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JULEN È MORTO IL GIORNO DELLA CADUTA: Sul corpo è stato riscontrato un trauma – encefalitico importante

Come riportano i media spagnoli, secondo gli esami dell’autopsia effettuata all’Istituto di Medicina Legale di Malaga, il piccolo Julen, il bambino di 2 anni che il 13 gennaio scorso è precipitato all’interno di un pozzo di soli 25 centimetri di diametro e lungo 110 metri, a Totatlán vicino Malaga è morto lo stesso giorno della caduta. Per le fonti investigative sul corpo di Julen è stato riscontrato un “trauma-encefalico importante” e “molteplici traumi compatibili con la caduta”.

Il piccolo Julen jè stato trovato a 71 metri di profondità come avevano ipotizzato sin dall’inizio di esperti.

Il corpo è stato ritrovato con le braccia in alto e il bimbo – ha riferito il delegato del governo in Andalusia Rodriguez Gomez de Celis – è precipitato “rapidamente in caduta libera” per 71 metri. Sul piccolo Julen sono cadute pietre e altri detriti che hanno causato il trauma cranico.

Ieri (27 gennaio n.d.r) si sono svolti i funerali a El Palo, località dove il piccolo Julen viveva con la sua famiglia. Il comune di Malaga ha proclamato tre giorni di lutto. Sui social tantissimi messaggi da tutto il mondo che si uniscono al dolore della famiglia. Uno in particolare è diventato già il simbolo di questa tragedia, che mostra due braccia lunghe che si posano sul piccolo mentre dorme in fondo al pozzo. Tra i tanti a condividerlo anche Laura Pausini che in un tweet in spagnolo scrive: “Non posso crederci, #DepJulen, sto pregando molto per la tua famiglia”. Messaggi di condoglianze e solidarietàà arrivano comunque da tutto il mondo che ha sperato fino alla fine nel miracolo.

Per 13 giorni sono stati tanti gli sforzi degli uomini impegnati, 24 ore su 24, nelle operazioni di salvataggio nella speranza di trovare Julen vivo che ha ricordato il caso italiano del piccolo Alfredino Rampi che finì in un pozzo artesiano profondo 80 metri lungo via di Vermicino, una strada che collega Roma con Frascati. Si tentò per ore di raggiungere Alfredino, bloccato a 36 metri di profondità, e riportarlo in superficie ma purtroppo non si riuscì a salvarlo.

Sono stati giorni difficili, una corsa contro il tempo per la realizzazione del tunnel parallelo al pozzo, lavori interrotti per un “errore di calcoloe per poi essere ripresi.

I minatori della Brigata si sono calati e hanno aperto una galleria di accesso al pozzo utilizzando anche tre micro-ordigni esplosivi per rimuovere strati rocciosi del terreno difficili da rimuovere. Dopo di loro l’ultimo a calarsi, secondo quanto riportato da El Pais, è stato un agente della Guarda Civil. 

Di seguito il link del video virale in Spagna che racconta la triste storia di Julen.

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