Sanità integrativa: scopriamo perché è necessaria

Il Sistema Sanitario Nazionale è oggi più che mai instabile e distante da essere pilastro fondamentale, come dovrebbe, del concetto di welfare: il debito è passato rapidamente dai 70 miliardi nel 2000 agli oltre 112 nel 2012 e nonostante i continui interventi delle singole regioni, questo dato è destinato a rimanere invariato o ad aumentare ancora.
La spesa pro-capite per ogni cittadino è di 617 euro annue, di cui solo 77 sostenute da assicurazioni o casse private, inoltre sono a carico delle famiglie quasi il 22% del totale delle spese relative all’alta diagnostica ed il 57% delle visite specialistiche.
Il panorama globale italiano va oltremodo peggiorando, con tagli nel settore sempre più consistenti ed un’anzianità in forte crescita, seconda in questa classifica solo alla Germania.
Il contesto appena delineato non lascia certo ben sperare e gli italiani, consci e preoccupati dell’onere economico che dovranno affrontare specialmente in età avanzata, stanno perdendo fiducia verso il SSN che non riesce più ad offrire un servizio adeguato: i tempi medi di attesa per un intervento ortopedico raggiungono i 2 anni e quasi la metà degli apparecchi elettro-medicali hanno un’età media di 10 anni.Schema Benefit Aziendali
Una valida soluzione è data sicuramente dall’assistenza sanitaria integrativa e gli italiani sembrano lentamente prenderne coscienza, infatti sebbene solo il 17% di essi ne usufruisca, secondo un’indagine condotta da Eurisko in occasione dell’Osservatorio Assidim 2014, quasi la metà la considera il benefit principale che si possa ricevere in azienda ed in generale mette la salute come priorità nella vita.
A dispetto della crisi economica, infatti, per un terzo della popolazione deve sussistere la garanzia del diritto alla cura, anche se le conoscenze specifiche sull’argomento sono ancora labili e quasi metà del campione intervistato non si rivolge al proprio datore di lavoro per la sottoscrizione della copertura integrativa.
Pur non essendo bocciato in toto, il Sistema Sanitario Nazionale, presenta evidenti lacune rispetto alla mole di lavoro e i principali motivi di insoddisfazione sono sì le lunghe attese, ma anche la qualità delle prestazioni stesse, per cui l’assistenza integrativa si prospetta sempre più come soluzione necessaria e alternativa.
Le assicurazioni private offrono una pletora di possibilità e prodotti validi per sopperire al bisogno di un servizio adeguato, ma sono ancora legate a criteri di selezione rigidi e a volte discriminatori per gli assicurandi, oltre ad avere costi spesso proibitivi. Meglio fanno le società di mutuo soccorso, come ad esempio Mutua Basis Assistance (MBA), leader nel settore delle mutue che cerca di attivare meccanismi di sicurezza per ridurre i costi e migliorare i tempi di accesso a prestazioni e servizi, incentrando il proprio operato sulla prevenzione.
Peraltro, trattandosi di una mutua, non si parla di assicurati ma di associati, non di premi ma di contributi associativi, come tali detraibili dall’imposta in base all’art 15 T.U.I.R. per i privati, deducibili per i datori di lavoro che li versano a favore dei propri dipendenti.

3 Comments

  1. Daniela spandonaro ha detto:

    Molto interessante. È ora di pensare a metodi alternativi perché purtroppo il Sistema Sanitario Nazionale non è più in grado di tutelare il diritto alla cura.

    • Marino Luzi ha detto:

      La salute va difesa con le istituzioni o in proprio, tale diritto mai potra’ essere in discussione

      • Oscar ha detto:

        Concordo è un diritto e come tale deve essere difeso con ogni mezzo.
        Complimenti all’autore dell’articolo