I pro e i contro del freddo per l'organismo umano

Si pensa sempre che il freddo faccia male, invece ha anche diversi risvolti positivi: aiuta il cervello a funzionare meglio, aiuta a perdere peso e a dormire bene.

L’anno 2018 è iniziato con il freddo, in particolare il mese di febbraio ha raggiunto temperature ghiacciate in tutta Italia arrivando fino a -10 gradi nel Lazio, e soprattutto l’ultima settimana che ha colpito grandi città, tra cui Roma e Milano, con neve e vento di aria gelida chiamato anche burian. Sulla base di questo scenario la maggior parte degli individui, piccoli e grandi, soffrono l’inverno o lo temono; in realtà, sembra che il freddo non crei problemi al nostro organismo.
L’endocrinologo Paul Lee ha condotto recentemente uno studio grazie al quale è riuscito a dimostrare che, vivendo al di sotto dei 20 gradi, il metabolismo diventa maggiormente sano con una presenza di grasso corporeo estremamente più equilibrata. Al contrario, coloro che abitano costantemente in ambienti dalle temperature elevate, presentano un abbassamento delle difese immunitarie e un rischio di obesità maggiore. Questo spiegherebbe anche il moltiplicarsi della popolazione obesa nei paesi del mondo sviluppato, come gli Stati Uniti, dove il consumo di energia per il riscaldamento risulta essere smisurato, rispetto a quello dei paesi più poveri.
Negli USA infatti, molte famiglie stanno cercando di adottare uno stile di vita utilizzando in quantità nettamente inferiori il riscaldamento nelle proprie abitazioni. Il Dott. Lee precisa che questa situazione deve essere presa in considerazione per la presenza di due tipi di grasso nel corpo: bianco e bruno. Il primo tende a trattenere l’energia e il secondo cerca di liberarla.

Il grasso bruno è una riserva molto importante che aumenta con l’esposizione alle temperature più basse. Quindi, vivendo in ambienti con un clima costantemente regolato al di sopra dei 20 gradi non si ha bisogno di bruciare le riserve di grasso che così aumenta ed espone, con il tempo, ad un rischio di obesità e diabete sempre maggiore.
I climi rigidi possono far bene alla nostra salute principalmente perché aiutano a:

  • Lavorare e studiare in modo migliore. Secondo un’indagine americana, il cervello umano funziona più adeguatamente in ambienti freschi con una temperatura pari ai 16 gradi.
  • Perdere peso, gli esseri umani dimagriscono perché il corpo consuma più energia per riscaldarsi, cioè brucia calorie.
  • Dormire meglio, le basse temperature conciliano il sonno perché rendono più efficiente il nostro metabolismo.

Ciò nonostante, il freddo non sempre si propone come un alleato e il settimanale inglese New Scientist ha evidenziato cinque problematiche che può provocare:

  • L’infarto, il freddo restringe i vasi sanguigni e dunque riduce l’afflusso di sangue al cuore.
  • L’assideramento o l’ipotermia, una condizione dove la temperaturadi un organismo vivente endotermico scende sotto il valore normale, differente per ogni singola specie, adatto per svolgere vita attiva.
  • Il rischio di fratture, camminando a temperature sotto lo zero, lastre di ghiaccio anche non visibili possono farci scivolare provocando fratture ossee maggiormente frequenti per le persone anziane, la cui fragilità ossea è determinata dalla fisiologica carenza di calcio, cioè all’osteoporosi.
  • I geloni, tumefazioni della pelle provocati da temperature troppo basse.
Beatrice Casella
Beatrice Casella
Laureata in economia internazionale e dello sviluppo, si è sempre appassionata del settore sanitario. Il tema della tesi di laurea triennale ha riguardato il tasso di mortalità infantile in Tanzania (paese dove ha vissuto alcuni anni). Per il suo master's degree si è concentrata sull'incidenza della politica e dell'economia nel garantire una salute globale. Praticante giornalista, ha lavorato a Milano con il Gruppo editoriale L'Espresso e attualmente lavora come Research Analyst per una società che si occupa di costruzioni sostenibili.

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