Giornata Mondiale dell’Udito, l’importanza della prevenzione

L’importanza dell’educazione, prevenzione e riabilitazione al centro della Giornata Mondiale dell’Udito 2017

Il 3 marzo è la X Giornata Mondiale dell’Udito (World Hearing Day), indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con l’obiettivo di informare sui rischi connessi alla perdita dell’udito da rumore e sensibilizzare sulla necessità di fare prevenzione.
Sono tante le iniziative previste anche nel nostro Paese. Tra le altre, l’associazione Nonno, Ascoltami!, con il patrocinio del Ministero della Salute ha organizzato un incontro per illustrare la nuova campagna di prevenzione “L’udito è uno strumento prezioso”, realizzata in collaborazione con il Comitato Nazionale Italiano Musica. Il progetto ha come obiettivo principale quello “di attivare un’azione di prevenzione attraverso l’impegno di tutti gli operatori del settore musicale- si legge in una nota- gli appassionati musicali e tutti quelli che semplicemente ne condividono la passione”. l’Associazione ‘Nonno Ascoltami’ ha previsto inoltre anche un concreto impegno nell’attuazione di una campagna di prevenzione e sensibilizzazione che partirà dalle scuole.
 

 
La Prima Conferenza sulla Prevenzione e Riabilitazione della Menomazione uditiva fu organizzata nel 2007 a Pechino dal Centro cinese di Ricerca per i bambini sordi, insieme alla città di Pechino, alla Federazione cinese per le persone disabili e all’Organizzazione Mondiale della Sanità: fu il primo evento internazionale espressamente dedicato alla salute dell’udito e alle strategie di prevenzione a livello globale.
In quell’occasione fu approvata la Dichiarazione di Pechino, un documento con cui ci si impegnava a stabilire la Giornata Mondiale dell’Udito, una ricorrenza annuale per promuovere azioni globali per la salute dell’udito, con l’obiettivo di ridurre i problemi uditivi. Fu scelta la giornata del 3 marzo; da allora, ogni anno viene scelto un tema: quest’anno è “Agire sulla perdita di udito – Un investimento sul suono”. Lo scopo è quello di mettere in evidenza il costo che l’economia mondiale deve sostenere annualmente a causa del problema della perdita di udito non affrontato in modo corretto.
L’udito si può deteriorare per diversi motivi. Forti esplosioni, traumi violenti ma anche alcune malattie possono causare danni permanenti. Esposizioni al rumore prolungate possono nel corso del tempo provocare seri danni; la motivazione principale risiede comunque nel naturale processo di invecchiamento.
L’ipoacusia, la disabilità uditiva, è la più comune disabilità sensoriale del mondo e colpisce 360 milioni di persone. In Italia soffre di questi problemi il 12% della popolazione, circa 6 milioni di persone; i primi segnali di calo uditivo possono iniziare già intorno ai 30 anni, a causa di un’eccessiva esposizione ai rumori. Il 60% delle disabilità uditive, soprattutto nei bambini, si può prevenire. Per i bimbi l’udito è la chiave per imparare a parlare, la sua perdita può diventare un ostacolo per l’apprendimento oltre che per l’integrazione sociale. Negli adulti prendersi cura dell’udito può ridurre il rischio di isolamento e di depressione, che nelle persone con ipoacusia è due volte più alto rispetto a chi ci sente. La ridotta capacità uditiva non adeguatamente trattata si associa, inoltre, a una maggiore probabilità di declino cognitivo, che può essere fino a cinque volte maggiore nei casi gravi di ipoacusia. Per questo è importantissima la giusta prevenzione. Sono tantissimi gli adolescenti gli adulti che hanno problemi di udito, per uno scorretto utilizzo degli smartphone o degli ipod, o per la musica ad alto volume ascoltata per ore nelle discoteche.
Tra le varie iniziative ricordiamo quella di Amplifon, che ha diffuso il vademecum “Udito ben curato”, con cinque linee di azione per limitare l’impatto dei disturbi uditivi.
1)Alla nascita gli screening uditivi devono diventare la prassi per riconoscere fin da subito un eventuale disturbo.
2)Diffondere iniziative di informazione e sensibilizzazione sul benessere uditivo nelle scuole italiane per educare i più giovani a proteggere il proprio udito.
3)Sottoporsi a un controllo audiologico almeno una volta all’anno.
4)Intervenire con la più opportuna soluzione uditiva, personalizzando l’apparecchio anche in caso di un’ipoacusia di medio grado.
5) Importanza di un servizio di qualità e di un approccio multidisciplinare al disturbo uditivo, perché l’ipoacusia può spesso associarsi ad altri problemi di salute come depressione, diabete, declino cognitivo e rischio di cadute.
Come spiegano gli esperti, più di 6 casi di ipoacusia su 10 potrebbero essere evitati se si facesse una adeguata prevenzione. Per ridurre l’impatto dell’ipoacusia è importante controllare l’udito sin dalla nascita. I controlli audiologici periodici sono importantissimi sia per gli anziani, ma anche nella fascia d’età tra i 40 e i 65 anni, perché permettono di individuare e di correggere l’eventuale deficit prima che questo si aggravi.
Sul sito dell’Amplifon è possibile fare un piccolo test, per controllare la qualità dell’udito.
L’Oms ha lanciato l’allarme sulle conseguenze dei disturbi non trattati: isolamento e difficoltà di comunicazione, ma anche depressione, con perdita di produttività sul lavoro e nel rendimento scolastico. I disturbi dell’udito, se non curati, possono essere anche molto cari. L’ipoacusia non trattata costa 750 miliardi di dollari l’anno, e si stima superi 21 miliardi di euro l’anno in Italia e 178 miliardi di euro in Ue.
“Ogni anno si perdono 750 miliardi di dollari nel mondo e oltre 21 miliardi di euro solo in Italia per disturbi dell’udito non trattati. Uno spreco uditivo enorme che impressiona ma che non deve sorprendere – ha sottolineato Carlo Antonio Leone, presidente della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale – L’udito svolge un ruolo centrale nella vita delle persone e ignorare eventuali deficit può avere un grosso impatto a livello socio-economico”.  “In caso di un’ipoacusia riconosciuta, anche di medio grado, è opportuno ricorrere alle più opportune soluzioni uditive: praticamente invisibili e ipertecnologiche le protesi moderne sono capaci di restituire le capacità uditive, migliorando la qualità di vita delle persone”.
 

Mariachiara Manopulo
Mariachiara Manopulo
Bolognese di nascita e quasi romana d’adozione, mi sono laureata in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica, e specializzata prima con un Master in diritto parlamentare e valutazione delle politiche pubbliche e poi con un Master in Digital PR e Media Relations. Ho avuto diverse esperienze nel settore della comunicazione; dopo più di tre anni passati nell'ufficio stampa di un gruppo parlamentare alla Camera dei deputati, ora lavoro nell'ufficio Comunicazione e Marketing di Health Italia.

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