SOLO UNA SANA EDUCAZIONE ALIMENTARE E CORRETTI STILI DI VITA POSSONO COMBATTERE L’OBESITÀ INFANTILE

La frenesia quotidiana dei tempi moderni spesso ci porta ad adottare abitudini alimentari non consone al nostro organismo. Abitudini sbagliate che se adottate dai nostri figli possono avere delle conseguenze come sovrappeso o addirittura obesità con la conseguenza dello sviluppo di malattie cronico-degenerative.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i bambini nel mondo in sovrappeso, sotto i 5 anni, sono circa 42 milioni.
I dati raccolti dalla ChildhoodObesitySurveillanceInitiative (COSI) della Regione europea dell’Oms, mostrano valori di sovrappeso e obesità in bambini di 6-9 anni che variano da 11% a 37% tra i maschi e da 15% a 35% tra le femmine.
La situazione è allarmante e per ridurre i rischi l’Italia già dal 2007,con il Centro nazionale di prevenzione e controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute ha favorito e finanziato il sistema di sorveglianza OKkio alla Salute che distribuisce i dati dello stato ponderale dei bambini delle scuole primarie (8-9 anni), delle loro abitudini nutrizionali e di esercizio fisico, e delle iniziative scolastiche per la promozione delle attivitàe della giusta e sana alimentazione.
OggiOKkio alla Salute fa parte anche dell’iniziativa dell’Oms Europa “ChildhoodObesitySurveillanceInitiative”(COSI). E proprio dall’ultima rilevazione del WHO COSI Program, su un campione di 46.492 bambini, è emerso che se nel periodo 2008/2012 c’è stata una lieve diminuzione di obesità infantile, ma l’allarme sull’eccesso ponderale resta alto.
Nel 2012 il 22,2% dei bambini è risultato in sovrappeso contro il 23,2% del 2008-2009 (-1,1%) e il 10,6% in obesità rispetto al 12% del 2008-2009, quindi un -1,8%. Sono di età compresa tra gli 8 e i 9 anni i bambini maschi più soggetti a disturbi alimentari, 1 bambino su 4 è obeso e 1 su 2 in sovrappeso, mentre per le bambine le percentuali calano al 16% e al 41%.
Se si estende l’età fino a 11 anni del campione preso come analisi risulta che 1 su 4 è in sovrappeso e 1 su 10 è obeso.
Nella classifica,il Bel Paese in questo contesto si eguaglia agli Stati Uniti e occupa, insieme a Cipro, una delle prime posizioni al livello europeo, con 3 punti sopra la media e un tasso di incremento annuo dello 0,5-1%.
Facendo invece un’analisi al livello territoriale risulta che il bollino rosso va al Centro-sud in particolare a Abruzzo, Molise, Campania, Pugliae Basilicata che registrano più del 40% del campione di bambini con problemi di obesità infantile. Meglio invece con una media al di sotto del 25% a Sardegna, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige.
Ma quali sono le cause principali? Possono essere raggruppate in 3categorie: le cattive abitudini alimentari, la inattività fisica dei bambini e la disinformazione da parte dei genitori nei confronti delle regole della sana alimentazione.
Siamo o no il paese conosciuto al mondo per il mangiare bene? Mangiare bene però non sempre è sinonimo di mangiare sano grazie adcorretta educazione alimentare. Perché di educazione a 360 gradi si tratta. Manon è così. Il 9% dei bambini presi a campione salta la prima colazione e il 31% la fa sbagliata; il 67% fa una consistente merenda di metà mattina, il 43 % fa uso di bevande gassate e zuccherine. Il 21% dei genitori rivela che i propri figli non mangianoquotidianamente frutta e/o verdura.
Secondo i risultati di uno studio condotto a livello europeo dall’università di Brema,Idefics che ha comparato lo stile di vita di 16mila bambini europei risulta che, al primo posto si posizionanogli svedesi che mangiano i dolciumi, bibite gassate e zuccherate solo alle feste.  Si evince invece che gli italiani ne abusano quotidianamente. E frutta e verdura devono diventare un’abitudine quotidiana, tendenza che i nostri figli non seguono.
Insomma, l’equilibrio alimentare è basilare per un sano stato di salute. Oggi però per colpa della fretta, della televisione e dei dispositivi mobili sempre connessi si bada poco ai giusti stili nutrizionali da seguire.
“La prima colazione al mattino – ha detto il dott. GIUSEPPE DI MAUROpresidente della società Italiana di Pediatria preventiva e sociale, SIPPS – deve essere il momento di raccolta tra il bambino e la sua famiglia. Un’alleanza familiare al mattino è fondamentale. Quindi alzarsi mezz’ora prima, non accendere la televisione, parlare e fare un’abbondante colazione sia sotto il punto di vista qualitativo che di quantità, dei cibi, mi riferisco a una colazione che comprende tutte le sostanze di cui il fisico durante il giorno ha bisogno per affrontare la giornata.A seguire sono sufficienti altri 4 pasti, moderati, durante il giorno. Diciamo no alle bevande gassate perché un eccessivo e continuo consumo non fa bene all’organismo e poi non ci si disabitua piùal loro consumo. Evitare inoltre cibi veloci, pronti e take away”
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Per far fronte a questa emergenza la Sipps insieme a AMIOT – Associazione Medica Italiana di Omotossicologlia in collaborazione con Guna-azienda di prodotti omeopatici –  e con la promozione del Moige – Movimento genitori, hanno presentato, qualche giorno fa a Roma, un’iniziativa volta proprio a sensibilizzare ragazzini, genitori insegnanti dal nome “Mangia bene, cresci bene”.E’ una campagna itinerante che ha coinvolto 379 scuole, tra primarie e medie, per un totale di circa 40.000 alunni e 75.000 genitori. Da febbraio a maggio sono previsti nelle scuole incontri tra docenti, alunni e medici AMIOT e Sippsper promuovere la sana alimentazione.
I ragazzi, ai quali sarà fornito un kit didattico contenente delle slide e quadernoni interattivi, saranno coinvolti grazie un concorso che premierà le più belle riproduzioni sull’obesità infantile successivamente esposte nelle farmacie. In più gli studi medici realizzeranno un calendario. Nel kit è previsto anche materiale informativo per docenti e genitori.
“Abbiamo aderito a questa iniziativa –ha continuato il dott. Di Mauro –perché si parla di un progetto di qualità da portare nelle scuole primarie e secondarie, luogo dove è giusto intervenire. I nostri medici saranno presenti nelle scuole per sensibilizzare insegnanti, genitori e alunni. La prevenzione da bambini è importantissimaperché se non si adottano le adeguate abitudini alimentari da preadolescenti ci sono ottime possibilità di diventare obeso da adulto. A questo va aggiunta anche una prevenzione primaria sanitaria pubblica, lavarsi sempre le mani prima di magiare. La prevenzione bisogna iniziarla da piccoli, per vivere bene. Ancora oggi sono molti i genitori che sottovalutano il problema, perché il “cicciotello” è bello, per noi non è così. Il bambino in eccesso ponderale è un bambinoche rischia di sviluppare malattie metaboliche e cardiopatie, iniziare una vita sana da adulti serve a poco, è meno efficace.
“Grazie alla promozione di iniziative e del parlarne continuamente – ha concluso – negli ultimi anni abbiamo ottenuto dei risultati e nel 2014 il tasso relativo all’obesità infantile ha avuto unalieve flessione in diminuzione”.
Quanto alla disinformazione è allarmante il dato che la conoscenza delle regole da parte dei genitori. Secondo una stima del Censis solo il44,7% di loro conosce le regole della sana alimentazione. E i dati dell’indagine “OKkio alla Salute” lo confermano. Il 37% delle madri di figli in sovrappeso non ritiene che i propri figli mangiano troppo, mentre solo il 29% di esse afferma il contrario.
Abbiamo chiesto alla dottoressa ELISABETTA SCALA, vice presidente del Moige, quanto è importante che i genitori seguano in modo attento e preciso le sane abitudini alimentari e la giusta attività fisica dei propri figlivisto che i dati al riguardo lasciano pensare:il 16% pratica sport solo un’ora a settimana o meno; il 42% ha la TV in camera (ma il dato segna un leggero calo: -6%); il 36% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi per più di 2 ore al giorno (-11%) e solo un bambino su 4 va a scuola a piedi o in bicicletta.
“L’educazione alimentare – ha spiegato la Scala -non si riduce alla demonizzazione di un cibo piuttosto che un altro, ma va di pari passo all’adozione di stili di vita basati su attività fisica e sport all’aria aperta. Possiamo considerarla il momento educativo per eccellenza, sia perché induce genitori e figli a confrontarsi continuamente durante tutto l’arco della giornata, sia perché è strettamente correlata al loro tempo libero. Il ruolo degli adulti è determinante per la crescita dei nostri figli: “stressare” i ragazzi coinvolgendoli in numerose attività extrascolastiche o, in alternativa, abbandonarli davanti alla tv e ai videogiochi, li induce a sfasare gli orari dei pasti, a saltarne qualcuno sostituendolo con uno snack, a consumare istintivamente patatine o dolci”.
Dottoressa, è vero che ci sono anche casi di bambini obesi in età preadolescenziale che da adolescenti passano dal problema obesità a quello dell’anoressia?
“Obesità e anoressia sono disturbi alimentari determinati anche da componenti di natura psicologica e sociale. I ragazzi che passano dall’obesità all’anoressia sono ossessionati dal desiderio di sentirsi accettati dal gruppo dei pari anche dal punto di vista estetico. Questo li induce ad ascoltare consigli sbagliati di amici e coetanei, o a scegliere la soluzione più breve e pericolosa per dimagrire: non mangiare. È un errore piuttosto comune che non sempre viene contrastato dai genitori con efficacia e può causare gravi danni alla salute. Sta agli adulti far capire ai nostri ragazzi che la forma fisica ideale si raggiunge attraverso una dieta completa e non attraverso il rifiuto assoluto del cibo, che debilita il soggetto nella delicata fase della crescita”.
Tra le cause dell’eccesso ponderale, oltre a quelle genetiche e quella delle cattive abitudini alimentari, c’è quello del contestosocio economico in cui si vive e il livello di istruzione dei genitori. Si evidenzia, infatti che lo stato di obesità dei bambini che nascono e crescono in un ambiente familiare agiato e con un buon livello di istruzione è più basso. Nel caso contrario risulta più elevato. Fanno eccezione i bambini figli di immigrati che hanno un rischio inferiore al 20%.
“Diversi studi raccolti nell’indagine “L’obesità infantile: un problema rilevante e di sanità pubblica”, a cura dell’università “Milano Bicocca”-ha concluso la Scala –  hanno evidenziato una correlazione positiva tra il livello di istruzione dei soggetti intervistati e le sane abitudini alimentari. Di contro, nelle famiglie dove ci sono genitori obesi o in sovrappeso è molto più probabile che anche i figli lo diventino, non tanto per questioni genetiche, quanto per la mancata conoscenza delle regole del mangiare sano. Dati convergenti che evidenziano come da una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’alimentazione scaturisca anche l’adozione di diete varie ed equilibrate. Promuovere iniziative come mangi bene, cresci bene è quanto mai attuale, data la pertinenza delle tematiche trattate, con il grande evento dell’EXPO, che attende l’Italia a maggio”.
Anche AMIOT e GUNA sono soddisfattidel programma che raggruppa docenti, genitori e ragazziniper la prevenzione e riduzione del rischio obesità.AMIOT ha messo in campospecialisti che seguiranno le tappe della campagna e prodotto slide del treno dell’alimentazione (eliminazione dei cibi pericolosi e riduzione di alcuni alimenti).Per l’associazione è importantissimo agire sui piccoli attraverso la prima medicina: il cibo.
“La policy dell’azienda – ha riferito il dott. Alessandro Pizzicarro presidente di Guna – è quella di essere sempre in prima linea in attività dirette alla sensibilizzazione per la prevenzione e per il perfetto stato di salute. Diffondere il concetto di salute basato su stili di vita corretti e sulla prevenzione è da sempre il nostro obiettivo. Sono anni che Guna, promuovendo progetti in tutto il mondo, sostiene iniziative di questo tipo. La nostra. I miei complimenti agli insegnati che vorranno prendere spunto dagli argomenti per farsi paladini di un approccio corretto alla nutrizione delle nuove generazioni.”.
A tutte le persone coinvolte e non in questo progetto auguriamo buon lavoro con “il viaggio insieme al cibo all’interno del nostro corpo”.

Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in scienze politiche. Dal 2001 iscritta all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti. Ha collaborato con testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il master in “ Gestione e marketing di imprese in Tv digitale”, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione sulla sanità integrativa.

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