Giornata mondiale del Diabete, il nostro diritto a un mondo più sano

Agisci oggi per cambiare domani.
Il 14 Novembre si celebra la Giornata Mondiale del Diabete, istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con lo scopo di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul diabete, sulla sua prevenzione e gestione.
Dal 2002 l’evento in Italia è organizzato da Diabete Italia Onlus che ha fra i suoi soci le Associazioni fra persone con diabete, le Associazioni fra genitori di minori con diabete e le Società Scientifiche della Diabetologia italiana. Tra gli obiettivi istituzionali c’è la rappresentanza e la difesa degli interessi e dei diritti delle persone con diabete a livello istituzionale nazionale, la crescita del movimento associativo, la promozione di coordinamenti fra le Associazioni, per favorire la adozione e messa in pratica nelle Regioni del Piano Nazionale Diabete, campagne nazionali per la prevenzione e la corretta gestione del diabete, nonché per una diagnosi tempestiva del diabete di tipo 1.
La Giornata Mondiale è la più grande manifestazione del Volontariato in campo sanitario. In circa 500 città e cittadine d’Italia si svolgono centinaia di eventi organizzati da Associazioni di persone con diabete, Medici, infermieri, altri professionisti sanitari e persone di altre organizzazioni (Croce Rossa, Alpini, Misericordia, etc.). Tutti prestano il loro impegno come Volontari.
Incontri di informazione, passeggiate, dibattiti sono le iniziative organizzate dal 6 al 18 novembre. E’ possibile scoprire quali sono gli appuntamenti regionali e gli eventi al livello locale connettendosi alla pagina web: http://www.giornatadeldiabete.it/la-giornata-mondiale-del-diabete/la-mia-piazza/default.aspx e/o seguire la pagina Facebook della Giornata Mondiale del Diabete per continui aggiornamenti sulle iniziative in programma.
Si definiscono ‘diabete mellito’ (o ‘diabete’) tutte le malattie e condizioni che, non trattate, portano a un eccesso di zuccheri nel sangue (iperglicemia).
Esiste il diabete di tipo 1, il diabete di tipo 2 e quello gestazionale.
Ci sono delle forme di diabete per così dire ‘intermedie’ fra il tipo 1 e il tipo 2 come il Lada (che insorge nella seconda parte della vita come il diabete di tipo 2 ma evolve presto verso la completa insulinodipendenza come il diabete di tipo 1) e il Mody una famiglia di condizioni molto diverse generalmente presenti in determinati ceppi familiari. Il diabete può essere secondario (cioè causato da un’altra malattia o da una terapia o da un incidente).
Il diabete di tipo 1 è dovuto a una reazione autoimmunitaria che distrugge le betacellule del pancreas dove viene prodotta l’insulina. Essendo l’insulina necessaria a far entrare il glucosio nelle cellule, la persona con diabete di tipo 1 deve assumerla dall’esterno e fare in modo di averne sempre la quantità giusta nel sangue.
Il diabete di tipo 1 insorge spesso in età pediatrica. Circa 100 mila bambini e ragazzi in Italia hanno il diabete di tipo 1 e sono seguiti da una rete di Servizi di Diabetologia Pediatrica all’interno dei quali team specializzati sono in grado di prescrivere le terapie più appropriate e soprattutto di educare la famiglia e i ragazzi a una corretta gestione del diabete.
La persona con diabete di tipo 1 infatti, sia nella infanzia, sia nella adolescenza, sia nella vita adulta, può svolgere una vita normale. Nessuna attività o obiettivo gli è precluso: esistono scienziati e fotomodelle, artisti e grandi campioni sportivi con diabete di tipo 1.

Avere figli richiede programmazione e qualche attenzione, ma è perfettamente possibile. La persona con diabete deve tenere sempre presente l’effetto che ogni sua scelta, o ciò che gli accade, può avere sulla concentrazione di glucosio nel sangue.
Questo significa misurare spesso la glicemia e, sulla base di questi dati, prendere delle decisioni: assumere una determinata dose di insulina, fare o non fare dell’esercizio fisico, mangiare o non mangiare sostanze contenenti carboidrati.
Il diabete di tipo 1 insorge più spesso nei primi 30 anni di vita. Questo significa convivere per lunghissimo tempo con il diabete e quindi è fondamentale per la persona con diabete di tipo 1 mantenere il più possibile vicino alla norma la glicemia, evitando iperglicemie (quantità troppo elevata di glucosio nel sangue) che a lungo andare generano le complicanze ma anche ipoglicemie (carenza di glucosio nel sangue).
Il diabete gestazionale è una forma temporanea di diabete che caratterizza una percentuale delle gravidanze. A partire dal secondo trimestre di gestazione la madre non riesce a tenere sotto controllo la glicemia. Questo tipo di diabete, che caratterizza una quota importante delle gravidanze, sembra scomparire dopo il parto. È chiamato anche diabete gravidico o GDM.
La forma più  frequente di diabete, il diabete di tipo 2  si manifesta generalmente dopo i 40 anni, soprattutto in persone sovrappeso/obese. La sua evoluzione è lenta e priva di sintomi. Gradatamente la persona perde la capacità di controllare l’equilibrio della sua glicemia. È comunemente noto come ‘diabete dell’anziano’, ‘diabete alimentare’ o con la sigla DM2 o T2DM. È la forma di gran lunga più comune con milioni di casi in Italia.
Il numero di persone con diabete di tipo 2 è in veloce crescita sia nei Paesi avanzati, sia nei Paesi che hanno da poco iniziato il loro sviluppo economico. Questa impennata nel numero di casi diagnosticati e in quelli stimati è dovuta soprattutto:

  • alle modifiche quantitative e qualitative nell’alimentazione (si mangia di più e peggio);
  • al minor dispendio energetico (il lavoro richiede meno fatica, non ci si muove a piedi, si sta lunghe ore fermi).

Queste modifiche allo stile di vita spesso associate al sovrappeso o alla obesità, fanno probabilmente scattare una tendenza geneticamente ereditata a sviluppare il diabete.
In Italia oggi si calcola che sono 3 milioni di persone abbiano il diabete di tipo 2 e siano diagnosticate e seguite: si tratta del 4,9% della popolazione; 1 milione di persone abbiano il diabete di tipo 2 ma non siano state diagnosticate: è l’1,6% della popolazione e 2,6 milioni di persone abbiano difficoltà a mantenere le glicemie nella norma, una condizione che nella maggior parte dei casi prelude allo sviluppo del diabete di tipo 2. Parliamo del 4,3% della popolazione.
In sostanza, oggi il 9,2% della popolazione italiana ha i difficoltà a mantenere sotto controllo la glicemia. Nel 2030 si prevede che le persone diagnosticate con diabete saranno 5 milioni. (fonte: www.giornatamondialedeldiabete.it)
Mutua MBA anche quest’anno invita tutti a fare prevenzione: educare anche i bambini a uno stile di vita sano, ad una alimentazione corretta e all’attività fisica regolare. Dopo i 40 anni, è importante controllare la glicemia ogni 2-3 anni, in rapporto al tipo di rischio. Sul sito della Giornata Mondiale del Diabete  è possibile calcolare il rischio di sviluppare la malattia.
Agiamo oggi, per cambiare domani.

Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in scienze politiche. Dal 2001 iscritta all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti. Ha collaborato con testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il master in “ Gestione e marketing di imprese in Tv digitale”, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione sulla sanità integrativa.

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