L’estate sta arrivando, e il grasso fa paura

“Aiuto, mi vedo grassa!”. Se all’indomani delle festività natalizie si fa a braccio di ferro con i chili di troppo acquisiti nel corso delle abbuffate familiari, in primavera si inizia a guardare con timore alla stagione estiva che ci spoglia di ogni velo mostrandoci così come siamo e mettendo in risalto gli inestetismi della pella. E a nulla servono i filtri e gli effetti ombra. L’estate rappresenta una preoccupazione per gli uomini, soprattutto dai trenta ai cinquant’anni, ma non meno alle donne che sanno di dover fare i conti con la prova costume.
Sul problema, sorto in maniera marcata dai primi anni ’90, torna Renato Zaccheddu, chirurgo estetico fra Milano e Londra, accendendo i riflettori sui nemici acerrimi dell’universo femminile: i “cuscinetti” di adipe che si localizzano sul fianco della coscia, in corrispondenza del gluteo o poco più in basso, noti anche con il nome di “culotte de cheval”. Se da un lato c’è chi ricorre alla palestra, dall’altro ci sono le sostenitrici del buon vivere: corsa al mattino e buona tavola per pranzo e cena. L’esperto Zaccheddu invece, in perfetta linea con la tendenza degli ultimi tempi, ricorre a una soluzione da bisturi, la chirurgia, amata dai vip come Jessica Alba e Brigitte Nielsen, ma anche dalle persone che vivono una vita a riflettori spenti.
Generalmente le zone più colpite da fenomeni di adiposità localizzata variano tra uomini e donne. Gli uni manifestano l’obesità di tipo androide o a mela (massa adiposa concentrata nel viso, nel collo, nelle spalle e soprattutto nell’addome al di sopra dell’ombelico) che si associa, tra l’altro, a livelli più alti di glicemia, trigliceridi e pressione arteriosa. Nelle donne però prevale l’obesità di tipo ginoide o a pera (massa adiposa concentrata nelle anche, nelle natiche, nelle cosce e nell’addome al di sotto dell’ombelico).
Secondo quanto riportato dall’American Society of Plastic Surgeons nel 2017 si sono contati più di 245 mila interventi di liposuzione realizzati, contro i 235 mila dell’anno precedente. Questa procedura, inoltre, dopo l’aumento del seno, è la seconda più richiesta nel 2017, con un 5% in più rispetto al 2016. Per l’International Society of Aesthetic Plastic Surgery l’Italia si colloca alla nona posizione della classifica che fotografa il ricorso alla chirurgia plastica, mentre per la medicina estetica ha raggiunto il settimo posto superata dalle europee Francia e Germania.
“Il problema di questo accumulo adiposo – fa sapere il chirurgo estetico Renato Zaccheddu – che fa ‘coppia’ con le ‘maniglie dell’amore’ per gli uomini, è che non è facilmente eliminabile, nemmeno seguendo una rigorosa vita salutista fatta di una buona alimentazione e di una regolare attività fisica. L’unica soluzione, quindi, potrebbe essere quella di sottoporsi ad un intervento di lipoaspirazione, che deve essere eseguito in un clinica dotata di sala operatoria. L’operazione, condotta in sedazione profonda con anestesia regionale, viene eseguita in circa un’ora e la dimissione avviene in giornata con ‘day hospital’. Il recupero definitivo, infine, si aggira sui 3 o 4 mesi, anche se si può apprezzare sin da subito una buona parte del risultato”.
Si precisa che quello del dottor Zaccheddu è un punto di vista autorevole tanto quanto il giudizio di altri esperti nutrizionisti, e più ampiamente di estetica, che si dicono contrari all’utilizzo del bisturi per l’abbattimento dei grassi.

Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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