La Voce di MBA

8 MARZO: DONNE E SALUTE, L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE

 


Care donne, la parola d’ordine è: Vietato trascurare la propria salute”.

La frenesia quotidiana e gli impegni di lavoro e quelli familiari non ci consentono di ricordare e fissare in maniera periodica tutti quegli appuntamenti necessari per la tutela della nostra salute.
Se il corretto stile di vita con le sue azioni principali, quali un’adeguata educazione alimentare, evitare di fumare e svolgere un’attività fisica moderata 5 giorni alla settimana per almeno 30 minuti giornalieri, è la prima linea guida da seguire, la prevenzione con i programmi di screening per la diagnosi precoce è sicuramente il passo successivo per evitare l’insorgere di malattie come il cancro al seno o al collo dell’utero.
Mutua Basis Assistance, Società di Mutuo Soccorso, sensibile e attenta a salvaguardare la salute dei suoi associati, oggi, in occasione della festa della donna, vuole ricordare alle “signore e signorine” quali sono i semplici e non invasivi esami, a seconda dell’età, a cui sottoporsi, per tenere sotto controllo il proprio stato di salute e/o per individuare una malattia prima che si manifestino i sintomi.
Per le più piccole, che hanno un’età compresa dagli 11 ai 13 anni, il Sistema Sanitario Nazionale, da 7 anni, ha messo a disposizione il vaccino HPV (Human Papilloma Virus). Per le donne invece è importante sottoporsi almeno una volta l’anno all’esame del Pap-test e/o HPV-Dna Test, quest’ultimo specifico per identificare il DNA del Papillomavirus.
 
Il Papilloma Virus, è la più diffusa delle malattie sessualmente trasmissibili, è talmente comune che circa la metà delle persone che hanno avuto rapporti sessuali, viene contagiata almeno una volta nella vita, ma spesso l’organismo, grazie al sistema immunitario, riesce a debellare il virus (tra il 70% e il 90%, fonte Iss).
La situazione è diversa quando il sistema immunitario è basso e non riesce a combattere il virus, questo potrebbe provocare conseguenze più gravi per la salute quando l’infezione non viene diagnosticata, o ancor peggio, trascurata. Prevenire è meglio che curare e i dati lo dimostrano. 
Secondo quanto riportato dall’Iss, sulla base di studi effettuati sui periodici controlli ginecologici e programmi di screening in donne di età compresa tra i 17 e i 70 anni, è emerso che la prevalenza delle infezioni da Hpv varia con l’età: è più elevata nelle giovani donne sessualmente attive, mentre un secondo picco di prevalenza si nota nelle donne intorno o dopo la menopausa. Uno studio condotto nell’Italia settentrionale, valutando donne tra 25 e 70 anni, ha evidenziato come la prevalenza diminuisca dal 13-14% nella fascia di età 25-39 anni, all’11% nelle donne tra 40 e 44 anni, e al 5% nelle donne oltre i 44 anni.
Per quanto riguarda i tumori causati dal virus, il carcinoma della cervice uterina è il secondo più frequente tipo di tumore femminile, con circa 500.000 nuovi casi all’anno e 250.000 decessi nel mondo, ed è il primo tumore riconosciuto dall’Oms come totalmente riconducibile a un’infezione.
In Italia si verificano annualmente circa 3500 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e 1500 decessi.
Studi condotti in Europa hanno rivelato però che, la diffusione e l’incremento dell’adesione ai programmi di screening ha portato ad una riduzione dell’incidenza di questo genere di tumori.
In che modo sensibilizzare le giovanissime alla cura della salute?
 
Mutua Basis Assistance l’ha chiesto al ginecologo, il dottor Quirico Maglioni, Dirigente di Struttura Semplice di Ostetricia dellospedale Fatebenefratelli Villa San Pietro di Roma, che ha spiegato l’importanza del vaccino per le ragazzine e invece per le donne quali sono gli esami per la diagnosi dell’infezione e le opportune cure.
“Per le ragazzine di età compresa tra gli 11 e i 13 anni – ha detto Maglioni –  come da protocollo Ministeriale, raccomando il vaccino perché non comporta dei rischi ed è gratuito per questa fascia di età. Lo consiglio anche a tutte quelle ragazzine che hanno più di 13 anni e che non hanno avuto rapporti sessuali. In medicina si valutano i rischi e i benefici e in questo caso i benefici sono maggiori mentre il rischio è quasi pari allo 0”.
Nell’ultimo anno però il ricorso al vaccino è diminuito anziché aumentare e il Ministero della Salute, tramite l’Iss, per capire i motivi ha elaborato un questionario rivolto ad un campione di famiglie. Dall’indagine è emerso che per il 45% vaccinare le figlie all’età di 11 anni è troppo prematuro e il 16% invece è convinto che potrebbe essere un incoraggiamento ad avere rapporti sessuali.
Mba ha voluto chiedere l’opinione di un esperto, la dottoressa Chiara Simonelli, professore associato di Psicologia dello sviluppo sessuale presso la facoltà di Psicologia 1 dellUniversità la Sapienza di Roma.

Prof. Chiara Simonelli – Professore Associato

“Oggi purtroppo la situazione delle giovanissime sotto il profilo sessuale è preoccupante perché le ragazzine sono lasciate in balia di informazioni errate. I dati dimostrano che se non viene fatta una giusta educazione sessuale i giovani anticipano il debutto sessuale in modo sbagliato con delle gravi conseguenze per la loro salute. Le due agenzie chiamate all’educazione dei figli sono la famiglia e la scuola. Nelle scuole purtroppo manca l’educazione sessuale quindi spetta esclusivamente alla famiglia creare un dialogo aperto e corretto con i figli per evitare che debuttino sessualmente troppo presto. Il dialogo è lo strumento principale per affrontare l’argomento invece che mettere la testa sotto la sabbia e affermare “non vaccino mia figlia perché potrebbe indurla a rapporti sessuali precoci”. La valutazione di fare o meno il vaccino deve partire da altre basi, certamente non da questa.”

 
Quindi sia per le giovanissime, attraverso anche una giusta comunicazione e preparazione psicologica in materia sessuale, che per le donne adulte è importante la prevenzione affinché l’HPV non produca i suoi effetti generando gravi conseguenze per la salute.

“Il papilloma Virus è un’infezione trasmissibile sessualmente e da contatto nei luoghi poco puliti – ha dichiarato Maglioni –  in origine può presentarsi con delle lesioni sulle cellule del collo dell’utero che se non monitorizzate e quando necessario trattate, nel tempo potrebbero dare origine prima ad un carcinoma insitu e poi ad un cervice carcinoma, più comunemente conosciuta come cancro del collo dell’utero. È un’infezione silenziosa oltre che subdola perché non da sintomi e può essere scoperta solo attraverso il HPV-Dna Test e il Pap-test, esame questo molto importante proprio perché è in grado di individuare precocemente la presenza di alterazioni che potrebbero diventare tumori del collo dell’utero. Ricordiamo che l’esame si effettua nel corso di una normale visita ginecologica e consiglio alle donne di farlo una volta all’anno. Se il risultato dovesse risultare positivo, come prima cosa occorre valutare lo stato di avanzamento della lesione perché nel 75% dei casi generalmente regredisce da sola, nel 25% invece progredisce. Nel caso in cui la lesione, a distanza di qualche mese, è progredita e risulta importante si procede con il trattamento laser in ambulatorio. Una volta effettuato il trattamento è sempre importante effettuare i controlli periodici perché la guarigione non da immunità”

A conclusione quindi, è bene sottoporsi ogni anno alla vista ginecologica, eseguire l’esame del Pap-test che indaga le alterazioni delle cellule per prevenire il tumore del collo dell’utero, e/o al HPV-Dna Test.
Rientrano anche nei programmi di screening femminili per la diagnosi precoce tutte le azioni e gli strumenti messi in campo dai progressi della medicina per evitare il cancro al seno.
Il cancro al seno è il più diffuso fra le donne nei Paesi occidentali e, secondo studi recenti, in Italia ci sono oltre 47 mila nuovi casi all’anno, uno ogni 15 minuti, con un aumento di persone colpite dal tumore al seno sotto i 50 anni.
I fattori di rischio, anche in questo caso, sono legati ad un corretto stile di vita, l’età e genetici, il 5-7% dei tumori al seno è ereditario.
Compiuti i 20 anni le donne possono eseguire una prevenzione “fai da te” attraverso l’autopalpazione del seno, almeno una volta al mese e controllare con il tatto se si sentono dei noduli. Una volta l’anno è comunque consigliabile fare la visita dal ginecologo per i controlli generici.
Al compimento del 30esimo anno si consiglia di aggiungere sull’agenda “rosa” un altro appuntamento, quello con il senologo per la visita senologica,
Il senologo, prima di cominciare l’esame clinico con l’osservazione e la palpazione delle mammelle, raccoglie tutte quelle informazioni utili per la diagnosi definitiva che sono: un’eventuale presenza di casi di tumore del seno in famiglia (nel caso dovessero esserci le donne tra i 40 e i 50 anni dovrebbero effettuare una volta l’anno una mammografia e una ecografia), a che età è comparso il primo ciclo mestruale o a che età è terminato, gravidanze, alimentazione e terapie ormonali.

Dopo i 60 anni la prevenzione oncologica è ancora più importante perché è proprio tra i 50 e i 70 anni che il rischio di sviluppare questo tumore è maggiore.

Gli esperti consigliano una mammografia ogni due anni almeno fino ai 75 anni perché la vita media si è allungata e si poss
ono ottenere buoni risultati terapeutici anche in pazienti anziane.

 
Mutua Basis Assistance fa dell’informazione, della solidarietà e della cooperazione i suoi principi fondamentali con lo scopo di salvaguardare la salute e la qualità della vita dei suoi associati, risultando così nel panorama della Sanità Integrativa la forma ideale di assistenza sanitaria.
E oggi, proprio in occasione della festa della donna, Mba ha voluto dare un messaggio di prevenzione.
 

“La forza delle donne deriva da qualcosa che la psicologia non può spiegare”, con una delle più belle frasi di Oscar Wilde facciamo gli auguri a tutte le donne!

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