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Alzheimer a 19 anni, diagnosi precoce a Pechino

Per la prima volta l’Alzheimer è stato diagnosticato a una persona non anziana. È questo il caso del ragazzo di diciannove anni di Pechino che negli ultimi due anni, e in modo specifico nel corso dei suoi studi, ha cominciato a ravvisare difficoltà di concentrazione con episodi di stanchezza sempre più frequenti. La situazione è progressivamente peggiorata quando lo studente affaticato da episodi di perdita di memoria e da difficoltà di lettura e scrittura, ha abbandonato il percorso di studi affidandosi al team di esperti del National Clinical Reasearch Center for Geriatric Diseases di Pechino. 

Dopo aver sottoposto il paziente a un test approvato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, gli scienziati hanno comunicato alla famiglia del giovane che le sue capacità di memoria erano compromesse. Successivamente la risonanza magnetica ha evidenziato l’atrofia dell’ippocampo bilaterale e un ipometabolismo nel lobo temporale bilaterale, segnali che hanno accertato la presenza del morbo dell’Alzheimer. La straordinarietà della notizia tuttavia è data dal fatto che fino ad oggi la malattia di Alzheimer non era mai stata diagnosticata a un paziente under 20 e la precocità non è neppure relazionata a un quadro genetico familiare.  

La malattia di Alzheimer ad esordio precoce, che colpisce persone di età inferiore ai 65 anni, è davvero rara in quanto rappresenta solo il 5-10% di tutti i casi noti. Quasi tutti i pazienti di età inferiore ai 30 anni presentano mutazioni genetiche patologiche (PS1, PS2, APP). Come riporta AdnKronos, il precedente malato di Alzheimer più giovane era un ventunenne che presentava una tale mutazione genetica. Tuttavia il quadro clinico del diciannovenne cinese non è caratterizzato damutazioni genetiche finora identificate legate alla demenza. Questo rende il caso unico perché si tratta di una forma di Alzheimer precoce mai riscontrata prima. 

Solo in Italia la patologia colpisce 1,2 milioni di persone (1,6 nel 2030). Ad oggi, nonostante i tanti progressi raggiunti sul fronte della ricerca e della medicina, l’Alzheimer è classificata come una malattia altamente invalidante per cui non esistono ancora terapie realmente efficaci e che preoccupa oltremodo dal momento che, sulla base di quanto previsto dalle scienze, nel 2050 interesserà oltre 70 milioni di persone nel mondo. Molteplici sono le demenze diagnosticate ma la più diffusa, nel circa 60%-70% dei casi, è l’Alzheimer, che interessa le persone anziane, ma che può manifestarsi addirittura tra i 30 e i 40 anni o tra i 50 e i 60 (giovanile).

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