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Covid-19: il decreto legge prolunga fino al 27 marzo il divieto di spostamento tra regioni. Accordi per il nuovo piano vaccinale

Nuove misure e nuova impostazione del piano vaccini del neo governo Draghi.

Stamattina il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge con la proroga di altri 30 giorni delle misure anti covid. Fino al 27 marzo 2021, su tutto il territorio nazionale non è possibile spostarsi tra diverse Regioni o Province autonome, ad eccezione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute. Resta comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Nelle regioni gialle sono consentiti gli spostamenti anche verso abitazioni private tra le 5.00 e le 22.00 e in zona arancione all’interno dello stesso Comune, fino a un massimo di due persone, che possono portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali esercitino la responsabilità genitoriale) e le persone conviventi disabili o non autosufficienti. Nelle zone arancioni, per i Comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, sono consentiti gli spostamenti anche verso Comuni diversi, purché entro i 30 chilometri dai confini.

La novità riguarda le zone rosse. Divieto di spostamenti verso abitazioni private diverse dalla propria, salvo deroghe di comprovata urgenza.

Per le attività commerciali, i provvedimenti di apertura e chiusura saranno comunicati almeno una settimana prima dell’entrata in vigore.

Oltre alle nuove misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria, nel corso della riunione si è anche parlato di sostituire i Dpcm con altri provvedimenti normativi.

Per quanto riguarda il piano vaccini l’obiettivo del presidente del Consiglio Mario Draghi è quello di accelerare la campagna vaccinale con 300 mila somministrazioni giornaliere. È stato siglato il Protocollo d’intesa nazionale tra Governo, Regioni e i sindacati dei medici di famiglia che coinvolge i medici di medicina generale nella campagna di vaccinazione anti Covid. Il ministero della salute pagherà 6 euro a iniezione i medici di famiglia per la vaccinazione di massa. “Grazie a tutti i medici di medicina generale del nostro Paese che hanno unitariamente sottoscritto l’intesa con governo e regioni per somministrare il vaccino Covid. La loro capillarità e il loro rapporto di fiducia con le persone sono un valore aggiunto importante che ci consentirà, quando aumenteranno le dosi a disposizione, di rendere più forte la nostra campagna di vaccinazione”. Lo ha scritto il ministro della Salute Roberto Speranza in un post su Fb.

Si stima che saranno almeno 35mila medici di famiglia in tutta Italia pronti ad effettuare le vaccinazioni anti-Covid presso o lo studio del proprio medico o a domicilio o nelle strutture individuate dalle Regioni. “Il rapporto che lega il medico e il paziente e la conoscenza delle condizioni cliniche – ha affermato Filippo Anelli, presidente ordine dei medici chirurghi –aiuteranno a raggiungere gli obiettivi fissati dal piano di vaccinazione”. Il piano del Governo, per battere sul tempo le varianti del virus, è quello di procedere alla vaccinazione in altri luoghi come stazioni, caserme e fabbriche. Gli industriali sono pronti ad aprire fabbriche ed uffici per vaccinare i dipendenti e loro familiari. Lo ha annunciato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “I dipendenti delle aziende aderenti a Confindustria sono circa 5,5 milioni, se consideriamo una media di 2,3 componenti per nucleo familiare potremmo vaccinare più di 12 milioni di persone”, ha sottolineato Bonomi. “Siamo disposti a mettere le fabbriche a disposizione delle comunità territoriali nell’ambito del piano nazionale delle vaccinazioni”.

Nonostante i ritardi delle consegne dei vaccini da parte delle aziende fornitici, entro marzo l’Italia dovrebbe ricevere 13 milioni di vaccini e altri 43 milioni sono attesi tra aprile e giugno.

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