Stop al fumo, oggi è la Giornata Mondiale senza Tabacco

Giornata Mondiale senza Tabacco, un’occasione per riflettere e smettere di fumare.

Oggi stop alle sigarette: è la Giornata Mondiale Senza Tabacco (No Tobacco Day), istituita dall’Oms nel 1988 per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi e i grossi problemi che possono causare le sigarette. Quest’anno il tema scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è: “Tabacco – una minaccia per lo sviluppo”. L’Oms vuole evidenziare tutti quei rischi per la salute pubblica connessi con l’uso del tabacco, sostenendo allo stesso tempo delle politiche globali per ridurne il consumo.
L’industria del tabacco rappresenta un pericolo per lo sviluppo sostenibile di tutti i Paesi, oltre che per la salute e per il benessere economico dei cittadini. La Giornata Mondiale senza Tabacco è una buona occasione per chiedere a tutti gli Stati di rendere prioritario il “problema fumo”, e di sforzarsi per controllare il fenomeno: questo è anche un elemento cardine della “Sustainable Development Agenda 2030” (Agenda per lo Sviluppo Sostenibile). L’obiettivo è ridurre di un terzo a livello mondiale, entro il 2030, i decessi prematuri per malattie non trasmissibili (MNT), tra cui le malattie cardiovascolari, tumori e malattie polmonari croniche ostruttive.
Come è ben spiegato sul sito dell’Oms, oltre che sulla salute il fumo influisce in maniera negativa anche sull’ambiente. Per coltivare il tabacco si usano moltissimi pesticidi e fertilizzanti, che possono rivelarsi tossici e inquinare le falde idriche. Ogni anno, per le piantagioni si utilizzano 4,3 milioni di ettari di terreno, con una conseguente deforestazione globale compresa tra il 2% e il 4%. Inoltre, con la produzione di tabacco si producono più di 2 milioni di tonnellate di rifiuti solidi. Un controllo del tabagismo, limita quindi anche l’impatto ambientale derivante della coltivazione, la produzione, il commercio e il consumo del tabacco. Controllare le politiche relative alla produzione può rompere la spirale della povertà, contribuire a porre fine alla fame, promuovere l’agricoltura sostenibile, la crescita economica e combattere il cambiamento climatico. L’uso di tabacco pesa enormemente sulle economie nazionali, poiché aumenta i costi sanitari ed è responsabile della diminuzione della produttività. Aumentando le tasse sulle sigarette vendute nel mondo, si genererebbe un surplus di 190 miliardi di dollari, soldi utili per investimenti in campo socio-sanitario. Le imposte contribuiscono alla generazione di reddito per i governi, riducono la domanda di tabacco ed offrono un flusso di entrate considerevole utile a finanziare le attività di sviluppo.
Tutti devono contribuire: ogni persona deve impegnarsi, non comprando prodotti che contengano tabacco, smettendo di fumare, e proteggendo i soggetti esposti al fumo passivo.
Secondo l’Oms, sono 6 milioni le persone che ogni anno muoiono a causa del fumo, ma la cifra che è destinata a salire. Senza un impegno concreto, si potrebbe arrivare a 8 milioni l’anno entro il 2030.
Tra le varie iniziative pensate per aiutare i fumatori a smettere, è stato creato già dal 2015 il progetto “Esco dal Tunnel. Non bruciarti il futuro”, grazie a WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe), associazione dedita ai pazienti affetti da tumore. L’iniziativa in occasione della giornata mondiale senza Tabacco arriva a Bruxelles: in Place de la Monnaie, il 30 e 31 maggio sarà posizionato un tunnel a forma di sigaretta gigante, lungo 14 metri e alto 3, all’interno del quale è previsto un percorso a tappe per informare sui pericoli del fumo.

In Europa fuma una persona su quattro e il 21% della popolazione è esposta ai rischi del fumo passivo.
Gli ultimi dati Eurostat, diffusi proprio in questi giorni, sono drammatici: dei 4,9 milioni di decessi segnalati nell’Unione europea nel 2014, un quarto (1,3 milioni) è causato dal cancro; 272.000 di queste morti sono stati causate da cancro ai polmoni. In Italia il fumo uccide una persona ogni sei secondi, per un totale di oltre 80 mila decessi l’anno. Inoltre,  il 52% dei bambini nel secondo anno di vita è esposto abitualmente al fumo passivo, nocivo quanto quello diretto.
Il tumore al polmone è il principale tipo di cancro mortale nell’ Ue e rappresenta il 21% di tutti i decessi per cancro. Gli uomini (185.000 decessi dovuti al cancro del polmone) sono stati più colpiti rispetto alle donne (87.000 decessi).
Come ha dichiarato alla stampa Silvia Novello, Presidente di Walce e docente di Oncologia Medica all’Università di Torino, “sono numeri ancora troppo alti e che per essere contrastati necessitano di un maggiore sforzo da parte di tutti. In particolare gli Stati Membri dell’Ue devono portare avanti iniziative legislative specifiche. Per esempio è possibile prevedere, a livello comunitario, nuovi provvedimenti che limitino l’impatto del tabagismo attraverso l’aumento del costo delle sigarette, un maggiore controllo nella distribuzione del tabacco e un’estensione dei divieti nei luoghi pubblici. Stiamo infatti parlando di un vizio estremamente nocivo da combattere anche attraverso campagna informative. Solo in Italia si calcola che le sigarette siano responsabili di più di 180 mila morti ogni anni, tutti evitabili. Questi decessi sono dovuti a patologie cardiovascolari, malattie dell’apparato respiratorio e tumori”.
“Il nostro consiglio può essere solo uno: smettere di fumare”, ha aggiunto la dott.ssa Novello. “È un’impresa difficile ma non impossibile e i vantaggi per la salute sono enormi. Dire addio per sempre con le sigarette riduce, dopo 5 anni, del 50% il rischio di sviluppare tumori del cavo orale, dell’esofago e della vescica. E dopo 10 anni anche il rischio di decesso per carcinoma del polmone. Nel nostro tunnel i cittadini di Bruxelles riceveranno informazioni sui contenuti nocivi di una sigaretta e consigli su come smettere”.
Sono tante le associazioni che proporranno oggi iniziative in tutta Italia. La LILT ha coniato quest’anno il claim “non gettare la tua bellezza in fumo”. Il fumo è nemico della bellezza: i capelli perdono lucentezza e vitalità, le rughe compaiono prima la pelle invecchia in fretta e si ingrigisce. Denti e dita ingialliscono e ne risente anche la fertilità. E non dimentichiamo mai che il fumo è la prima causa di morte per tumore. Allora, dice la Lilt, #SMETTI.
Per fare un check del respiro per verificare la salute dei polmoni, è stata inoltre lanciata la campagna si chiama Spegnila e respira, promossa da Federfarma insieme all’Istituto dei Tumori di Milano. I controlli vengono effettuati in farmacia e per ora il progetto riguarda solo la Lombardia (per informazioni: info@adakta.it).
La Fondazione Veronesi, che dal 2008 ha attivo il progetto “No Smoking Be Happy” ha pubblicato un vademecum scaricabile gratuitamente: ‘Fumo. Domande e risposte per comprendere e scegliere’ .
Molti pensano che riducendo il numero delle sigarette fumate o passando alle cosiddette “sigarette light” i danni vengano limitati, ma non è così. Anzi, secondo uno studio realizzato dalla Ohio State University avrebbero contribuito all’aumento dell’adenocarcinoma, la forma più comune di tumori ai polmoni che si è registrata negli ultimi cinquant’anni, nonostante la riduzione del numero di fumatori. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Journal of the National Cancer Institute.
I ricercatori si sono posti l’obiettivo di capire il perché dell’aumento dei casi di adenocarcinoma nonostante la complessiva tendenza alla diminuzione di tutte le forme di tumore al polmone negli Stati Uniti. È emersa quindi l’associazione tra il fumo delle sigarette light e questo tumore. I fori intorno al filtro delle sigarette consentono una combustione più lenta, ad una temperatura inferiore; il fumo si disperde nell’aria, e il fumatore inala più intensamente. Così, i prodotti tossici arrivano in profondità nei polmoni.
“Quello che è particolarmente preoccupante – ha spiegato l’autore dello studio, Peter Schields – è che questi fori vengono ancora aggiunti a quasi tutte le sigarette che si fumano oggi”.
Insomma, i fumatori si devono rassegnare, fumare fa male, light o no. #SMETTI.
 

Mariachiara Manopulo
Mariachiara Manopulo
Bolognese di nascita e quasi romana d’adozione, mi sono laureata in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica, e specializzata prima con un Master in diritto parlamentare e valutazione delle politiche pubbliche e poi con un Master in Digital PR e Media Relations. Ho avuto diverse esperienze nel settore della comunicazione; dopo più di tre anni passati nell'ufficio stampa di un gruppo parlamentare alla Camera dei deputati, ora lavoro nell'ufficio Comunicazione e Marketing di Health Italia.

Comments are closed.