegue Marta – nel verbale si sottolinea il fatto che io mi sia laureata e che lavori, come se fosse una prova della mia falsa invalidità”.

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

1 Comment

  1. Sandra ha detto:

    L’Italia che vergogna! Un grande abbraccio Marta 🤗💪