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Disintossicarsi dal web ed evitare danni per la propria salute

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GIOVANI E WEB: COME “DISINTOSSICARSI” PER EVITARE RISCHI PER LA SALUTE

Nella società 2.0 il web è ormai diventato la nostra seconda pelle. È un fenomeno fortemente in espansione, soprattutto tra i giovani e giovanissimi ignari dei rischi che la permanenza eccessiva davanti a pc, smartphone e consolle digitali, può causare alla salute.
Secondo gli esperti, un uso esagerato dei dispositivi digitali può avere conseguenze sullo sviluppo e sul sano funzionamento del corpo, intervenendo negativamente su vista, postura, obesità, ma anche sulla sfera cognitiva e comportamentale.
Sono in aumento le patologie legate alla grande diffusione di internet e delle applicazioni digitali che colpiscono bambini e adolescenti. I maggiori disturbi avrebbero risvolti sociali e comportamentali, trascorrere molte ore della giornata “online” può innescare distorsioni nei processi di costruzione dell’identità e dell’immagine personale correlate a nuovi fenomeni dissociativi, portando così alla dipendenza patologica e a segnali crescenti di ritiro sociale.
L’aumento di queste patologie legate al mondo del web ha fatto sì che la pediatria e le istituzioni che operano a sostegno delle famiglie, hanno messo in campo delle iniziative volte a “disintossicare” i più piccoli da uno strumento che se utilizzato nella maniera sbagliata ha delle brutte conseguenze sulla loro salute a 360 gradi.
È il caso del “Centro Pediatrico interdipartimentale per la psicopatologia da web”, il primo multidisciplinare italiano dedicato alla presa in carico di bambini e adolescenti con dipendenza patologica da web, psicopatologie legate al cyberbullismo o che presentino i sintomi della sindrome da ritiro sociale, nato dalla collaborazione tra il Policlinico ‘A. Gemelli’ di Roma e la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica.
Il nuovo polo è composto da un Ambulatorio che si occupa di attività clinica ambulatoriale per adolescenti che presentano ritiro sociale, dipendenza da internet e psicopatologie legate al fenomeno del cyberbullismo; da gruppi di riabilitazione e di sostegno, che accolgono pazienti e genitori inviati dall’Ambulatorio; un Ambulatorio di pediatria; un Ambulatorio di Neuropsichiatria infantile. Afferiranno al centro 1 psicologo che si occupa del ricevimento dei pazienti, 2 psicologi che conducono i gruppi di riabilitazione e sostegno, 3 psicoterapeuti che si occupano dei colloqui individuali, medici specialisti in formazione di riferimento.
Il centro è in grado di affrontare il problema delle dipendenze da rete con la presa in carico completa dei giovani e delle loro famiglie con l’obiettivo di contrastare non solo gli elementi psicologici legati alla dipendenza, ma anche le ripercussioni a livello fisico e cognitivo.
“Abbiamo il dovere come genitori, di stare accanto ai nostri figli nella vita online proprio come facciamo offline”. Questo è quello che sostiene il Moige, movimento dei genitori, che da anni svolge la sua attività a sostegno delle famiglie per una maggiore tutela dei diritti dei minori e dei genitori. In occasione del Safer Internet Day, si è da poco aperta la quinta edizione del progetto “Per un web sicuro”, promosso dal Moige e dalla Polizia di Stato con lo scopo di formare a uno uso consapevole del web, i docenti e le famiglie di 70 scuole medie in 10 regioni d’Italia (21000 studenti e 44.000 tra docenti, genitori e nonni, a cui si aggiungono le oltre 30.000 famiglie che parteciperanno attraverso i coordinamenti territoriali del Moige).
Mutua Mba, Società di Mutuo Soccorso, ha intervistato la Dottoressa Elisabetta Scala, vice presidente del Moige.
 
Secondo lei quali sono oggi le maggiori cause della dipendenza dal web di giovani?
“Oggi i giovani e anche i bambini sono sempre connessi. Molti comunicano esclusivamente attraverso la rete e, se da un lato non possiamo impedirlo perché fa parte del loro futuro, come genitori abbiamo però il dovere di controllarlo per evitare rischi. E’ importante, quindi, trovare il giusto equilibrio tra la tecnologia e la relazione della vita reale”.
 
Secondo gli esperti, un utilizzo eccessivo di smartphone, pc, ipad nel tempo oltre ad avere ripercussioni sulla vista, sulla postura e sull’obesità, colpirebbe anche la sfera cognitiva e comportamentale. In che modo i genitori dovrebbero limitare questo atteggiamento e tutelare così la salute dei figli?
“Correggere un problema diventa difficile, quindi occorre imporre delle regole a monte. Per far questo è necessario che i genitori siano preparati nel conoscere i rischi dell’eccessivo uso della rete. Noi come movimento genitori, attraverso iniziative e il nostro sito internet www.moige.it, forniamo delle semplici regole per un uso corretto di tutto quello che ruota intorno alla rete, ma questo non basta per frenare il fenomeno, c’è bisogno di una collaborazione più chiara anche tra medici e scuole”.
 
A Roma è nato il centro pediatrico interdipartimentale per la psicopatologia da web, un nuovo polo multidisciplinare dedicato alla presa in carico di bambini e adolescenti con dipendenza patologia che presentano i sintomi della sindrome da ritiro sociale. Potrebbe essere una soluzione? Un passo verso una collaborazione tra le diverse realtà?
“Conosco bene il centro, vi operano professionisti di livello che prendono in carico ragazzi con problemi causati dal web.
Questa potrebbe essere certamente una soluzione, ma non la soluzione. La soluzione è la prevenzione. La dipendenza si manifesta in diverse forme, ma quella dove si riscontrano i maggiori disagi è proprio quella tecnologica quindi è importante che le agenzie educative agiscano nella fase preventiva, solo così sarà possibile contrastare e limitare l’emergenza”.
 
Stando ai dati, in media, si trascorrono circa 7 ore giornaliere davanti alla tv, ai computer, cellulari e altri dispositivi elettronici a dispetto delle 2-3 ore consigliate. L’eccessivo utilizzo dei nuovi strumenti potrebbe portare anche a incrementare il fenomeno del cyberbullismo?
“Certamente, ed è una delle peggiori conseguenze generate da un utilizzo sbagliato del web. Oggi le modalità di amicizia e di relazioni dei giovani e dei giovanissimi avvengono in rete. In passato abbiamo assistito a episodi di bullismo nelle scuole e nei luoghi di aggregazione e di confronto, l’avvento della tecnologia, invece, ha dato vita al bullismo online con conseguenze ancor più devastanti. I giovani non hanno la consapevolezza che l’effetto che si crea in rete è moltiplicato rispetto alla vita reale”.
 
Lei è la vicepresidente del Moige e mamma di 4 figli. Quali sono i suoi consigli?
“Sono mamma di 4 figli non più giovanissimi perché ormai ragazzi. La mia ultima figlia è nella fase adolescenziale e, essendo più giovane di 8 anni rispetto al primogenito, ho notato la differenza nell’utilizzo dei dispositivi digitali. Come genitore ho dato delle regole, spiegando quali sono i rischi. La tecnologia fa parte della loro vita, ma non è un aspetto predominante. Il mio consiglio è quello di non avere fretta di far conoscere la tecnologia ai figli e, quando è il momento giusto, guidarli e affiancarli all’uso consapevole. Riscoprire anche i 5 sensi e il gioco libero è importante per lo sviluppo comportamentale dei bambini che oggi, più che mai, hanno bisogno di comunicare e relazionarsi guardandosi negli occhi e non attraverso il web”.
 
La tutela della salute passa attraverso la prevenzione che assume una valenza ancor più importante quando si tratta dei nostri figli.

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