La Voce di MBA

Dalla malattia dei re all’epoca industrializzata: crescono i casi di gotta

Nota a livello popolare per essere stata, in tempi antichi, la malattia dei re, la gotta è ben lontana dall’essere una patologia del passato. Ancora oggi infatti è una delle forme più diffuse di artrite infiammatoria, in crescente aumento nei paesi industrializzati, colpendo circa l’1-2% della popolazione adulta. Di base rappresenta un chiaro segnale: il metabolismo deve essere ricalibrato.

Come precisano reumatologi, medici di base, dietologi, la gotta si forma a causa dell’accumulo di acido urico nel sangue (iperuricemia), che può cristallizzarsi nelle articolazioni, provocando attacchi improvvisi di dolore, gonfiore e arrossamento, spesso all’alluce ma anche a ginocchiacaviglie e mani. Sebbene l’ereditarietà giochi un ruolo, i fattori scatenanti oggi sono chiari: alimentazione ricca di purine (carne rossa, frattaglie, crostacei), alcool, bevande zuccherate, obesità, sedentarietà e uso cronico di alcuni farmaci (diuretici, aspirina a basse dosi).

Rispetto a quanto avveniva in passato, oggi la gotta si può prevenire e trattare con efficacia e tempestivamente. Indispensabile, in questo senso, è il controllo dell’acido urico nel sangue, con target inferiori a 6 mg/dL, o sotto i 5 mg/dL nei casi più gravi.

Le terapie si dividono in due categorie: farmaci per il trattamento degli attacchi acuti, come colchicina, FANS e corticosteroidi, utili per controllare l’infiammazione; farmaci ipouricemizzanti per la gestione cronica: l’allopurinolo resta la prima scelta, seguito dal febuxostat in caso di intolleranza o inefficacia. In pazienti con tofi o gotta refrattaria si può ricorrere alla pegloticase, un enzima che scioglie i cristalli di urato.

Ma la terapia farmacologica non è l’unica soluzione. È infatti importante intervenire sul proprio stile di vita abbandonando gli eccessi e ricercando un equilibrio totalizzante: sono consigliati infatti una dieta equilibrata, una graduale perdita di peso, attività fisica regolare, riduzione dell’alcol e controllo di comorbidità come diabete, ipertensione e dislipidemie.

Exit mobile version