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Il tabacco è una minaccia per lo sviluppo. Oggi giornata mondiale senza tabacco

“Tabacco: una minaccia per lo sviluppo”. Il fumo rappresenta un pericolo per lo sviluppo sostenibile di tutti i Paesi, per la salute e per il benessere economico dei cittadini. E’ questo il tema celebrativo scelto quest’anno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Giornata mondiale senza tabacco che si celebra, come ogni anno, oggi 31 maggio.

Fumare fa male alla salute. Il fumo di sigaretta, come da evidenze scientifiche, è la causa principale del tumore del polmone e della BPCO (Bronco-Pneumopatia Cronico Ostruttiva), quest’ultima rappresenta il 55% di tutte le patologie polmonari ed è la causa più frequente di morte delle malattie polmonari in toto. Gli studi scientifici prevedono che intorno al 2030 sarà la 3° causa di morte. Dal punto di vista socio-economico vengono segnalate in Italia 10 milioni di giornate lavorative perse dovute alla BPCO.

Qual è il processo che rende nocivo il fumo per la salute? Durante la combustione della carta del tabacco vengono liberate circa 5000 sostanze che vengono inalate durante l’inspirazione. La maggior parte di tali sostanze determinano un processo infiammatorio della mucosa bronchiale, che negli anni determina una alterazione strutturale della molecola della mucosa bronchiale stessa, che può causare un alterazione del DNA con relativa produzione della cellula neoplastica. Un processo infiammatorio cronico della cellula del bronco determina una ridotta escursione delle fibre muscolari con relativa riduzione della funzione respiratoria (inspirazione/espirazione) e con comparsa dei classici sintomi polmonari, quali tosse, dispnea, astenia, fino ad arrivare all’insufficienza respiratoria (carenza di Ossigeno) e la necessità dell’ossigeno-terapia domiciliare. Pertanto l’unica reale possibilità di ridurre tali patologie è la profilassi: astensione dal fumo di sigaretta.

I tumori del distretto testa-collo rappresentano un gruppo di neoplasie di varie sedi anatomiche (cavità orale, orofaringe, rinofaringe, ipofaringe, faringe, laringe).

Secondo le stime, l’alcol ed il tabacco sono i due più importanti fattori di rischio per i tumori della testa e del collo, in particolare per i tumori del cavo orale, dell’orofaringe, dell’ipofaringe e della laringe. Almeno il 75% dei tumori della testa e del collo è causato dall’abuso di alcol e di tabacco.

Le persone che abusano sia di tabacco che di alcol sono a maggior rischio di sviluppare questi tumori rispetto alle persone che usano uno solo dei due  fattori.

Nel 2017 sono stati stimati circa 9.400 nuovi casi di tumore del testa-collo, 7.200 tra gli uomini e 2.200 tra le donne e rappresentano circa il 4% e l’1% di tutti i tumori incidenti, rispettivamente.

I tumori del testa-collo sono la quinta neoplasia più frequente e rappresentano il 5% dei tumori negli uomini nella fascia di età tra i 50-69 anni ed il  2%  nelle donne nella fascia tra i 50 e 69 anni.

Il rischio di sviluppare un tumore del testa-collo è più elevato negli uomini (1 su 40) che nelle donne (1 su 182): in entrambi i sessi il rischio aumenta all’aumentare dell’età e soprattutto con le già note abitudini voluttuarie (abuso di alcol e tabacco).

I rischi di sviluppare un tumore per chi fuma sono 15 volte più alti rispetto a chi non fuma.

Il fumo sia attivo che passivo, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per la salute ed è la principale causa di tumore. I dati raccolti dal Centro nazionale Dipendenza e doping dell’Istituto superiore di sanità evidenziano che, nel 2017, in Italia, i fumatori sono 11,7 milioni vale a dire il 22,3% della popolazione. Tra questi è aumentato il numero delle donne, che da 4,6 milioni del 2016 sono salite a 5,7 milioni; si tratta della differenza minima mai riscontrata tra percentuale di uomini (23,9%) e donne (20,8%). Il 12,2% dei fumatori, inoltre, ha iniziato a fumare prima dei 15 anni. (Dati Ministero della Salute).

Non fumare è una delle prime regole della prevenzione primaria, e ogni anno il 31 maggio l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) celebra la Giornata Mondiale senza Tabacco – la prima risale al 1987, per attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale su un’importantissima causa di decesso del tutto evitabile – evidenziando i rischi che corre la salute umana a causa del fumo e sollecitando politiche per ridurne il consumo.

In Italia, il Ministero della Salute, è attivamente impegnato in una vasta campagna anti-fumo che si rivolge direttamente ai fumatori invitandoli a modificare un comportamento dannoso per la salute.

Nel gennaio scorso, dopo gli eccellenti risultati del 2016,  il Ministero ha deciso di lanciare ancora una volta, mantenendo lo stesso vincente format comunicativo,  la campagna contro il tabagismo dal titolo “chi non fuma sta una favola”. Testimonial d’eccezione il simpaticissimo maresciallo Cecchini alias Nino Frassica che con la sua ironia si rivolge ai fumatori con un messaggio di prevenzione. Nei nuovi episodi della campagna 2018 il Professor Nino Frassica è uno stralunato psicanalista che ha come pazienti i “cattivi” delle fiabe: la matrigna di Biancaneve e il Lupo di Cappuccetto Rosso.

Il Professor Nino consiglia loro di cambiare atteggiamento, di seguire una ricetta semplice ma netta non fumare, perché chi non fuma sta meglio con se e con gli altri, anche e soprattutto perché “il fumo è la prima causa dei tumori!”.  La conclusione degli spot vede i due “cattivi” che, avendo smesso di fumare hanno cambiato il finale della fiaba dando vita a un lieto fine tutto da sorridere.

 
La diagnosi precoce gioca un ruolo fondamentale  ai fini della sopravvivenza. Infatti, le neoplasie identificate in fase precoce hanno una percentuale di guarigione variabile tra il 75 ed il 100% dei casi.

Si rende quindi necessario definire delle strategie indispensabili per smettere di fumare, che oltre alla prevenzione, possano ridurre questi dati appena esposti.

Anche LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) e la Camera Nazionale della Moda si sono uniti per sensibilizzare i fumatori a smettere o rispettare la libertà dei non fumatori e per incrementare le conoscenze di tutti i cittadini, fumatori e non, sui rischi per la salute legati a questa cattiva abitudine.

La LILT, inoltre in collaborazione con il Ministero della Sanità e con l’ISS, ha ideato e sperimentato un Metodo che risponda ai requisiti di efficacia e diffusibilità.

Il Metodo ha un approccio Cognitivo – Comportamentale e risponde ad efficaci assunti di base: Motivazione a Smettere di Fumare e Cambiamento delle Abitudini. Lavorando con queste basi le persone portano risultati molto soddisfacenti, poichè coinvolte nel processo di cambiamento.

Si parte dal presupposto che se il Fumare è un comportamento acquisito, che mantiene una continuità nel tempo rispondendo a bisogni di piacere, rassicurazione, scarico dello stress, abitudine, etc, sarà allora possibile condurre il fumatore a disimparare questo comportamento, modificando atteggiamenti ed azioni.

Pertanto una volta valutata la Motivazione e la Volontà a Smettere di Fumare, la Lilt aiuterà la persona a trovare validi e funzionali stratagemmi per ingannare il desiderio di fumare, rimandando il momento della sigaretta fino ad eliminarla, sostituendola con valide alternative.

E’ un’impostazione costruttiva e finalizzata ad incoraggiare gli sforzi che il fumatore deve sostenere per raggiungere il tanto agognato obiettivo di diventare EX FUMATORE. Tale metodologia, è stato appurato, ha dei risultati continuativi nel tempo in quanto agisce a livello interno della persona e non a livello superficiale.

Smettere di fumare è un’azione importante da attuare, perché con il vizio del fumo…si perde la salute!

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