Meningite, in Toscana 12 casi solo nel 2016. Cosa sta succedendo?

Meningite

Meningite, iperendemia in toscana

Meningite: è una iper – endemia, via alle vaccinazioni a tappeto.

Cosa sta succedendo in Toscana? È in corso una “iper – endemia”, così l’hanno chiamata gli esperti, di meningite. Iper – endemia significa che c’è un eccesso di persone, portatrici del batterio, che aumentano così la probabilità che un individuo si ammali o trasmetta il germe ad altri. La Toscana in questi giorni sta affrontando una vera emergenza sanitaria causata dalla diffusione del meningococco C, nella sua variabile St11, un ceppo particolarmente virulento, che ha spinto la Regione a chiedere l’intervento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e dell’Istituto superiore di Sanità. Mutua Mba, società di mutuo soccorso leader nel campo della sanità integrativa, ha tra i suoi obiettivi garantire una corretta informazione. Cerchiamo di saperne di più.
La meningite è una grave malattia dovuta all’infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono il cervello. L’infiammazione di tali membrane si ripercuote sul cervello portando a gravi sintomi neurologici che possono portare alla morte oppure a postumi gravi come sordità, ritardo mentale, paralisi motorie, epilessia.
Chiunque, a qualsiasi età, può ammalarsi di meningite, ma poiché può diffondersi facilmente tra le persone che vivono a stretto contatto in ambienti chiusi le persone spesso più a rischio sono gli adolescenti e gli studenti.
Il meningococco è solo uno dei principali responsabili della meningite. Altri batteri in causa possono essere pneumococchi o a altri germi, compreso l’Haemophilus influenzae. Di solito il meningococco è presente in circa il 10 per cento degli individui nelle prime vie respiratorie, e non dà nessun problema; solo l’uno per cento degli infetti ha un rischio di sviluppare la malattia.
Sui 12 casi di meningite, che si sono registrati dall’inizio dell’anno in Toscana, con tre decessi, 10 sono da meningococco C, uno da meningococco B, uno da meningococco W (le lettere identificano diversi tipi del germe). Nel 2015 si sono, invece, verificati 38 casi: 31 da ceppo C, 5 di ceppo B, 1 da ceppo W, 1 non identificato. Il contagio del meningococco avviene per via respiratoria tra persone che sono state a stretto contatto, attraverso le gocce di saliva e, per via indiretta, anche attraverso il contatto con secrezioni orali. Spesso si manifesta in modo improvviso e con sintomi associati tra loro: febbre alta, mal di testa, dolore e rigidità della nuca, nausea e vomito, forte debolezza e prostrazione e chiazze cutanee diffuse.

Vaccinazione Sicuramente, il mezzo più efficace per prevenire la malattia è la vaccinazione.

Di solito i casi di meningite batterica in Italia (circa 900 all’anno, relativamente pochi rispetto ad altri Paesi europei) sono rari. Possono però presentarsi con frequenza elevata (sono piccoli focolai epidemici che si chiamano “cluster”) in una determinata zona, come sta avvenendo in questi mesi in Toscana, o come è avvenuto in Veneto nel 2013.
Come ha spiegato l’assessore al Diritto alla salute, al welfare e all’integrazione socio-sanitaria della regione Toscana, Stefania Saccardi, “noi registriamo nella nostra Regione, purtroppo, un numero particolarmente elevato di questo batterio, il meningococco C. Quali siano le cause specifiche stiamo provando ad appurarlo e per affrontarlo abbiamo messo insieme delle strategie” ad hoc. A cominciare dalla vaccinazione, “lo strumento principe per fronteggiare questo batterio particolarmente aggressivo”.
Per fare fronte all’emergenza, è stata infatti decisa una grande campagna di vaccinazione. Le azioni da mettere in campo sono state concordate lo scorso 9 febbraio in un incontro che si è tenuto al Ministero della Salute tra il ministro Beatrice Lorenzin, l’assessore regionale al diritto alla salute della Toscana, Stefania Saccardi, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero, Ranieri Guerra, e il direttore generale di Aifa Luca Pani. All’incontro era presente anche il medico e deputato Pd Federico Gelli. Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) si è detta disponibile ad aiutare la Regione Toscana nel reperimento dei vaccini contro la meningite e nella negoziazione del prezzo, anche con l’importazione di 250 mila dosi di vaccino dall’Inghilterra e dalla Francia, mentre l’Istituto Superiore di Sanità si è impegnato a condurre uno studio sulla durata della protezione vaccinale. Si è deciso di attivare un’unità di monitoraggio permanente, composta da membri della Regione Toscana, del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, per valutare sotto il profilo epidemiologico quello che sta accadendo in Toscana, e soprattutto in una parte della regione, a proposito della diffusione del meningococco C. Al centro della campagna di vaccinazione “intensiva” ci sono  soprattutto i giovani e gli adulti, anche perché i più piccoli sono già vaccinati. Per i cittadini dell’Asl Toscana Centro, che comprende le province di Firenze, Pistoia e Prato, la vaccinazione sarà gratuita e senza limiti di età; per chi abita nel resto della regione e ha più di 45 anni, è previsto il pagamento di un ticket ridotto (per chi ha meno di 45 anni la vaccinazione è già gratuita).
Queste misure vanno ad aggiungersi a tutte quelle varate nelle scorse settimane dalla Regione Toscana; già, ad esempio, era stata prevista, fino al 30 giugno 2016, una campagna straordinaria di vaccinazione, gratuita, per tutti i soggetti tra i 20 e i 45 anni che hanno frequentato la stessa comunità in cui si è verificato un caso di meningite da meningococco C e per tutte le persone della stessa fascia di età che vivono nelle aziende sanitarie in cui si è verificato un caso di meningococco C. Ora la campagna è stata potenziata.

“Siamo di fronte a una situazione di potenziale pericolo – ha spiegato l’assessore Saccardi. “Ma bisogna ripetere che non siamo di fronte a un’epidemia né a una situazione di forte allarme sociale e che la Regione sta facendo l’invito a vaccinarsi perché’ vogliamo investire moltissimo sulla prevenzione”. Con l’arrivo delle 150 mila dosi di vaccino “saremo in grado di aumentare anche i punti in cui si fanno le vaccinazioni e ridurre un po’ le liste d’attesa che, comunque, sono in termini accettabili, se si considera l’impennata di richieste. Bisogna avere solo un po’ di pazienza”. I vaccini saranno distribuiti “anche ai medici di medicina generale, per ampliare al massimo la disponibilità e far fronte a tutte le richieste della popolazione”, ha aggiunto, mostrandosi soddisfatta per il “perfetto meccanismo di collegamento tra Regione e organismi nazionali”.

Secondo la task force istituita a livello di Ausl Toscana Centro per contrastare l’aumento di casi di infezione, sono 48.229 le dosi di vaccino contro il meningococco C necessarie al potenziamento dell’offerta a febbraio e 190.000 a marzo: 36.000 per Pistoia, 32.000 per Prato, 94.000 per Firenze e 28.000 per Empoli. In una nota, l’Ausl ha spiegato che “le dosi saranno disponibili per i presidi aziendali, i medici di medicina generale e i pediatri di famiglia, le strutture di igiene e sanità pubblica e per le associazioni di volontariato che hanno dato la disponibilità ed aderiranno alla campagna. Dai primi giorni di marzo il sistema di prenotazione farà riferimento a un solo ‘cup’ per le aree fiorentina, di Prato e Pistoia. In questo modo triplicheranno i punti di prenotazione e il cittadino potrà scegliere di vaccinarsi non solo nel luogo dov’è domiciliato ma dove preferisce: per esempio vicino al luogo dove lavora”.
Tutto questo chiaramente avrà costi molto elevati: vaccinare tutti nelle tre province più colpite potrebbe voler dire fare fino a un milione di vaccini, con un costo che potrebbe arrivare a circa 30 milioni di euro. “Sarà richiesta una solidarietà interregionale per l’acquisto dei vaccini”, ha detto all’ANSA il presidente dell’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss), Walter Ricciardi. “Bisognerà chiedere alle regioni uno sforzo di solidarietà, necessario per affrontare questa emergenza. Si tratta di una situazione emergenziale che va affrontata con risposte concrete”.
 
 
 
 

Mariachiara Manopulo
Mariachiara Manopulo
Bolognese di nascita e quasi romana d’adozione, mi sono laureata in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica, e specializzata prima con un Master in diritto parlamentare e valutazione delle politiche pubbliche e poi con un Master in Digital PR e Media Relations. Ho avuto diverse esperienze nel settore della comunicazione; dopo più di tre anni passati nell'ufficio stampa di un gruppo parlamentare alla Camera dei deputati, ora lavoro nell'ufficio Comunicazione e Marketing di Health Italia.

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