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Arrivano le vacanze…e il jet lag!

È tempo di vacanze: molti italiani le passeranno in Italia, tanti altri prenderanno un aereo per visitare un altro Paese. Magari dall’altra parte del globo. E dovranno anche fare i conti, sia all’andata che al ritorno, con il jet lag. Ma come si può combattere?

Quando si viaggia da una parte all’altra del mondo tutti noi dobbiamo fare i conti con serie difficoltà per riadattarci ai nuovi ritmi e agli orari diversi della giornata. Spesso il tutto si risolve richiamando alla causa di tutto il jet lag, ma oggi la questione diventa scientifica e assume così dei contorni molto più precisi e ordinati. Esiste infatti una proteina chiamata Rev-Erb alfa, come rivelato dallo scienziato Ronald Evans del Salk Institute for Biological Studies con uno studio pubblicato su Cell, che regolerebbe appunto questo passaggio e adattamento della persona.
L’influenza di questa proteina sui ritmi circadiani si conosceva già da tempo, ma la ricerca odierna aggiunge una dettaglio in più al suo profilo. “Agisce su tutti gli organi del sistema endocrino e metabolico, quindi su tutte le ghiandole su cui si basa il ritmo circadiano – spiega Massimiliano Corsi Romanelli, professore ordinario di Patologia Clinica all’Università degli Studi di Milano e direttore del laboratorio analisi dell’IRCCS Policlinico San Donato – quando si cambia fuso orario anche lei subisce alterazioni”.

Rev-Erb dunque è capace di attivare, o disattivare, la circolazione dei geni, pertanto questo studio se approfondito potrebbe portare l’uomo a controllare in futuro questa proteina tanto da poter “modellare” a proprio piacimento il jet lag alleviando i disturbi legati all’insonnia o ai tempi sballati della giornata. Tuttavia, quando si affronta un viaggio lungo è necessario equilibrare non solo il sonno ma anche l’alimentazione, l’idratazione e il movimento. Tenendo conto di alcuni fattori che contribuiscono a “peggiorare” il jet lag, come ha notato Robert L. Sacks sul New England Journal of Medicine nel 2010. Cinque, stando all’autore: il numero di fuso orari attraversati durante il viaggio, la direzione (per molti è peggio andare verso Est perché è fisiologicamente più difficile accorciare la giornata, piuttosto che allungarla come accade invece quando si va verso Ovest), la perdita di sonno durante il volo, l’esposizione alla luce quando si arriva (se è in linea con il nostro ritmo circadiano, oppure no) e la capacità personale a tollerare gli sbalzi.
La melatonina è utile se usata in modo intelligente – spiega il professor Corsi Romanelli a Repubblica – non va assunta solo in viaggio, ma anche due-tre giorni prima e poi per due-tre giorni dopo l’arrivo”. Per andare incontro al metabolismo, invece, mangiare durante il viaggio come se avessimo già cambiato fuso orario, ricordando l’importanza dell’idratazione. “In aereo ci disidratiamo a causa della saturazione dell’ossigeno: bisogna bere tanta acqua e magari succhi di frutta. No ad alcolici e caffeina, sostanze eccitanti che interferiscono ulteriormente con i ritmi circadiani» sottolinea l’esperto. Un po’ di movimento durante il volo è consigliato, non lo sono i sonniferi e, se se si assumono medicinali, è bene agire in base alla permanenza. “Se si sta via pochi giorni meglio continuare a prendere i farmaci alla stessa ora, se il viaggio dura una settimana o più meglio allinearsi al fuso orario e, se ci si dimentica di prendere una dose, non assumerla due volte”.
 
 

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