15 marzo: Giornata del fiocchetto lilla contro i disturbi del comportamento alimentare

Oggi  si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla, promossa dall’Associazione “Mi Nutro di Vita”, in collaborazione con le altre Associazioni dedicate ai disturbi del comportamento alimentare (DCA).

Tra i giovani, i disturbi del comportamento alimentare rappresentano la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali: un vero e proprio allarme sociale, se consideriamo che solo nel nostro Paese sono in 3 milioni a soffrirne, 2 milioni sono donne tra i 13 e i 35 anni. Oggi, per sensibilizzare su questi temi, si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla, promossa dall’Associazione “Mi Nutro di Vita”, in collaborazione con le altre Associazioni dedicate ai disturbi del comportamento alimentare (DCA).
L’iniziativa parte da un papà, Stefano Tavilla, che proprio nel mese di marzo, nel 2011, ha perso una figlia diciassettenne per bulimia. Ha creato così l’Associazione “Mi nutro di vita” e deciso di istituire la Giornata Nazionale del “Fiocchetto Lilla”, simbolo della delicata fragilità di questa condizione. “Non può, non deve capitare ad altri. La morte di mia figlia deve servire a tutte le persone e le famiglie che vivono un dramma di questo genere. Il dramma di vedere chi ami che piano piano si spegne, non ride più, non mangia o vomita. Non accetta di farsi curare e a te resta la sensazione di non aver fatto abbastanza”, ha scritto sul sito dell’Associazione.
Sono tante le iniziative messe oggi in campo. È un’occasione per sottolineare l’importanza dei primi segnali a cui le famiglie dovrebbero prestare la dovuta attenzione, ma senza allarmismi. “Non so cosa fare. Non assaggia niente. Non sembra proprio interessato al cibo. Questo non riesco a farglielo mangiare…”. Frasi come queste fanno infatti parte dell’esperienza di molti genitori. In molti casi si tratta di problemi che si risolvono spontaneamente, ma in alcuni tendono a protrarsi nel tempo e a trasformarsi in veri e propri disturbi.
Per rispondere ai dubbi e alle domande di mamma e papà, gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno organizzato una diretta facebook (oggi, 15 marzo, dalle ore 15 alle 15.30) dedicata ai Disturbi Alimentari (D.A.) in età evolutiva. Per interagire col professor Stefano Vicari e la dottoressa Valeria Zanna – rispettivamente responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile e referente psichiatra per i Disturbi Alimentari dell’Ospedale – basterà connettersi al profilo facebook.

“I Disturbi del comportamento alimentare, specie anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata, sono in questo momento in Italia, come in tutto il mondo, una epidemia sociale, che riguarda fasce di popolazione sempre più estese”, ha dichiarato alla stampa Laura Della Ragione, che dirige il Numero Verde SOS DCA della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Negli ultimi dieci anni si è abbassata in modo vistoso l’età di insorgenza dei Disordini alimentari, con esordi frequenti a 8-10 anni. La patologia non riguarda più solo gli adolescenti, ma va a colpire anche bambini in età prepubere, con conseguenze molto più gravi sul corpo e sulla mente”. E questo è verosimilmente dovuto sia all’abbassamento dell’età puberale nelle bambine, che al sempre più diffuso impiego dei social network, che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili.
L’anoressia è il disturbo più pericoloso dal punto di vista della mortalità, che si attesta intorno al 5-10%. Si stima che chi ne soffre abbia un rischio di morte dieci volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Ma sono tanti i disturbi del comportamento alimentare, patologie mentali complesse che portano chi ne soffre a vivere con l’ossessione del cibo e del peso. Sono particolarmente gravi perché possono compromettere seriamente la salute di tutti gli organi del corpo, e di tutti gli apparati, fino a portare alla morte. Per la loro complessità, si tratta di disturbi che richiedono la maggiore collaborazione possibile tra figure professionali con differenti specializzazioni (psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna etc.). Sono fondamentali la diagnosi precoce, così come un trattamento tempestivo, centrato non solo sul comportamento alimentare ma anche sul disagio emotivo sottostante il sintomo, sulla sofferenza familiare, e sull’eventuale comorbidità psichiatrica. Il trattamento di questi aspetti può richiedere tempi diversi e prevede interventi in combinazioni variabili: psicofarmacologici, nutrizionali, psicoterapeutici individuali o di gruppo, di terapia familiare. L’impegno e la costanza dei genitori nel seguire la terapia è un elemento imprescindibile per la riuscita della stessa.
Oltre all’anoressia nervosa, c’è la bulimia, il binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata ed altri disturbi sottosoglia, forme ibride ed Ednos (disturbi alimentari non altrimenti specificati o disturbi del comportamento alimentare -Nas).
Nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) l’American Psychiatric Association ha classificato una nuova forma di DCA, l’ARFID (Avoidant/Restrictive Food Intake Disorder, in italiano disturbo evitante/restrittivo nell’assunzione di cibo). Colpisce soprattutto i bambini, già da 2-3 anni fino alla preadolescenza, e in particolare i maschi. Può manifestarsi in diverse forme, la più comune delle quali è un’eccessiva selettività del cibo: chi ne è affetto infatti potrebbe prediligere solo alimenti di un determinato colore o di una specifica consistenza. L’ARFID può manifestarsi anche sotto forma di una assunzione insufficiente di cibo. Questo fa sì che chi ne è colpito possa non assumere tutte le sostanze nutritive necessarie con possibili complicanze mediche e difficoltà che possono interferire con una corretta socialità.
Secondo gli ultimi dati, il rapporto tra femmine e maschi è di circa 9 a 1, ma il numero dei maschi è in crescita soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale. Studi epidemiologici internazionali portano a stimare, nelle donne tra i 12 e i 22 anni, una prevalenza dell’anoressia nervosa pari allo 0,0-0,9% (media: 0.3%) e della bulimia nervosa pari all’1-2%. Il 3,7-6,4% della popolazione soffrirebbe invece di disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (disturbi del comportamento alimentare – Nas), con una età media d’esordio si colloca intorno ai 17 anni.
Non esiste “una causa” per queste che sono vere e proprie malattie, sono coinvolti fattori biologici e psicologici. Sono stati identificati però dei fattori di rischio, che aumentano le probabilità di ammalarsi di queste brutte malattie. Il documento di consenso sui disturbi del comportamento alimentare redatto dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con la AUSL Umbria 2 riconosce alcune condizioni predisponenti: la familiarità per disturbi del comportamento alimentare, depressione, abuso di sostanze;  possibili eventi avversi/traumatici, malattie croniche dell’infanzia e difficoltà alimentari precoci; l’appartenenza a gruppi sociali nei quali è maggiore la pressione socio-culturale verso la magrezza (modelle, ginnaste, danzatrici); la percezione e interiorizzazione dell’ideale di magrezza; l’insoddisfazione dell’immagine corporea, la scarsa autostima e perfezionismo e stati emotivi negativi.
Questo è un anno speciale per la giornata del fiocchetto lilla. Pochi giorni fa infatti, l’8 marzo, è stata presentata alla Camera una proposta di legge per l’“Istituzione della Giornata Nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare”, proprio per farla diventare una vera e propria data nazionale, da non dimenticare.
Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.disturbialimentarionline.it, che  fornisce la mappa di strutture e l’elenco associazioni dedicate ai Dca in Italia e vuole dare supporto alle persone che soffrono di tali disturbi e alle persone che stanno loro accanto, oltre che instaurare un percorso di consapevolezza della malattia e motivazionale per intraprendere un percorso terapeutico.
Il numero verde nazionale dedicato ai Disturbi del Comportamento Alimentare (800180969), attivo da lunedì 7 novembre, 24 ore ogni giorno da lunedì a venerdì, è gestito direttamente dall’Usl n.2 di Perugia, e in particolare dagli operatori del Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare Palazzo Francisci di Todi e Centro per i Disturbi da Alimentazione Incontrollata (DAI) di Città della Pieve, ed è un servizio anonimo e gratuito. Operatori esperti offrono counseling, attività di ascolto e orientamento, informazioni sulla mappatura delle strutture sanitarie affidabili e certificate dislocate nelle diverse Regioni italiane.

Mariachiara Manopulo
Mariachiara Manopulo
Bolognese di nascita e quasi romana d’adozione, mi sono laureata in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica, e specializzata prima con un Master in diritto parlamentare e valutazione delle politiche pubbliche e poi con un Master in Digital PR e Media Relations. Ho avuto diverse esperienze nel settore della comunicazione; dopo più di tre anni passati nell'ufficio stampa di un gruppo parlamentare alla Camera dei deputati, ora lavoro nell'ufficio Comunicazione e Marketing di Health Italia.

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